Lavorare per aiutare gli altri, per e garantire un futuro è l’ambizione di ogni medico ed è ciò che Bruno Murzi, sindaco di Forte dei Marmi, si è trovato a fare per tutto il corso della sua vita, come Chirurgo e come Primo Cittadino.
Dal primo caso ufficiale di Covid-19, l’Italia si è trovata ad affrontare in poco tempo una dolorosa e violenta emergenza sanitaria. Nessuno era pronto e da nord al sud la pandemia si è scatenata, portando al limite il personale ospedaliero.
Lo Stato Italiano è stato uno dei primi Paesi a fronteggiare il pericolo della diffusione del contagio. Ha risposto lottando con tenacia contro il “nemico invisibile” con misure di prevenzione e aiuti arrivati da ogni regione, verso il nord.
Un uomo innamorato del suo lavoro, della sua Forte dei Marmi, capitale della movida toscana. Attivo e presente verso la sua città, attento e premuroso verso i suoi pazienti. Una persona che salva altri da un destino segnato, che ha girato il mondo, conosciuto diverse realtà e lasciato il suo cuore in Africa, nell’impenetrabile bellezza del suo cielo stellato e negli occhi dei bambini. Questo è Bruno Murzi.
Riguardo la questione Covid19 sul locale, sappiamo che a breve saranno aperti nuovi ospedali interamente dedicati alla gestione dell’emergenza sanitaria, nonostante i numeri di contagi stiano diminuendo. Questo avviene perché si prospetta un contagio di ritorno? O perché si teme che a settembre ci sia una nuova ondata?
Noi stiamo innanzitutto controllando molto bene il contagio nel nord e nel centro non sapendo ancora cosa accadrà nel sud. Bisogna essere preparati ad ogni evenienza e possibile aiuto verso il mezzogiorno, non essendoci ancora certezze circa l’immunità raggiunta.
Non sappiamo se da settembre e ottobre ripartirà un po’ tutto, certo è che l’Italia si è fatta trovare impreparata quando tutto è successo. C’era poco tempo per prepararci ma un sistema sanitario forte che ha saputo gestire al meglio l’emergenza, il che ha sicuramente contribuito a un recupero in Lombardia, Piemonte, Veneto e Toscana.
Il sud purtroppo ha un sistema sanitario che è completamente diverso e quindi è un po’ più d’attenzionare ed è per questo che ci stiamo preparando al fatto che possano verificarsi situazioni di difficoltà in quelle zone.
Come concilia il doppio impegno medico sindaco di questi tempi?
In questo momento mi sento molto più sindaco che medico. La mia attività sta nel dare una mano ai miei concittadini e fare in modo che le cose nel mio comune vadano a buon fine. È chiaro che l’essere medico mi dà sicuramente una mano a gestire le dinamiche di protezione e di contagio legate all’ordinanza però in questo momento sono sindaco, ho circa 8.000 abitanti che contano su di me e aspettano di sapere cosa fare, dunque ho una grossa responsabilità per cui l’essere medico è senza dubbio un vantaggio.
Che cosa ha rappresentato per Lei, sindaco, l’Africa? Ci sono verità non dette su questo continente controverso?
L’africa è un sogno, un sogno che ho avuto sin da bambino e che ho potuto conoscere meglio come medico. Dell’Africa ho conosciuto, L’Egitto, la Libia il Sudan ma un paese di cui mi sono sicuramente innamorato è l’Eritrea, soprattutto perché è un paese in cui noi italiani abbiamo grosse responsabilità, in quanto ex colonia che abbiamo perso durante la Seconda Guerra Mondiale e in cui comunque una grande percentuale di italiani è rimasta.
Ora è purtroppo un paese in serie difficoltà, sia perché è il quinto paese più povero del mondo sia per un sistema sanitario per nulla degno di questo nome.
Quindi per me italiano, andare lì, operare i loro bambini, vivere in un posto dove c’è ancora il cinema impero o le reti fognarie come ad Asmara, dove mangiare ottimi piatti italiani e trovare gente che parla italiano lo rendono un luogo in parte anche mio, in cui sentirsi a casa sotto il fascino di un indimenticabile cielo stellato.
Potesse tornare indietro, avendo visto tante situazioni, non sempre belle, come medico, e dopo le responsabilità di essere comunque il sindaco di una città come Forte dei Marmi, cosa sceglierebbe di fare da grande?
Se potessi tornare indietro rifarei il medico e il chirurgo. Ho scelto di farlo dall’età di 10 anni, leggendo i libri di A. J. Cronin come “La Cittadella” o “Angeli della Notte” che mi hanno fatto innamorare della figura del medico di famiglia che si spostava in calesse e hanno motivato il mio desiderio di diventarlo.Poi studiando, mi sono appassionato e specializzato in tutt’altro ambito di medicina, ipertecnologico, fatto di chirurgia, cuori, macchinari e tutto il resto. Mi sento un medico in tutto e per tutto. È stato un mestiere meraviglioso, di cui se tornassi indietro rifarei gli stessi identici passi. Ho realizzato un sogno, sono soddisfatto delle scelte che ho fatto.
Considerando covid e co, il settore terziario ha subito un fortissimo calo, e questo è chiaro, purtroppo. Come stanno vivendo gli altri settori la situazione-virus?
Stiamo fronteggiando un’emergenza sanitaria che nel giro di un mese si trasformerà in un’emergenza economica spaventosa. Il turismo vede una perdita di circa il 70% di pil, questo se riusciamo a riaprire per la stagione estiva.
Stiamo andando verso un momento particolarmente difficile in cui ci vorrà un’azione unita dell’Europa, come unione di principi e solidarietà oltre che economica. Riusciremo a rimetterci in piedi, ci riprenderemo ma sarà dura data la crisi a cui stiamo arrivando, paragonabile in gravità solo a quella del ’29.
Avete in mente qualche iniziativa per permettere a Forte dei Marmi di rimettersi in sesto velocemente alla fine di questi tragici eventi?
Stiamo già lavorando per riproporci al mercato turistico non appena tutto questo sarà finito. Dovremo certamente concentrarci sul versante italiano più che su quello straniero, puntare verso un ritorno alle nostre tradizioni iniziali. Concordo con la proposta del vice presidente del Federalberghi italiana, Paolo Corca, che consiste nel detassare le vacanze degli italiani qual ora vengano fatte in Italia, in modo tale da investire i nostri soldi nei nostri territori. Questo potrebbe dare senza dubbio un respiro al settore turistico che ora come ora sta crollando.
Come mai Forte dei Marmi viene considerata una delle città più trendy della Toscana? Perché merita una visita una volta nella vita? Convinca un potenziale turista a scegliervi.
Forte dei Marmi ha una storia. Una storia fatta non solo di sabbia, mare e sole. È una storia di cultura nata da un gruppo di giovani artisti e letterati tedeschi, che hanno scoperto e vissuto questo territorio. A Forte dei Marmi abbiamo avuto Montale, Carla Fracci, e tante altre persone venute a cercare ispirazione in questo territorio.
Se dovessi dire a un cittadino italiano o straniero, perché dovrebbe visitare Forte dei Marmi, gli direi che è l’unico posto in cui puoi prendere la bicicletta, farti un giro e godere della bellezza della natura. È un posto che per chi ama la tranquillità è unico.
È un posto sicuramente raggiungibile, in un’ora e mezza di macchina sei da tutte le parti. È un luogo da visitare e tutto da scoprire.
Sindaco Bruno Murzi, tornerebbe in Africa o le piacerebbe offrire il proprio aiuto professionale in un’altra zona del mondo? Come mai?
Come medico ho lavorato dappertutto, in Yemen, in Eritrea, in Romania, in Egitto, a Tunisi, in tutti i paesi dell’ex Jugoslavia come la Serbia, la Bosnia, la Croazia, la Slovenia, l’Albania, ma anche a Montenegro, Kosovo.
Non c’è un posto in particolare in cui io mi senta meglio a fare il mio dovere e aiutare gli altri, certo l’Africa è un paese meraviglioso, tutto ancora da scoprire e le cui potenzialità sono enormi con una popolazione prettamente giovane. Ci vorrà tempo, ma è un territorio che avrà senza dubbio un futuro.