Tormentoni estivi, perchè li impariamo a memoria anche se non ci piacciono?
Ogni estate ha la sua colonna sonora, e purtroppo da qualche anno a questa parte, la musica estiva che accompagna la bella stagione lascia a desiderare. O in ogni caso, si tratta di brani che come meteore sono destinati a scomparire. Non esistono più i tormentoni estivi di una volta, che se ascoltati oggi, ci fanno commuovere ripensando alla nostra adolescenza. Adesso abbiamo soltanto brani che entrano in testa, li impariamo a memoria per un lasso di tempo limitato, e li dimentichiamo, per poi risentirli qualche anno dopo ed esclamare “Ah si! carina quella canzone”.
Eppure, nel breve lasso di tempo in cui i tormentoni estivi popolano le radio e accompagnano le nostre giornate, non possiamo fare a meno di amarli ed odiarli. Cosa scatena questo odi et amo?
Quando esce una nuova canzone, soprattutto se si tratta del singolo del nostro artista preferito, veniamo pervasi dalla voglia di conoscere testo e musicalità, per confrontare il brano con gli altri pezzi dell’autore, per capire cosa voglia comunicarci, per vedere se riusciamo a sentircelo addosso. Desideriamo successivamente condividerla con gli altri, ascoltare i loro pareri, trovare una connessione.
Questa connessione in estate è nettamente più forte, perchè in estate siamo diversi. Abbiamo voglia di viaggiare, fare nuove conoscenze, rilassarci e ascoltare buona musica. ma va a finire sempre allo stesso modo: ci si riunisce nel solito posto e si commentano o si ballano i nuovi tormentoni estivi.
Se in un primo momento si vedranno due fazioni (coloro che a primo ascolto già hanno trovato il loro tormentone estivo preferito e coloro che non si “abbassano” a questo livello musicale) arriverà un momento in cui, inevitabilmente le parole di quella canzone ti saranno entrate in testa. Questo accade perchè la musica è un fenomeno che intrinsecamente condividiamo con gli altri, di conseguenza quando ci ritroviamo ad ascoltare un brano che non ci ha colpito a primo impatto, per il legame che esso ha con il contesto sociale in cui ci troviamo in quel momento, finisce per entrare nel nostro cervello. In poche parole, finiamo per ballare e cantare sulle note di quel tormentone estivo, senza poterci fare nulla.
Sicuramente avrete notato che non si parla quasi mai di tormentoni invernali, autunnali, ma soltanto di tormentoni estivi. L’estate infatti è la stagione della positività, il periodo in cui generalmente mettiamo in pausa l’anno appena trascorso, cerchiamo relax prima dell’arrivo di Settembre. Anche se si tratta di meteore, canzonette, il nostro cervello riesce a memorizzarle grazie ad una combinazione di tre fattori, ed ecco che aver imparato testo e ritmo ci porta una dose di felicità.
Di che fattori stiamo parlando? semplice. Pochi accordi, un ritmo incalzante e “ballabile” ed un ritornello che si ripete più volte. Il nostro cervello memorizza questo schema e ci facilita il riconoscere la canzone, provocandoci soddisfazione per la missione compiuta, con tanto di rilascio di dopamina (ormone della felicità).
Prendiamo ad esempio i tormentoni estivi del 2020. Chi è che non ha già memorizzato il testo di Karaoke o imparato il balletto di Non mi basta più, cercando di cantare allo stesso momento della Ferragni “Questo è il pezzo mio preferito?”. Ormai poi, con la presenza dei social network, e in particolare delle stories di instagram, è quasi impossibile non farsi travolgere dai tormentoni estivi, che ovviamente, passano continuamente anche in radio ad ogni tot ora.
Se da un lato è facile memorizzare i tormentoni estivi, dall’altro iniziamo anche ad odiarli. Perchè succede?
Il nostro cervello dopo un pò si abitua alla musica e semplicemente si annoia, portando ad una sensazione di distaccamento. Automaticamente, si inizia ad imprecare ogni volta che quel medesimo brano passa in radio, oppure pazientemente si attende la fine della canzone.
Lo svantaggio di questa continua ripetizione dei tormentoni estivi riguarda però anche i brani in sè. Se infatti li immagazziniamo come un mix di melodia piacevole ma non ci concentriamo sul testo, perdiamo il significato che gli autori hanno voluto comunicare. Ecco perchè, se un tormentone estivo ci è piaciuto ma ascoltarlo troppe volte ci ha portato ad odiarlo, dovremmo metterlo da parte, ed sentirlo dopo diverso tempo.
Questo succede anche con la musica natalizia. Le canzoni sono sempre le stesse da anni, eppure ascoltarle per un periodo limitato non ci porta ad odiarle, bensì ad aprire un cassetto di ricordi e nostalgia. Anche se puntualmente si finisce per prendere in giro Michael Bublè. Si dovrebbe fare lo stesso con i brani estivi. Riascoltarli dopo del tempo, può permetterci di riportare a galla dei ricordi di quel periodo, e non farci odiare completamente quel tormentone estivo.
E voi, avete già scelto quale tormentone estivo 2020 amare ed odiare? Fatecelo sapere con un commento!
Fonte: lo psicologo del rock.