La morte di Carlos Ruiz Zafon (Barcellona, 25 settembre 1964 – Los Angeles, 19 giugno 2020) ha sconvolto il mondo della letteratura. Lo scrittore spagnolo si è spento a 55 anni dopo una lunga lotta contro un tumore. Ci lascia in eredità una delle collane di libri più significative del XXI secolo.
Carlos Ruiz Zafón: Maestro di uno sale che ha fatto scuola nel nuovo millennio
Il suo esordio nel mondo della letteratura avvenne nel 1993 con “Il principe della Nebbia”, ma è solo con “Marina” (1999) che si iniziano ad intravedere i primi spazi del successo globale che lo avrebbe accompagnato nel nuovo millennio. Lo stile di Zafón è influenzato dal mondo della pubblicità, universo a cui il romanziere è appartenuto nei primi anni della sua carriera.
Le immagini raccontate nei suoi tomi hanno un forte impatto audio-visuale e permettono, al lettore, di immaginare i luoghi descritti dal Maestro. La Barcellona di Zafon, per i millennials, rappresenta un po’ la Dublino di James Joyce: hai l’impressione di conoscerla anche se non l’hai visitata.
L’estetica gotica della narrazione, inoltre, si sposa perfettamente con il contesto in cui si svolgono le trame. La capitale catalana viene spesso descritta nei primi anni del franchismo, in un contesto di guerra civile e totalitarismo che rende gli antagonisti, spesso figure istituzionali, cupi e inquietanti. Il registro linguistico magistrale utilizzato dal Maestro collima in una sapiente alchimia di descrizioni, dialoghi e azioni.
“L’Ombra del Vento” e la “Tetralogia del Cimitero dei Libri dimenticati”: gli ingredienti del successo
“L’Ombra del Vento”, edito in Italia con Mondadori nel 2001, è senza ombra di dubbio il libro più popolare dell’autore spagnolo. In vent’anni, questo best seller ha venduto circa 15 milioni di copie nel mondo. Il libro è schizzato fin da subito in cima alle classifiche dei best seller europei, dando vita a quella che oggi è conosciuta come la tetralogia del “Cimitero dei libri dimenticati”. Quattro romanzi, connessi tra loro, che si uniscono lungo una trama lunga quasi quarant’anni, e che vanno dai primi anni ’20 del ‘900 e si chiude con l’ultima, ennesima, visita alla libreria più misteriosa di Barcellona.
Zafon ha sempre descritto la propria opera come un percorso non lineare: un labirinto a più porte, in cui ogni libro rappresenta una storia che si incastra perfettamente con le altre. I vari protagonisti, da Daniel Sempere a David Martin, sono entrati di prepotenza nel cuore dei lettori, trascinandoli in un mondo crudele, gotico e avvolto dal mistero.
Innovare la tradizione: Carlos Ruiz Zafón ha modernizzato espedienti narrativi vecchi secoli
La potenza narrativa di Carlos Ruiz Zafón ha avuto un grande impatto nel mondo della narrativa contemporanea. Le sue opere hanno dato vita ad un sottogenere, fatto di autori che venerano i libri e che pongono questo oggetto al centro delle proprie trame. L’espediente del libro ritrovato è un escamotage vecchio di secoli e che gli studenti italiani imparano a conoscere per la prima volta con Manzoni. Lo spagnolo è riuscito, però, ha dare alla propria opera tutti i crismi richiesti dalla società contemporanea, dando nuova linfa a un casus che pareva esaurito.
I protagonisti della tetralogia si ritrovano a dover affrontare dei drammi interiori che li spingono a superare i propri limiti. Lo scontro con il nostro ego è un altro dei cardini della raccolta e Carlos Ruiz Zafón è stato abilissimo nel creare dei flussi di coscienza coinvolgenti e densi di significato. Ancora una volta ritorna il parallelismo tra Zafón e Joyce, ma lo spagnolo è riuscito a distinguersi grazie a un maggior coinvolgimento dei personaggi secondari nella crescita dei protagonisti. In fondo, nessun uomo è un isola.
L’ultimo messaggio del Maestro è una dichiarazione d’amore per i libri
La morte di Carlos Ruiz Zafón lascia un vuoto incolmabile nel mondo della letteratura contemporanea. La sua pagina twitter ha accompagnato la notizia del trapasso del Maestro spagnolo con una delle citazioni più popolari del suo best seller.
“Ogni libro possiede un’anima. L’anima di chi lo ha scritto e di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso”.
Nessuna citazione avrebbe potuto riassumere meglio la sua passione per la letteratura e l’amore incondizionato per il suo lavoro.
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