E’ ormai ufficiale. Dopo Malta, la Germania diventa il secondo paese europeo a vietare le “terapie di conversione” o di “riorientamento sessuale” sui minori di 18 anni.
Il Bundestag tedesco ha approvato il progetto di legge, depositato lo scorso novembre, volto ad impedire sul territorio nazionale l’utilizzo di queste terapie.
La relazione a supporto del disegno di legge suggerisce che tale pratica, che è già vietata in diversi Stati del Mondo, possa condurre alla depressione e aumentare il rischio di suicido (si contano all’incirca 1000-2000 casi di cure ‘anti-omosex’ all’anno).
Ad annunciare questa notizia è stato lo stesso Ministro della Sanità tedesco – dichiaratamente omosessuale – Jens Spahn, il quale afferma che queste
“terapie di conversione omosessuale fanno ammalare le persone. Spahn ha affermato che nei prossimi giorni invierà un messaggio a “tutti coloro che lottano contro la loro omosessualità, per far passare il messaggio che ognuno va bene così com’è, indipendentemente dal sesso della persona che ama”.
Le terapie dovrebbero essere valide solo per gli adulti consenzienti, che possano accedervi al servizio liberamente e dimostrare di non essere stati costretti, ingannati o minacciati di farne parte coattivamente.
“Dobbiamo convincere i genitori ad accettare i loro figli così come sono e dobbiamo eliminare le preoccupazioni dei giovani per vergognarsi “, ha aggiunto Spahn.
Cosa sono queste “terapie di conversione”
Le “terapie di conversione”, sono procedimenti di cura, psicologica e non solo, che mirano a ridurre o eliminare l’attrazione verso persone dello stesso sesso, o a convincere che si è affetti da disforia di genere di appartenere al proprio corpo biologico. In alcuni casi estremi si possono attuare forme di ipnosi, scosse elettriche o percorsi di preghiera.
Queste sono forme di violenze al livello fisico e mentale, nei confronti di persone fragili, spesso spinte dalle loro famiglie a prendere parte di queste terapie pericolose perché non accettano l’orientamento del proprio figlio.
La Magnus Hirschfeld Foundation, un’organizzazione per i diritti umani con sede a Berlino, ogni anno sono circa mille le persone che si sottopongono alle terapie di conversione in Germania.
Great news from #Germany! 🏳️🌈🏳️🌈🏳️🌈#Standup4HumanRights https://t.co/9GxOAKoTzs
— UN Free & Equal (@free_equal) May 8, 2020
Le terapie di conversione nel resto del mondo
Secondo un recente rapporto della OutRight Action International sono circa 80 gli Stati del Mondo dove si fa ricorso alle terapie di conversione.
Sono pochissimi i paesi che hanno vietato questo tipo di terapia: Taiwan (2018), Malta (2015), Ecuador (2014), Samoa (2007), Argentina (2010) e Brasile. Altri divieti sono stato introdotti in alcuni Stati degli USA, come la California, l’Ontario, il Nevada, le Hawaii, in alcune zone del Canada.