Negli ultimi anni si è assistito ad una vera e propria unione vincente tra arte e moda. È come se finalmente si fossero incontrati e riconosciuti come simili. Come parte dello stesso universo.
Non più due rette che si muovono parallelamente, ma un’unica e armoniosa espressione creativa fatta di geni che hanno magistralmente creato nuove alchimie.
In effetti, basti pensare a campi come la musica, l’architettura ed il design che sono stati in grado di contaminare la moda in tutte le sue forme, trasformando un settore spesso considerato come isolato, come vera e propria arte.
La moda, quindi, rispecchia appieno ciò che l’arte mostra con estrema semplicità: la creazione di un prodotto finito che possa rappresentare il sogno diventato realtà, ponendosi ad un livello intermedio tra il desiderio e ciò che si può realmente toccare con mano.
Colori, forme, linee. Sono tutti concetti che derivano da ricerche in campo artistico e che nascono da un’ispirazione.
La vera relazione tra arte e moda
Il lavoro creativo delle case di moda è quello di sperimentare, proprio come avviene nel mondo dell’arte. Questa è la prima, evidente, prova dell’indissolubile legame tra i due settori.
Questo, grazie a Gianni Versace, è divenuto tangibile. Era proprio lui che, negli anni ‘90, ispirandosi agli artisti contemporanei, disegnava strepitosi abiti.
Dall’altra parte, è stata proprio l’arte a far nascere un vero e proprio fenomeno, basandosi sul consumismo della contemporaneità. Estetica, conoscenza del mondo editoriale e studio sui desideri della società, hanno reso Andy Warhol uno dei più influenti artisti del novecento.
Una rivoluzione così forte da averlo reso il padre di uno stile di vita che ha aperto le porte della moda verso look stravaganti e dal sapore moderno.
Basti pensare a “Souper Dress”, il tubino svasato in carta, cellulosa e cotone che riportava in sequenza serigrafica l’iconica “Campbell Soup” e realizzato proprio dall’azienda.
“No cleaning-no washing” erano le indicazioni riportate sull’etichetta originale. Un abito non certo convenzionale, che potrebbe essere considerato uno dei capisaldi della fruttuosa collaborazione tra industria, arte e moda.
Un salto indietro: la relazione tra arte e moda esiste da una vita
Andy Warhol rappresenta la moda originale, estroversa. É però la collaborazione tra Elsa Schiapparelli e Salvator Dalì a far partire questo motore. I due, infatti, legati da una solida amicizia e dal forte senso estetico, sono stati in grado di influenzarsi reciprocamente.
Proprio questa unione ha fatto nascere il cappello a forma di scarpa, i guanti con le unghie finte applicate e l’abito scheletro, in grado, ancora oggi, di ispirare le creazioni.
Un esempio è la sfilata di Raffaella Curiel, che ha deciso di riproporre nella sua Haute couture i celebri guanti in onore all’artista.
Cosa dire degli anni ‘60 che riescono a tornare in voga di collezione in collezione, in minima o in larga parte?
Forse il merito è di Yves Saint Laurent che, in quell’epoca, celebró gli abiti con linee semplici e trapezoidali, frutto dell’ispirazione di Mondrian.
I giorni nostri: arte e moda, un’intesa vincente
Il 2020 è l’anno del trentesimo anniversario della morte di Keith Haring, il genio americano considerato uno dei più influenti protagonisti dell’arte pop degli anni ‘80.
La sua forza simbolica ha sempre affascinato, tanto da aver collezionato collaborazioni eccellenti, da Andy Warhol a Vivienne Westwood, creando un mix tra eleganza ed energia simbolo della Grande Mela di trent’anni fa.
La sua versatilità creativa e la sua firma artistica, in grado di creare un linguaggio universale, ha p
ermesso a brand di Moda di realizzare meravigliose collezioni apertamente ispirate a lui.
Nel 2013, ad esempio, la Reebook ha dato il via, lanciando “Reebook X Haring”, in cui le sneaker più apprezzate hanno assunto forme e note colorate appartenenti all’artista.
Nel 2019, invece, Lacoste ha pensato ai più piccoli, realizzando linee dallo stile urban e dal sapore eighteen’s.
L’arte, grazie alla moda, è riuscita ad uscire dalle gallerie e dai musei, lasciandosi illuminare dai riflettori che la esaltano in tutte le sue forme.
Le influenze artistiche nel fashion system, quindi, stanno rappresentando un trend in continua evoluzione, secondo i gusti degli stilisti e le interpretazioni.
Nonostante i tanti sodalizi che si potrebbero analizzare e che hanno portato costanti vittorie in entrambi i settori, esiste ugualmente il rovescio della medaglia.
Da una parte, infatti, l’arte mette al primo posto l’elemento creativo ed artistico, risultando uno sfogo creativo ed emozionale. Dall’altra, invece, la moda persegue fini utilitaristici ed economici, intrisi di capitalismo ed economia.
Allora, viste le premesse, si può ancora affermare che arte e moda siamo davvero dei mondi totalmente opposti?