Veneziana di nascita , Federica Palmarin è cresciuta tra l’ Italia e Mauritius, nell’Oceano Indiano, e questo non è un dettaglio trascurabile, perchè la curiosità e la creatività che traspaiono dal suo lavoro raccontano di un DNA legato al Viaggio, alla conoscenza di culture, persone, anime del Mondo.
Anticonformista per antonomasia, amante del bello nella sua più ampia accezione, le sue passioni spaziano tra Fotografia e Arte, non è un caso che abbia deciso di aprire una sua Galleria a Venezia “Venice Faktory”.
Ho preferito farle delle domande e lasciare che sia lei a raccontarsi, perchè, per quanto possa trascrivere il suo pensiero , nessuno come Federica è in grado di trasmettere il suo Io.
Quando hai capito che la fotografia sarebbe entrata prepotentemente nella tua vita ?
A circa 18 anni grazie ad alcuni mentori , conobbi i grandi maestri della fotografia che furono di ispirazione rispetto ad alcune scelte di studi che feci In seguito ,Dianne Arbus, Nan Goldin, sono state importanti nella mia formazione.
Viaggiare e raccontare attraverso il linguaggio fotografico nelle sua valenza iconico e indiziale, iconico nel senso di somiglianza al reale e di indiziale nel.suo essere traccia .
Cosa cerchi di trasmettere attraverso i tuoi scatti?
Ricerco l’ Ignoto, l’ antropocentrismo dell ‘ essere umano , l‘ archetipo e l’ opera d’ arte gia’ presente nell’ umano e nel reale conducendo l’ indagine in modo oggettivo, interferendo il meno possibile.
Quale esperienza sul campo porti nel cuore e perchè?
Uno degli ultimi progetti e’ stato realizzato in Malawi, una ricerca antropologica sulle maschere di una società segreta della Tribu ‘ degli Chewa chiamate Nyao reinterpretate dagli stessi soggetti ritratti , talvolta con elementi della cultura occidentale di massa creando così una sorta di Coldsplay, una rappresentazione Altra del Sè.
In Malawi quando gli appartenenti a certe tribù indossano la maschera, perdono la loro identità di uomo, e talvolta compiono azioni giustificate proprio dall’uso della maschera ma ingiustificate dal punto di vista dell ‘ umano . Quando denunciati per azioni improprie o violente , si difendono con l’ appello al Primo emendamento che prevede la libertà di culto e religione .
Una delle delle esperienze che porto nel cuore, nel dolore nel cuore, è stato andare in Cambodia nei campi di sterminio durante le azioni di Pol Pot, nel Museo del genocidio di Tuol Slang, a Phnom Phenm e fissare gli sguardi vuoti di migliaia di Teschi,
Cosa ti ha spinto ad aprire una galleria d’Arte ?
La censura e la volonta’ di collaborare con artisti in ambito contemporaneo .
L’ esperienza in campo editoriale e artistico mi ha portato a confrontarmi spesso con la censura.
Ed è stata proprio la volontà di rompere quella censura e collaborare con Artisti in che mi ha spinto a fondare Venice Faktory.
Allegato: una fotografia da un servizio fotografico realizzato con la Rockstar Patty Roxy Party, nella laguna di Venezia. La performer musicista guerriera che esce dalla Barena con un Ak 47, momento e opera memorabile.
Cosa pensi dell’arte contemporanea ?
Abbiamo sempre trovato le basi della contemporaneità anche nei grandi Maestri del passato; ora però siamo agli inizi del Nuovo Mondo, e trovo estremamente interessante quello a cui stiamo assistendo come trasformazione in campo artistico, quella che abbiamo fino a poco fa chiamato Contemporaneo, appartiene al vecchio Mondo , in un certo senso sarà da privilegiati aver vissuto entrambi.