95 anni fa veniva pubblicato il capolavoro di Francis Scott Fitzgerald: Il Grande Gatsby. Per il Vintage Friday, ripercorriamo la storia di questo romanzo.
Era il 10 aprile del 1925 quando venne pubblicato per la prima volta Il Grande Gatsby, il romanzo di Francis Scott Fitzgerald, definito da T.S. Eliot come
“il primo passo in avanti fatto dalla narrativa americana dopo Henry James”.
La storia è ambientata nell’estate del 1922 a New York e Long Island e racconta la tragedia del mito americano in un’epoca in cui si respirava jazz a pieni polmoni.
La vicenda si apre a West Egg, una fittizia località di Long Island, dove si è da poco stabilito l’agente di borsa Nick Carraway, il narratore della storia. Vicino a lui, c’è la maestosa villa di Jay Gatsby, un personaggio eccentrico e misterioso, conosciuto soprattutto per le sfarzose feste che organizza nella sua tenuta.
La sua vita, così come la sua figura, è avvolta nel mistero: il suo nome è, in realtà, James Gatz ed è nato in una famiglia di umili contadini, nel North Dakota. Durante il servizio militare e prima di partire al fronte per la Prima guerra mondiale, conosce una donna di nome Daisy e se ne innamora follemente. I due si giurano amore eterno, ma l’uomo deve partire per la guerra e, nel mentre, Daisy sposa Tom Buchanan, un ricco e altezzoso giocatore di polo.
Dopo il ritorno di Gatsby dalla guerra, l’uomo ha un solo obiettivo: riconquistare la sua amata Daisy. Perciò Gatsby riesce ad arricchirsi col contrabbando illegale di alcolici e acquista un’enorme villa, proprio di fronte all’abitazione di Daisy e Tom, dove soggiornano durante l’estate. Le feste sfarzose e sfrenate sono il modo con cui Gatsby cerca di impressionare Daisy, per riportarla a sé.
Nick viene riceve un misterioso invito da Gatsby per una delle sue feste: prima di quell’invito, Nick non conosceva l’uomo, ma l’aveva notato sul molo, durante la notte, per scrutare l’orizzonte, insieme alla “luce verde”, un simbolo che rappresenta i sogni e le illusioni del protagonista.
Nick Carraway è un cugino alla lontana di Daisy e proprio grazie a lui, Gatsby cercherà informazioni e notizie sulla donna, per poter riaccendere il legame che si era instaurato fra i due anni prima. È molto difficile far desistere Gatsby da ciò che vuole, l’uomo è infatti ossessionato dalla possibilità di “ripetere il passato”, per potersi ricongiungere alla sua amata.
Da questo ritorno di fiamma tra Gatsby e Daisy si scatenerà una serie di eventi, che porterà al tragico epilogo.
Ciò che risalta in questo romanzo è la complessa psicologia dei personaggi: Nick è il narratore, ma anche una sorta di “Grillo parlante” di Gatsby, colui che ci racconta la vicenda come un testimone.
Gatsby è il protagonista, la storia ruota interamente intorno al suo personaggio. È un uomo che ha una tendenza a voler rivivere il passato, senza rendersi conto che, quando le cose cambiano, non c’è modo di riportare indietro le lancette dell’orologio. Quasi idealizza il suo amore per Daisy e fa di tutto per poterla avere con sé, ma non ci riesce. Questa sua tendenza a voler rivivere il passato è una metafora per rappresentare la disillusione e la rappresentazione di un sogno che si sgretola di fronte ai suoi occhi. Proprio attraverso di lui vediamo la morte del “sogno americano” e del fascino dei ruggenti anni Venti.
Per quanto riguarda Daisy, lei è l’emblema del peso delle convinzioni dell’epoca: sposarsi, avere un figlio ed essere ricchi. Si trova in trappola in un matrimonio con un uomo violento, ma, anche se ha la possibilità di scappare, non lo fa e rimane ancorata al suo rapporto, lasciando da solo Gatsby. Daisy è il risultato delle convinzioni dell’epoca, ma anche di una sorta di egoismo interiore, che la fa andare dove più le conviene. Daisy, infatti, è notoriamente conosciuta come uno dei personaggi più odiati della letteratura.
Il fascino de Il Grande Gatsby proviene anche dall’epoca in cui è ambientato: gli anni del jazz, del Proibizionismo, l’epoca affascinante dei “ruggenti anni Venti” fotografata da Fitzgerald in una sorta di disillusione della società americana dell’epoca.
Le tematiche, infatti, ruotano intorno alla completa disillusione per la società, ma anche la solitudine e l’incomunicabilità, tratti distintivi del personaggio di Gatsby.
De Il Grande Gatsby sono state fatte diverse trasposizioni cinematografiche, la più recente è quella del 2013, diretta da Baz Luhrmann con Leonardo DiCaprio nei panni di Gatsby. Come è nello stile di Luhrmann, il film è un’apoteosi di colori, luci e caos, con una colonna sonora moderna, che si oppone all’atmosfera d’epoca della storia.
Il Grande Gatsby rappresenta un simbolo della società americana degli anni Venti e si staglia come uno dei capolavori della letteratura americana di sempre.