Perseveranza, un termine che non sempre viene utilizzato nel quotidiano. Eppure racchiude l’insieme dei comportamenti che ci permettono di raggiungere i nostri obiettivi senza arrenderci. Come si può spiegare questo concetto ai nostri bambini?
Una delle doti più importanti che possiamo avere è quella della perseveranza. Essere cioè, in grado di resistere agli ostacoli che ci si pongono davanti e ottenere il risultato desiderato. Tutti apprendono a loro modo quale sia la modalità più adeguata per portare a termine un compito, e insegnare ai propri figli questo valore, significa trasmettere l’idea che non devono arrendersi alla prima difficoltà.
“La perseveranza è ciò che rende l’impossibile possibile, il possibile probabile, e il probabile certo”
(Robert Half)
I bambini osservano il comportamento dei propri genitori sin da quando sono piccolissimi. Li prendono come modello di esempio e se li vedranno rinunciare facilmente, penseranno che va bene gettare la spugna. Niente di più sbagliato.
Avete presente tutte le volte che il vostro bambino, cercando di imparare a camminare, è caduto per terra? Se non gli insegnate a riprovarci, rimarrà seduto sul pavimento. Gli avete comprato un giocattolo? se non lo aiutate a capire il funzionamento, probabilmente il nuovo acquisto rimarrà a prendere polvere. Lasciate che invece capisca come andare avanti, a non trovare la soluzione più facile ma quella che lo renderà più abile ed intraprendente.
A che età insegnare la perseveranza?
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Leadership and Organizational Studies, si evince che se i bambini non vengono motivati ad affrontare un ostacolo, da adulti saranno incapaci di tollerare la frustrazione e non proseguiranno nella realizzazione delle proprie attività perchè è più semplice lasciar perdere se il compito è complesso.
Se invece insegnerete loro ad essere perseveranti, la loro autostima sarà migliore e si sentiranno in grado di poter fare qualsiasi cosa.
Il periodo per iniziare a trasmettere questo valore è attorno ai 2-3 anni di età. In questa fase infatti, il bambino inizia ad esplorare il proprio ambiente, ad essere autonomo nelle piccole cose, come mangiare, lavarsi, mettere a posto i giocattoli etc. Durante questo stadio di sviluppo, si inizia a sviluppare la propria concezione della realtà e di come funziona il mondo esterno.
Come si può insegnare la perseveranza?
Una delle strategie utilizzate per insegnare la perseveranza è l’effetto Batman.
Ogni volta che il bambino deve affrontare un compito difficile o sgradito (mettere a posto i giochi, vestirsi, mangiare) si finge che sia un personaggio inventato e lo incoraggia con frasi del tipo “Ora sei Batman e Batman non si arrende mai, sono sicuro che puoi fare la stessa cosa!“
Nel momento in cui vedete che si arrende, lo si riporta sull’obiettivo chiamandolo con il nome del personaggio. In questo modo, non soltanto il compito diventa meno pesante ma anche divertente. Il bambino si sentirà un eroe, proprio come Bruce Wayne e sarà più tentato di finire l’attività che stava facendo.
L’importante rimane comunque l’essere noi stessi perseveranti se vogliamo che i nostri piccoli imparino a superare tutte le sfide che la vita pone loro davanti. D’altronde gli adulti devono dare l’esempio e devono essere i primi a dimostrare l’importanza di certi valori che guidano le scelte di vita quotidiana.
Se un genitore commette un’azione negativa, urla, grida, il bambino potrebbe crescere credendo che siano atteggiamenti giusti da perseguire, e allo stesso modo le buone azioni verranno riconosciute ed il bambino prenderà esempio di ciò e ne farà tesoro.
In base all’età potete giostrarvi nel modo più idoneo per dare il giusto insegnamento e trovare le parole adatte per parlare loro dell’importante valore della perseveranza. E se proprio non sapete come approcciarvi nel discorso, chiedete aiuto ad amici e parenti.