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Giro del mondo con Banksy: tra arte e cultura

La “donna triste” di Banksy ritrovata in Italia. Siamo a Teramo, piena campagna abruzzese, e la porta di un antico casolare finisce sulle copertine dei principali quotidiani, riaprendo una cicatrice profonda nel cuore di molti francesi; quella porta, infatti, non è una porta qualsiasi, ma quella del Bataclan, il teatro che nel 2015 è divenuto il simbolo di una scia di terrore che in quel periodo devastò la Francia, e nei mesi a venire altri Paesi europei, il cui ricordo vive nel disegno fatto da Banksy.

Questa è solo una delle tante opere di questo artista, considerato uno dei maggiori esponenti della street art (anche nota come post-graffiti e guerrilla art).

Banksy e la sua arte

«L’opera di Banksy in fondo a Park Street affascina molto mio figlio di cinque anni e ci passiamo davanti quando andiamo a scuola e al ritorno. Ha tante domande, soprattutto che iniziano con la parola ‘perché…?’ […] La mia opinione è che l’arte di strada ha la capacità di suscitare una reazione in tutti noi, indipendentemente dall’età.»

Banksy, artista il cui reale nome e l’identità restano ancora oggi un mistero , è divenuto famoso in tutto il mondo per i suoi disegni, impressi su tele di qualsiasi tipo o natura: da muri di quartieri abbandonati a porte di edifici, fino a ponti, in diverse città del mondo.

Dipinti, disegni che raccontano storie, ma che a volte, rappresentano spunti di riflessione su quello che accade nel mondo, una visione satirica di argomenti come la politica, la cultura e l’etica.

Dalle assurdità della società occidentale, alla manipolazione mediatica, passando per l’omologazione, le atrocità della guerra, l’inquinamento, lo sfruttamento minorile, la brutalità della repressione poliziesca, come dimostra l’ultimo suo murales, tributo a George Floyd, con il quale Banksy ha voluto fortemente denunciare la violenza della polizia contro le persone afro-discendenti.

 

Messaggi forti, veicolati attraverso un’ ampia gamma di figure; scimmie, topi (celebri ormai i suoi rats), poliziotti, ma anche bambini, gatti, persino membri della famiglia reale.

Banksy: il giro del mondo nelle sue opere più celebri

Parigi: la “donna in lutto” del Bataclan

In questo viaggio alla scoperta di Banksy, non si poteva non partire da qui, da questa porta  da poco ritrovata in Italia, dopo che nel 2019 era stata derubata da una banda di criminali: un furto che aveva sconvolto non solo lo staff del Bataclan, ma anche la comunità francese ed europea.

Una donna, simbolo di tutte le persone che la notte del 13 novembre persero la vita nel massacro ad opera dei terroristi dell’ISIS, che quella notte colpirono altri luoghi della capitale francese.

Un’opera, che Banksy ha lasciato non solo ai parigini, ma ai cittadini del mondo, che è stata considerata un simbolo di raccoglimento, per non dimenticare quelle 90 persone che nel Bataclan trovarono la morte.

Londra e Gaza : la “bambina col palloncino” che diede inizio a tutto

Una raffigurazione semplice, quella di una bambina con in mano un palloncino rosso che se lo fa scappare e volare nel cielo, ma che racchiude infiniti significati; tra i tanti Banksy ha voluto racchiudere in quest’opera, che si può dire lo consacrò al mondo, la speranza di un futuro migliore per il mondo e per tutti i suoi abitanti ,compresi quelle persone costantemente costrette a scappare dalla guerra.

Infatti,  de “la bambina col palloncino”, realizzata da Banksy nel 2002 a Londra (e auto distruttasi dopo che è stato battuto all’asta per oltre un milione di sterline) venne fatta dallo stesso artista una rivisitazione dell’opera per supportare la campagna a sostegno vittime del conflitto, modificando la bambina e dandole le sembianze una profuga di guerra.

New York: giustizia per Zehra Dogan

Tra le tematiche che stanno a cuore Banksy una è senza dubbio la manipolazione mediatica, e in particolare la non libertà di espressione in regimi come quello turco guidato da Erdogan, capace di mettere in prigione qualsiasi figura che osasse contraddirlo; tra le vittime, nel 2016, finì Zehra Dogan.

Artista e giornalista e fotografa l’ unica “colpa” di Zehra fu quella di denunciare, seppur con difficoltà, le condizioni di disagio e violenza perpetrata dal governo turco nella regione di Nusaybin, perlopiù abitata da Curdi. Una realtà“scomoda” che non doveva essere portata alla luce, e che nel luglio del 2016 le costò una condanna di tre anni (pena che venne ridotta in seguito a due anni e qualche mese).

Un arresto, quello di Zehra Dogan, che indegnò il mondo, e Banksy denunciò questa vessazione in un murales lungo 20 metri a New York,in piena Manhattan dedicato alla giornalista curda: una serie di linee nere oblique, che riproducono le sbarre di una cella, dietro le quali si vede il volto di Zehra.

Il bambino e la super-infermiera: il coraggio contro il Covid-19

Quante volte da bambini, soprattutto i maschietti, si sono divertiti a far volare in aria Batman o Superman, immaginandoli come eroi che salvano il mondo dai cattivi. Ma quest’anno non è stato e non sarà come tutti gli altri, in quanto a gennaio il mondo intero si è trovato a combattere contro il Covid-19, ed ecco che gli “eroi” per le persone sono divenuti tutti coloro che in prima fila hanno fronteggiato questo nemico invisibile, ma pericoloso: stiamo parlando di medici ed infermieri, come quella “super-infermiera” che il bambino va volare in aria fiero. Un messaggio di ringraziamento, quello racchiuso in questo murales, comparso in una sala vicina al pronto soccorso del General Hospital di Southampton.

L’arte che guardiamo è fatta da solo pochi eletti. Un piccolo gruppo crea, promuove, acquista, mostra e decide il successo dell’Arte. Solo poche centinaia di persone nel mondo hanno realmente voce in capitolo. Quando vai in una galleria d’arte sei semplicemente un turista che guarda la bacheca dei trofei di un ristretto numero di milionari. (Banksy)

 

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