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Parigi: lo “j’accuse” della giovane Jeanne fa tremare il Museo d’Orsay

“La sua scollatura è eccessiva”. Fermata una ragazza al Museo d’Orsay a causa del suo abbigliamento. È polemica.

Lo scorso 8 settembre nel celeberrimo Museo d’Orsay di Parigi una ragazza di nome Jeanne viene fermata dagli impiegati per via del suo abbigliamento.

La dinamica dei fatti è questa: Jeanne e una sua amica si sono recate al museo. Arrivata all’ingresso la ragazza viene fermata da una funzionaria del museo perché, a suo dire, il décolleté dell’abito che indossa è eccessivo.

La giovane donna allora chiede spiegazioni, ma le risposte dell’impiegata e dell’addetto della sicurezza arrivato in seguito non sono per nulla dettagliate. Questo atteggiamento, insieme alle maniere aggressive dei funzionari del museo, ha profondamente indignato Jeanne.

Dopo il diverbio, la ragazza ha deciso di indossare una giacca per coprire la scollatura della discordia e visitare il museo che, ironia della sorte, ospita diversi nudi che hanno fatto la storia dell’arte come “L’origine del mondo” di Gustave Courbet.

Ma la cosa che ha reso questo piccolo incidente un caso mediatico è stato un post su Twitter di Jeanne (sul social si firma col nickname Tô’) in cui racconta dal suo punto di vista quanto è avvenuto al museo d’Orsay:

“È martedì 8 settembre, il caldo del aumenta e le braccia si scoprono. Ho voglia di andare al Museo d’Orsay, e non sospetto che il mio décolleté diventerà oggetto della discordia. Arrivata all’ingresso non ho il tempo di mostrare il biglietto che la vista della scollatura turba la funzionaria incaricata del controllo delle prenotazioni, che inizia: ‘Ah no, non è possibile, non si può lasciare passare una cosa simile’, mentre la sua collega prova a convincerla a lasciare perdere.

Domando che cosa stia succedendo, nessuno mi risponde ma fissano il mio décolleté, mi sento a disagio, l’amica che mi accompagna è sconvolta. Un altro agente, di sicurezza stavolta — décolleté, quest’arma di distruzione di massa — si avvicina e mi intima ad alta voce: ‘Signora le chiedo di calmarsi’. Sono calmissima, vorrei solo capire perché non posso entrare nel museo.”

Nonostante il tentativo di Jeanne di dialogare e risolvere la questione, gli impiegati sono inamovibili:” ‘Le regole sono le regole’. Arriva un altro responsabile, nessuno ha il coraggio di dire che il problema è la scollatura.”

Conclude la ragazza:

“Io non sono solo il mio décolleté, non sono solo il mio corpo. Mi domando se i funzionari che volevano proibirmi di entrare sanno a che punto hanno obbedito a dinamiche sessiste. Non può essere il giudizio arbitrario su che cosa è decente e cosa non lo è a determinare l’accesso o meno alla cultura.”

 

Jeanne (con lo pseudonimo di Tô’) affida a Twitter il suo sfogo sulla spiacevole situazione che ha vissuto nel Museo d’orsay a Parigi ed allega una foto del vestito dello scandalo. (Fonte: Twitter)

Queste parole allegate ad una foto di Jeanne con il vestito “scandaloso” scattata poche ore prima diventano virali e suscitano l’indignazione del popolo della Rete. Sfruttando la situazione, anche un’altra donna denuncia di aver subito poco tempo prima lo stesso trattamento sgarbato da parte dei funzionari a causa dell’abbigliamento.

La direzione del Museo d’Orsay la sera dopo il fattaccio ha chiesto pubblicamente scusa alla giovane donna sostenendo che gli impiegati hanno applicato in maniera troppo zelante quanto dice l’articolo 7 del regolamento interno del museo: “Gli utenti devono conservare una tenuta decente e un comportamento conforme all’ordine pubblico e devono rispettare la tranquillità degli altri utenti”

La Francia non è nuova a questi eventi: pochi mesi fa a Perpignan delle ragazze sono state multate (senza alcuna base giuridica) perché erano in topless in spiaggia.

Fonte: La Repubblica

La risposta del movimento Femen al museo parigino non si è fatta attendere. Il 13 settembre un gruppo di attiviste si sono presentate provocatoriamente in topless davanti al museo d’Orsay. Il flashmob ha avuto come slogan “ceci n’est pas obscene” (questo non è osceno) ed hanno attaccato il museo per tutte le volte che gli addetti hanno respinto delle donne per via dei vestiti.

Affaire Jeanne: eccesso di zelo o neo-puritanesimo?

Fonte: La Repubblica

Il caso di Jeanne, per quanto poco grave, offre qualche spunto di riflessione sulla mentalità dei nostri giorni. Infatti il comportamento dei dipendenti del Museo d’Orsay è un eccesso di zelo oppure nasconde qualcosa di più?

La Francia negli ultimi tempi si sta riscoprendo morigerata. Questo ritorno ai vecchi costumi viene visto da alcuni come un ritorno al Puritanesimo. Questo comportamento chiamato Neo Puritanesimo è diffuso negli States e rientra in quel calderone che è il politicamente corretto.

Nel 1600 e nel 1800 nel Regno Unito si diffuse la dottrina protestante dei Puritani. Questo gruppo, che nel tempo si fece strada nella società, era contraddistinto dal dogmatismo, dal fondamentalismo del credo religioso e dallo slancio moralista dei fedeli con il quale imponevano proprio stile di vita austero ed abbattevano ogni dissenso. Noto è il volto puritano delle classi agiate nell’Inghilterra dell’età vittoriana.

Affrontare un discorso sul politicamente corretto e tutte le sue forme è lungo e complesso ed è facile cadere in errore o giudizi di parte. Tuttavia è bene fornire alcuni cenni che possono dare qualche illuminazione sui fatti del Museo d’Orsay.

Il Neo Puritanesimo è un atteggiamento che si fonda su una visione chiusa e moralista della società. Però, diversamente dal suo “predecessore” dei secoli scorsi, non vi è alcuna interferenza della fede religiosa, ma è un fenomeno totalmente laico. Esso agisce sia sul web che nella vita di tutti giorni con un fiero integralismo che porta chi possiede questi atteggiamenti a credere di aver sempre ragione rendendo impossibile un dialogo e bollando i dissidenti come elementi pericolosi.

Il Neo Puritano o, come preferiscono alcuni, il moralista attacca con foga i suoi interlocutori tentando di convertirli al suo pensiero e considerando le opinioni differenti da estirpare e minimizzare.

Attualmente questo nuovo moralismo puritano è diffuso in tutto l’Occidente ed in particolare nei paesi anglofoni (luoghi dove ogni possibile forma del politicamente corretto è penetrata a fondo nei dibattiti sui temi caldi della società).

Chi sono i Neo Puritani? I primi che vengono in mente sono i conservatori e i reazionari, ma non sono solo loro. Potrebbe stupire il fatto che vengono tacciati di atteggiamenti puritani anche alcuni movimenti progressisti e femministi, visti in genere come un baluardo a difesa delle libertà civili e d’espressione per la loro apertura mentale.

Occorre specificare che questo fenomeno è relegato a frange estremiste dei movimenti sopra indicati, ma fanno scalpore, sebbene il loro numero sia esiguo, grazie alla veemenza con cui propagandano le loro idee e si impongono sul resto della società.

L’aggressività dei Neo Puritani fa sì che per non scatenare la loro furia, le istituzioni e il mondo dei social cerchino di tenere sott’occhio le opinioni ed i comportamenti della popolazione specie nei riguardi di certe fasce della società come le donne e le minoranze. Talvolta, però, degli interventi mal organizzati delle autorità causano le proteste di questo o quel gruppo e il timore che si possa arrivare una deriva autoritaria e all’imposizione di un linguaggio e un’etichetta di orwelliana memoria.

Nel caso di Jeanne la scollatura che ha causato la polemica può essere vista in due maniere differenti dai Puritani del XXI secolo: una mancanza di rispetto al buon gusto e alla pubblica decenza tanto amata da chi vuole la difesa ad oltranza dei valori del passato. Al contrario, il vestito scollato della ragazza francese può essere visto dai gruppi radicali come un segno di mercificazione del corpo femminile per compiacere il tanto osteggiato patriarcato e il maschilismo tossico.

Come si può notare le armi dialettiche del Neo Puritanesimo sono fruibili da forze completamente opposte nello scenario socio-politico e rappresentano un fattore destabilizzante nel dibattito pubblico portando le persone a sentirsi private della libertà di pensiero e di espressione.

Tirando le somme, il neo-puritanesimo si può descrivere come un atteggiamento intollerante che tenta di portare alla ribalta una visione unica (quella moralista e castigata dei movimenti reazionari oppure quella inclusiva ed a favore delle minoranze tipica delle formazioni ultra-progressiste) attraverso il tentativo di soffocamento di qualsiasi forma di dissenso o libertà di espressione in nome di un pensiero definito “giusto” ed un linguaggio “adeguato”.

 

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