Quando parliamo di Mario Schifano, dobbiamo pensare ad un artista che ha prodotto per circa 40 anni una quantità incredibile di opere.
Rapido, violento nelle sue pennellate, senza regole, era alla caccia di immagini senza una vera soluzione di continuità, trasportava sulla tela la vita privata; le oniriche presenze intrappolate nella televisione, seguiva i suoi paesaggi mentali mischiati tra la realtà il il mondo onirico.
Arte e vita, ,per l’artista ,si sono intrecciate da sempre. Mario Schifano è stato tra i primi a sperimentare e amalgamare pittura e musica, cinema, video, fotografia, con attenzione alla multimedialità, multimedialità che lo ha accompagnato durante i suoi ultimi anni di vita, perché Schifano è stato un artista figlio del suo tempo, e la sua curiosità artistica mutava con il trascorrere degli anni.
Gli anni 60 tra Roma e New York
Negli anni Sessanta, Mario Schifano, ventenne, era già molto apprezzato e seguito dalle più note gallerie di arte contemporanea tra Roma e New York.
Queste due città erano l’avanguardia culturale in grado di dare linfa vitale al sangue della dolce vita si, ma misto a quello della vita bohémienne.
Nel 1962 Schifano a New York frequenta Andy Warhol ed espone con Rauschenberg, Jones e gli altri del New Realism show.
Questi sono gli anni in cui crea i suoi monocromi.
La vita di Mario Schifano
Schifano era un artista che, a differenza di altri, non scindeva fra vita privata e arte. Ciò che viveva, ciò che sentiva, veniva inevitabilmente riprodotto sulla tela che aveva di fronte.
La sua carriera è talmente intensa e lunga, che potremmo continuare per giorni a raccontare le sue opere, ma proprio perché per lui erano parte di sé, vi raccontiamo qualcosa della sua vita privata.
D’altronde ogni artista , per essere compreso, e non è sempre facile farlo, va conosciuto e non solo attraverso le sue opere.
Chi era Mario Schifano
Nasce a Homs (Libia), il 20 settembre 1934.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale la sua famiglia si trasferisce a Roma, dove, Mario abbandona ben presto la scuola ed
inizia a lavorare dapprima come commesso in un negozio per poi ,in seguito, collaborare con il padre, archeologo restauratore al Museo Etrusco di Villa Giulia.
Ma il richiamo dell’arte è troppo forte, e questa strada non è la sua, così inizia a dipingere. Le sue prime opere coinvolgono tele ad alto spessore materico che permettono all’artista di creare solchi che interrompono i colori creando qualche sgocciolatura.
É con questo stile che inaugura la sua prima personale nel 1959 alla Galleria Appia Antica di Roma. Per adesso ci fermiamo qui, e lasciamo ai lettori la voglia di scoprire questo poliedrico artista, morto a Roma il 26 gennaio 1998, che tanto ha dato al mondo dell’arte.
Una nota personale
Permettetemi di condividere con voi un aneddoto che mi lega, anche se indirettamente, a Schifano.
Ricordo una sua opera il Volto di Leonardo da Vinci, che ebbi la fortuna di poter vedere a distanza di 10 cm, in casa di un mercante d’arte, nel 1997: rimanevo ad ammirarlo ogni volta che venivo invitato in quella casa.
Aveva una sorta di magnetismo, e non so spiegarne il motivo, considerato che forse, era una delle opere di Schifano meno concettuali e più realistiche realizzate, e non posso dimenticare , alla notizia della dipartita dell’artista, le parole del padrone di casa: ” oggi abbiamo raddoppiato il valore di questa opera, domani la vendiamo “, purtroppo anche questo fa parte del Favoloso Universo dell’Arte.