Windsor, 1940: Elisabetta (presto Elisabetta II) e Margherita sono due ragazzine davanti ad un microfono, fuori dalle finestre un paese duramente colpito dal Secondo Conflitto Mondiale, nascosto nella metropolitana. Un nuovo re dopo l’abdicazione del fratello. Famiglie costrette a separarsi per garantire ai figli la sicurezza della vita in campagna, via dalle metropoli divenute obiettivo nazista.
Un discorso, il loro, destinato ai loro coetanei in tutto il regno e nei paesi dell’allora impero britannico.
Un messaggio, non solo di speranza ma anche di coraggio, di resistenza davanti all’oppressione del nemico teutonico, la sua cecità. Per mostrare l’orgoglio del paese.
Una versione più gerbata di quella, decisamente più accesa e battagliera dell’allora primo ministro Wiston Churchill.
La Finest Hour del paese segnata dal bombardamento di Londra che non risparmiò neppura la residenza reale. 1945, la Germania hitleriana fu sconfitta e la guerra finì. Nel 1952 il re che rese possibile la vittoria morì a Sandrigham e quella ragazzina divenne sovrana. Invecchia, tra scandali, Brexit, crisi, guerra al terrorismo.
2020, ottant’anni dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, l’Europa ancora in guerra, e nonostante la Brexit anche il Regno Unito si trova in questa situazione.
https://www.instagram.com/p/B-nDQbJHOmv/
Il popolo cerca un simbolo attorno al quale stringersi in questo momento difficile, e ancora una volta un messaggio, quello di Elisabetta II è in grado di scatenare coraggio e voglia di lottare contro il nemico.
Non più una svastica con baffetti di Hitler ma un insidioso ma non insignificante terribile germe, il Covid-19.
Il futuro re e la sua moglie così come i loro figli si stringono al Sistema Nazionale Sanitario.
Quella ragazza, ormai divenuta novantatrenne, si sente chiamata dalla storia del suo paese per guidare il popolo contro questo virus. Non solo con il ricordo del tempo di guerra ma invitando gli ascoltatori a non piegarsi davanti alla minaccia del coronavirus.
Anche restando a casa mostrando la forza che ha contraddistinto la nazione oggi come ottant’anni fa, con il desiderio di rivedersi, di tornare più uniti.
Una canzone di quel periodo “We’ll Meet Again” c’inconteremo ancora orgogliosi per la risposta data. Da un castello normanno, nato per difesa. Da una colonnello in capo che da giovane ha visto in prima persona la guerra.
“Cerchiamo quindi di rimboccarci le maniche e di compiere i nostri doveri, e di comportarci in modo che se l’Impero Britannico e il Commonwealth dovessero durare per mille anni, gli uomini diranno comunque: “Questo fu il loro momento migliore.””
Sir Wiston Churchill (1874-1965) ,primo Ministro durante la II Guerra Mondiale
«Quelli che verranno dopo di noi potranno dire che i britannici di questa generazione sono stati forti come ogni altra»
Sua Maestà la Regina Elisabetta II