Abbiamo avuto, nel corso dell’ultimo secolo, trend così iconici che sono tutt’oggi una grandissima fonte di ispirazione per gli stilisti, tali da influenzare tutte le passerelle, dall’haute couture al prêt-à–porter.
Ebbene, numerose sono le fashion victim convinte che la moda passata, soprattutto quella del secolo scorso, sia sempre chic, romantica, energizzante al punto di dover essere riproposta, tutta, all’occorrenza.
Complici di questa nostalgie du passé, anche i telefilm con cui siamo cresciute.
Prendiamo “Sex and the City“, ad esempio: abbiamo amato Carrie Bradshaw, icona di stile e fonte di ispirazione per tutte noi giovani ed inesperte modaiole. Ma diciamolo: a lei starebbe bene tutto, non vale!
E, in ogni caso, persino la nostra Carrie ad un certo punto si rende conto che certe tendenze del passato sarebbe opportuno lasciarsele alle spalle: in una scena tratta da uno dei film, infatti,”sfila” per le amiche indossando i suoi abiti più iconici (sigh, troppi ricordi!), accuratamente selezionati dagli anni ’60 ai nostri giorni e tutti gelosamente conservati.
Salvando la pace di pochi capi davvero meravigliosi, riesce, con qualche rimpianto e generose dosi di Champagne, a buttar via tutto il resto.
Insomma, prendiamo esempio, no?
Perché, nostalgia a parte, vintage non è sempre sinonimo di bello!
Ci sono state alcune tendenze che, è bene dirlo, sarebbe stato molto più saggio evitare.
Parliamo di certi capi scomodi, poco pratici, a volte persino dannosi e, per dirla tutta, spesso anche decisamente brutti: dai corsetti mozzafiato (letteralmente) alle spalline anni ’80, dagli scaldamuscoli alle calze con le stampe, passando per le orrende ciabatte faux fur, gettonatissimo trend del duemila: drammatiche scelte di stile che hanno influenzato (ahimé) intere generazioni.
Trend passati (per fortuna!), certo, ma si sa: nella moda tutto torna.
Alcuni trend degli anni ’00 sono già stati riproposti nelle sfilate degli ultimi anni, vedi le tute in ciniglia (con tanto di scritta sul lato b, magari), i bijoux con le conchiglie che neppure al Coachella sarebbero tollerati o le ciabatte in gomma con maxi zeppa (Balenciaga, ti preghiamo: basta).
Ci auguriamo siano soltanto incidenti di percorso, piccole sviste, insomma.
Ma per il momento, vediamo insieme quali sono le 10 tendenze più brutte dell’ultimo secolo!
1. Il corsetto
“Se bella vuoi apparire un po’ devi soffrire” recita un detto, ma qui si va ben oltre: in voga a partire dagli inizi del Novecento, e troppo spesso riproposto in passerella dai più svariati brand, il corsetto occupa senza dubbio il primo posto tra i trend peggiori del secolo scorso.
Scomodo oltre ogni dire, decisamente doloroso, per indossarlo veniva impiegata una ridicola quantità di tempo…e di sforzi. Tra i problemi di salute causati dal suo uso frequente, ricordiamo: difficoltà respiratorie, costole incrinate ed organi interni danneggiati.
Tutto per conquistare l’invidiabile “vitino da vespa”.
Per fortuna sono arrivati Poul Poiret e Coco Chanel a liberarci da quella schiavitù: rendiamo grazie!
2. La hobble skirt
Approdiamo nel 1910 con questo nuovo orrore/errore di stile: la gonna a sirena.
La hobble skirt è la gonna più scomoda mai creata in tutto l’universo: aderente, lunga fino alle caviglie, sempre più stretta verso l’orlo. Chic ed elegante all’apparenza, camminarci è davvero complicato: movimenti limitati e rischio inciampo alle stelle, senza contare che, a meno di non avere gambe lunghe due metri e curve mozzafiato, questo tipo di gonna non sta bene davvero a nessuna.
Altro capo già avvistato in alcune sfilate, sebbene in forma più “easy”, come nella proposta di Alberta Ferretti per la primavera 2009. Potevamo farne a meno nel 1910, possiamo senz’altro anche oggi.
3. L’abito da bagno ed i cappelli “a cuffietta”
Il titolo non ha bisogno di spiegazioni, vero?
Cosa ha spinto le donne degli anni ’20 ad indossare questi abiti/costumi in taffetà con volant annessi, non lo capirò mai. Possiamo immaginare tuttavia quanto fosse semplice nuotare così conciate.
Ma al peggio non c’è mai fine: a completare l’outfit, infatti, ecco spuntare l’immancabile cuffietta.
Una sorta di scodella rovesciata sulla testa, spesso anch’essa arricchita con simpatici volant, che incorniciava il viso delle sventurate donzelle conferendogli una forma piuttosto tondeggiante, più adatto ad un bebè in fasce che ad una donna, non trovate?
4. La stola in pelliccia
All’epoca emblema di lusso estremo, questo macabro trend in voga soprattutto negli anni Trenta e Quaranta, consisteva nel camminare, letteralmente, con un animale morto sulle spalle.
Linci, visoni, volpi, ermellini, castori e persino cigni: qualsiasi animale poteva essere orgogliosamente sfoggiato sul capospalla.
Un trend da dimenticare, insomma.
Pensiero condiviso non soltanto dai più fervidi animalisti: sarebbe stato orribile anche con una faux fur.
5. Lo Zoot suit
Gli orrori della moda, nel corso dei decenni, non hanno risparmiato neppure gli uomini: ne è un classico esempio lo stile Zoot suit, tanto in voga negli anni Quaranta nelle comunità afroamericane, chicane ed italoamericane.
Come dimenticare quelle spalle esagerate, la vita altissima e stretta, i pantaloni larghi e stretti alla caviglia…il tutto correlato da un cappello borsalino a pendant con il vestito (che di solito era in tessuto check con colori sgargianti), decorato occasionalmente con un lungo piumaggio, e da scarpe in stile francese.
E’ stato già riproposto dal brand Balenciaga nel 2016, e ci auguriamo vivamente non accada più.
Certo, lo Zoot suit sarà stato anche un simbolo di affermazione identitaria per alcune minoranze etniche in America, ma resta, ahimè, esteticamente davvero, davvero brutto.
6. “Bullet bra”: il reggiseno a cono
Siamo arrivati ai favolosi anni Cinquanta, la decade che ha introdotto lo stile pin-up, amatissimo ancora oggi.
Tuttavia, è qui che incontriamo per la prima volta anche il bullet bra, l’indimenticabile reggiseno a forma di cono.
Diventerà poi un capo leggendario grazie alla partership Madonna/Jean Paul Gaultier, ed ogni ragazza sognerà di possederne uno.
Oggi invece farebbe accapponare la pelle, come minimo.
7. La moda “dal futuro”
Negli anni ’60 la moda guardava finalmente al futuro…ma, sfortunatamente, non nel modo che immaginiamo.
Set e costumi degni dei peggiori film trash di fantascienza, outfit total silver (Pierre Cardin docet), abiti in plastica e vinile, stivali lucidi fino al ginocchio ed accessori con geometrie improponibili.
Insomma, anche meno.
8. Le jumpsuit da uomo
Ammettiamolo: le tute non sono per tutti, neppure al giorno d’oggi. Se poi pensiamo alle jumpsuit “matchy-matchy” degli anni Settanta, con i pantaloni a zampa d’elefante… è decisamente un NO.
La versione maschile poi, era davvero improponibile: osservare per credere.
9. Le t-shirt sulle magliette e gli occhiali da sole con le lenti colorate 90
Giusto se sei Rachel Green di Friends puoi starci bene, e forse nemmeno. Eppure la sovrapposizione della t-shirt a maniche corte sulla maglia a maniche lunghe, era un vero (ed assolutamente incomprensibile) must have nei Nineties.
E non dimentichiamo i popolarissimi occhiali con lenti piccole e colorate introdotte dalla cantante Anastacia all’inizio degli anni Novanta (e riproposte recentemente nientemeno che dalla Ferragni: Chiara, per carità, anche no).
Li avevate anche voi, ammettetelo.
10. I jeans a vita bassa
Concludiamo questa terribile rassegna con i temutissimi jeans a vita bassa: popolari negli anni ’00, la gamba simil tronco d’albero che accorcia di netto la figura, abbinati di solito con maglie attillate o crop-top…stavano male davvero a tutte. Anche a Britney Spears, si.
Perfetti per mostrare mutande e perizoma, però.
Fonte: Wikipedia, Vanity Fair