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Amedeo Modigliani , il Pittore dell’introspezione

Amedeo Modigliani nacque il 12 luglio 1884 a Livorno da padre italiano e madre francese.
In principio la sua famiglia era benestante, poi arrivò il tracollo a causa del disastro economico legato all’attività del padre.

Le cronache riportano che la madre lo mise alla luce durante una visita degli esattori delle tasse in casa e, siccome era vietato portar via ciò che era sul letto di una partoriente, l’artista venne alla luce in mezzo a tantissime cose ammucchiate sul materasso.

Modigliani e l’incontro con l’arte

Modigliani si appassionò alla pittura fin da adolescente e nel 1898 iniziò a frequentare lo studio del pittore livornese Guglielmo Micheli.

Trasferitosi a Venezia per studiare all’Accademia di Belle Arti , conobbe da vicino l’Impressionismo francese.
Nel 1906 nonostante la sua salute cagionevole, decise di trasferirsi a Parigi nel  stabilendosi a Montmartre, e diventando uno dei membri più significativi dell’Ecole de Paris.

Fu in questo periodo che entrò in contatto con le più grandi personalità artistiche del tempo come Picasso, Toulouse-Lautrec, Renoir, Cézanne e Soutine.

La sua situazione economica era talmente precaria che spesso per pagarsi da bere disegnava piccoli ritratti a matita chiamati , appunto, “dessins à boire”. Questo fu il contesto perfetto per l’inizio dell’amicizia con il pittore Maurice Utrillo, con cui condivideva sia l’amore per l’arte che la dipendenza dall’alcool.

Entrò a far parte delle avanguardie e dei cosiddetti “artisti maledetti” ; il suo soprannome divenne Modì, dalle prime lettere del suo cognome ma la cui pronuncia somiglia alla parola francese maudit, cioè maledetto.

Scegliere una delle sue opere che lo racconti, è difficile ma probabilmente lo stile Modigliani, è catturato da “Il ritratto del protettore Paul Alexander” in cui sono riconoscibili tutte le caratteristiche dell’artista, dall’allungamento del volto, all’assimetria, alla vacuità degli occhi.

Le caratteristiche di Modigliani come artista

I ritratti dell’artista , sono caratterizzati dai grandi occhi vitrei,  a rappresentare l’introspezione dei suoi personaggi, che simboleggiano il “guardarsi dentro” e il  guardare il mondo, almeno secondo l’interpretazione ufficiale, ma secondo alcune voci, in realtà i grandi occhi dei dipinti di Modigliani, simboleggerebbero l’incapacità da parte dell’artista di disegnare gli occhi. Niente di introspettivo, solo un limite pratico che è diventato un marchio, ma sono solo voci non confermate.

Da sempre di salute cagionevole, cadrà spesso vittima di polmoniti, che lo costringeranno ad abbandonare sul nascere la scultura: le polveri che avrebbe respirato durante i lavori, sarebbero potute essere mortali.

Nonostante i problemi di salute, è riuscito a lasciarci qualche scultura Modigliani è riuscito a farla: il suo stile di scultore è  riconducibile soprattutto a figure di ispirazione africana, la cosiddetta “arte negra”. Il suo incontro con il mercante d’arte Paul Guillaume, gli fece conoscere artisti dell’epoca tra cui Picasso.

Abbandonata la scultura, e non avendo soldi per mantenersi,  inizierá  a guadagnarsi da vivere con i suoi ritratti. Molte delle persone protagoniste delle sue opere, hanno sostenuto che farsi dipingere da Modigliani era come farsi spogliare l’anima. Era famoso per finire i ritratti in un massimo di due sedute, e per non ritoccare mai i suoi ritratti.

Modigliani e l’amore per Jeanne Hebuterne

Nel 1917 l’artista conosce Jeanne Hebuterne, diciannovenne studentessa di belle arti. I due si innamorano follemente, e le rimase presto incinta. Il loro amore è folle e spesso contornato da utilizzo di assenzio e Ashish, cosa molto comune per gli artisti dell’epoca.

Grazie al ritratto di Jeanne, Modigliani  mostra un tratto più maturo: la bocca piccola, il viso e il collo allungato, e la caratteristica che lo renderà unico : gli occhi senza iridi.

Modigliani fa un autoritratto durante gli ultimi giorni di vita: le sue frequenti polmoniti, aggravate dall’utilizzo smodato di droga e alcol, sì trasformano in tubercolosi portandolo alla morte il 24 gennaio 1920. Il giorno successivo, la moglie Jeanne incinta di otto mesi, si getta dalla finestra ponendo fine alla sua vita e a quella del nascituro. La primogenita, di appena 20 mesi, verrà affidata alla madre di Modigliani che non ha mai lasciato Livorno.

Modigliani era considerato dai suoi colleghi un artista, un uomo che faceva sempre le cose in grande, compreso drogarsi e ubriacarsi. Tutti gli riconoscevano il suo talento unico nel fare ritratti, ma curiosamente ha sempre vissuto di stenti. Nonostante molti artisti dell’epoca avessero provato a vendere i suoi dipinti, non ricavarono poi che qualche vendita ai turisti.

La fortuna di Modigliani sarà postuma, i suo quadri verranno venduti per milioni di euro 90 anni dopo la sua morte.

Le teste di Modigliani

A cavallo fra anno 80 e 90, il mondo dell’arte fu sconvolto dal ritrovamento di 3 teste attribuite al periodo da scultore di Modigliani. Avevano tutte le caratteristiche che non lasciavano dubbi sull’attribuzione, finché non si scoprì che in realtà erano state fatte da tre livornesi che poi le avevano gettate nei fossi.

Il mondo dell’arte si è diviso, tra chi sosteneva che fossero Modigliani autentici e chi invece diceva fossero poco più che patacche. Gli autori delle sculture uscirono allo scoperto, fugando quasi ogni dubbio: molti esperti sostengono fossero delle vere e proprie sculture di Modigliani, e nonostante ci siano stati servizi dei telegiornali in cui si dimostrava come fossero state ricreare le sculture, i dubbi non sono mai stati totalmente fugati.

 

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