Tamara de Lempicka, nome d’arte di Rosalia Gurwik-Gorska, fu famosa ai suoi tempi più per la sua mondanità che per la sua pittura. Sulla sua nascita c’è un piccolo mistero: lei sostiene di essere nata a Varsavia nel 1902, ma. Gli atti ufficiali dicono Mosca 1898.
All’età di 13 anni durante un viaggio in Italia insieme alla nonna ,scopre la sua passione per l’arte. Nel 1914, contrariamente a quanto voluto dai genitori ,decide di interrompere gli studi e si trasferisce a San Pietroburgo, presso una zia.
Qui conobbe e sposò a soli 18 anni l’avvocato Tadeusz Lempicka, nel 1916, poco prima dello scoppio della rivoluzione russa.
Dopo varie vicissitudini legate all’arresto del marito , militante delle fila controrivoluzionarie, si trasferiscono a Copenaghen, e successivamente a Parigi.
L’inizio del percorso artistico di Tamara de Lempicka
Nel 1920, Tamara de Lempicka, dopo la nascita della figlia Kizette, inizia a frequentare l’Académie de la Grande Chaumière dando inizio così, al suo percorso pittorico. Alla pittrice piacciono i locali per sole donne, e le piace anche indossare abiti maschili.
La prima mostra e i problemi coniugali di Tamara
Espone al Salon des Indépendants e al Salon d’Automne (qui fu la la sua prima mostra nel 1922) e si comincia a parlare di lei, ma come uomo: Tamara firma le prime opere Lempitzki.
L’uso eccessivo di cocaina e i rientri a tarda notte o direttamente di mattina, non aiutavano la vita coniugale. Nel 1925 Tamara de Lempicka parte con la madre e la figlia per l’Italia, dove a Milano conosce il conte Emanuele Castelbarco, titolare della galleria d’arte Bottega di poesia, in cui di lì a poco venne organizzata la sua prima mostra personale.
Trenta dipinti e otto disegni, e la conoscenza con il Vate, Gabriele D’Annunzio, non più giovane, che con la scusa di voler essere ritratto da lei, provò in ogni modo a conquistarla, senza mai riuscirci.
Una nuova vita in cui si mette al centro
Dopo aver divorziato sposerà il barone Kuffner. La pittrice amò molto ritrarre se stessa, come nel celebre “Autoritratto” del 1925 in cui si rappresentò, bella, seducente, ricca e annoiata, a bordo di una lussuosa Bugatti verde, in perfetto stile anni Venti.
La baronessa pittrice, “donna d’oro” come amavano definirla all’epoca, fu grandemente apprezzata negli ambienti artistici di Parigi e nei salotti mondani. Anche il rapporto della pittrice con le donne contribuì a disegnare il suo personaggio decisamente fuori dalle righe: bisessuale, Tamara de Lempicka ebbe numerose amanti che furono anche sue modelle predilette.
Il sogno americano e il ritorno in Europa di Tamara de Lempicka
Nel 1939 con il marito si trasferisce a New York, dove organizza una mostra personale alla galleria di Paul Reinhardt e in seguito allestirà mostre ancora a New York, Los Angeles e San Francisco.
Nel 1957 , dopo un periodo si silenzio artistico ,presenta le sue nuove opere a Roma alla Galleria Sagittarius.
Questo periodo creativo dell’artista è caratterizzato da una serie di composizioni astratte, che però non incontrano il consenso della critica, prova ne sia che la mostra, allestita nel 1962, alla Galleria Jolas di New York fu un fallimento.
Nel 1969 una volta rientrata a Parigi , riprende a dipingere, e nel 1972 Tamara de Lempicka torna al successo grazie ad una mostra antologica, organizzata presso la Galerie du Luxembourg
Due anni prima della sua morte avvenuta in il 18 marzo 1980 in Messico , il New York Times , la definì , “Una Dea dagli occhi d’acciaio, vera e propria icona “pop” della sua epoca.
Le opere di Tamara de Lempicka con i suoi colori crudi e freddi che ricordavano i manifesti, sono sempre apparsi affascinanti e glamour per i soggetti ritratti, e le sue opere, considerate come una delle espressioni più eccentriche dell’Art Déco, hanno sempre affascinato il pubblico, soprattutto quello delle pop star e dei divi di Hollywood.
Per capire chi fosse Tamara de Lempicka, lasciamo ciò che pensó quando si trovò di fronte Gabriele D’Annunzio:
“Ero una donna bella e giovane e davanti a me avevo un vecchio nano in divisa”: