Quando balliamo ci sentiamo liberi e leggeri, ma quanto è cambiata la danza nel corso degli anni? Per il Vintage Friday, ripercorriamo l’evoluzione del ballo nelle decadi.
Ballare ci viene naturale: quando siamo soli a casa e alziamo al massimo il volume della musica o nelle notti d’estate circondati da amici. Non importa se siamo coordinati o sembriamo dei pezzi di legno: ballare significa libertà.
Nel corso del tempo anche la danza si è evoluta molto, così come la musica: siamo passati da passi di danza precisi e coordinati a movimenti più sciolti e liberi.
Vediamo l’evoluzione della danza negli anni e quali eventi l’hanno caratterizzata maggiormente.
Anni Venti
Negli anni Venti ad impazzare sulle piste da ballo era il Charleston, uno stile di danza nato proprio in questi anni, in America, sulle note di un jazz veloce. Questo tipo di danza ha origine dalla canzone The Charleston di James P. Johnson e il suo nome proviene dall’omonima cittadina nel Sud Carolina.
Si trattava di un ballo scatenato, caratterizzato da movimenti molto veloci e non si basava su alcuno schema preciso. I movimenti del Charleston erano prevalentemente di gambe, gettandole all’esterno con le punte dei piedi rivolte all’interno, mantenendo le ginocchia unite.
Il Charleston rappresentò anche un punto d’inizio per l’indipendenza delle donne, soprattutto nell‘abbigliamento, composto da gonne corte e a frange per evidenziare il movimento delle gambe.
Anni Trenta
Negli anni Trenta a far da padrone era il Lindy Hop, un ballo swing afroamericano, nato ad Harlem, New York, tra gli anni Venti e gli anni Trenta.
Solitamente era uno stile che si balla in coppia, anche se erano presenti degli elementi da eseguire da soli. Era uno stile che riusciva ad adattarsi sia ai ritmi più lenti che a quelli più frenetici e alternava passi tecnici a passi più acrobatici. La caratteristica principale di questo stile era proprio la capacità di trasformare la musica in movimento per creare un ballo spontaneo e naturale.
Il Lindy Hop è stato molto più di un ballo, è stato un vero e proprio fenomeno sociale, con centinaia di ballerini che affollavano le ballroom americane, nelle quali si esibivano le grandi orchestre swing.
Anni Quaranta
Dopo un lungo periodo di jazz, ecco affacciarsi in questi anni un nuovo genere musicale: lo swing, che diede inizio alla Swing Era. In questo periodo fanno da padrone artisti come Duke Ellington e Benny Goodman. Da questo stile si svilupparono altri sottogeneri come il Boogie Woogie e lo Swing Crash.
Questo stile è caratterizzato da movimenti acrobatici e si ballava prevalentemente in coppia; lo swing riprende per alcune parti il Lindy Hop.
Lo swing è stato uno stile che ha caratterizzato gli anni Quaranta e intere generazioni.
Anni Cinquanta
Negli anni Cinquanta nasce uno dei balli che ancora oggi amiamo fare: il rock and roll, anche in versione acrobatica.
Si tratta di un genere nato a metà degli anni Cinquanta in America e riprende molti elementi del Lindy Hop e dal Boogie Woogie, seppur più coreografato.
La sua nascita è ovviamente legata a doppio filo all’omonimo genere musicale che divenne il più popolare in quel periodo. La musica ha più ritmica e sonorità e i ballerini si esibivano in balli scatenati, anche in posizioni verticali, con prese acrobatiche. Rispetto ai tempi precedenti, il rock n’roll ha una coreografia e c’è poca manovra per l’improvvisazione. Il passo base è il Kick Ball Challenge, ovvero un calcio deciso mentre il peso corporeo passa da una gamba all’altra.
Possiamo vedere una rappresentazione di questo stile anche nel cinema, come in Grease durante l’iconico ballo della scuola. Per non parlare di Elvis Presley e del suo “movimento di bacino”.
Anni Sessanta
Negli anni Sessanta, merito anche della musica, lo stile più in voga è il twist. All’epoca si diceva che ballare il twist “è come spegnere una sigaretta con i piedi e strofinare un’estremità con un asciugamano”, data la torsione del ginocchio nel passo base. Il nome di questo ballo prende ispirazione dalla canzone The Twist di Hank Ballard del 1958.
Questo stile di ballo proviene dal rock n’roll e la caratteristica principale è proprio il “torcersi” e il “dimenarsi”.
Negli Stati Uniti si ballava spesso il twist sulle canzoni dei The Beatles, come Please please me o Twist and shout. Mentre in Italia il twist prese piede con le canzoni di Mina, come Tintarella di luna e Una zebra a pois oppure di Edoardo Vianello con Guarda come dondolo.
Non solo, in questi anni è molto famoso anche un altro genere di ballo, il The Mashed Potato, che consisteva nell’aprire e chiudere i talloni.
Anni Settanta
Alzi la mano chi non si è immaginato almeno una volta con l’iconico completo di Tony Manero a ballare la disco sulla pista di una discoteca.
I Bee Gees, Gloria Gaynor, gli ABBA e Donna Summer: tutti artisti che hanno dominato le classifiche negli anni Settanta, portando la loro musica anche nelle discoteche.
Nasce proprio in questi anni la disco music, genere nato dal funk, il soul, la musica latina e la musica psichedelica. La musica disco degli anni Settanta fu anche una reazione contro il dominio del rock fino a quel periodo, una sorta di controcultura.
Movimenti conturbanti di bacino e braccia al cielo: si balla la disco music.
Anni Ottanta
Se pensiamo al ballo e agli anni Ottanta, solo un nome ci balza in mente: Michael Jackson. Il cantante che ha segnato la storia della musica mondiale era anche un ottimo ballerino, basti pensare al suo intramontabile Moonwalk. Le sue canzoni popolavano le discoteche e le sale da ballo, grazie anche al canale MTV che trasmetteva a rotazione i suoi video. Tutti i figli degli anni Ottanta conoscevano la coreografia di Thriller, il videoclip dei record.
In linea di massima, negli anni Ottanta si sviluppò uno stile di danza più libero (proprio in questi anni nacque la danza moderna) e molti si ispiravano al cinema e alla musica, come Dirty Dancing e Footlose.
Anni Novanta
Gli anni Novanta non sono stati caratterizzati solamente dalle boy band e dall’hip-hop, ma soprattutto da uno stile di danza contemporanea chiamato Vogueing.
Questo stile nasce nei locali gay americani, frequentati da latinoamericani e da afroamericani già negli anni Sessanta e veniva chiamato originariamente “presentazione” e più tardi “performance”.
Ma è negli anni Novanta che il vogueing prende piede grazie a Malcolm McLaren e, soprattutto, Madonna con la canzone Vogue.
Questo stile di danza consiste nell’imitare con gesti angolari e fluidi le pose plastiche dei modelli nelle sfilate, simboleggiate nelle copertine della rivista di moda più famosa al mondo, Vogue.
Abbiamo visto recentemente la nascita di questo stile nella serie Pose di Ryan Murphy.
Anni Duemila
Negli anni Duemila la danza acquisisce nuove sfaccettature e se, da una parte, vediamo l’hip-hop galoppante con pezzi come Crank That di Soulja Boy (ricordate che tormentone fosse in quegli anni?) dall’altra si fa ancora più avanti il pop.
In questi anni a farla da padrone è Beyoncé col suo Single Ladies, grazie all’iconico videoclip in cui la cantante balla con altre due ballerine una coreografia che è diventata ormai iconica in tutto il mondo.
“All the single ladies”.
La danza è cambiata molto negli anni, è cambiata nell’approccio e nelle influenze da cui prendere ispirazione. Ma una cosa è sicura: ora abbiamo voglia di ballare.