Correva l’anno 1958, per poco tempo ancora il cattolicesimo sarebbe stato quello di una volta e così i desideri degli umani, stretti tra Dio e Satana come certi aderentissimi tailleur che facevano esplodere i sederi delle sciure. (Umberto Silva)
Quando si pensa al tailleur da donna si pensa subito alla formalità, ad un classico capo da ufficio, ma in realtà questo capo d’abbigliamento must have è molto di più, è un vero e proprio simbolo di femminilità ed emancipazione.
Tailleur da donna: le origini
La parola “tailleur” in francese significa letteralmente “sarto”: questo capo in principio veniva realizzato solo da sarti da uomo, e in quanto tale riprendeva i tratti rigidi dell’abbigliamento maschile, in termini soprattutto di tessuti.
I primi tailleur da donna, infatti, erano costituiti da una giacca dal taglio altamente maschile, e da una gonna lunga che quasi ostacolava i movimenti, ed erano utilizzati non come capo da ufficio, ma come divisa sportiva nelle discipline equestri.
La prima “svolta femminile” di questo capo d’abbigliamento arriva alla fine dell’ ‘800, grazie alla regina Alessandra di Danimarca, moglie di Edoardo VII, che commissionò questo capo al suo sarto di fiducia, diventando icona indiscussa di stile ed eleganza.
Grazie a lei il tailleur da donna, corrispettivo del modello da uomo, ben presto diventa il capo d’abbigliamento simbolo delle suffragette, donne combattive ed impegnate nella lotta per i diritti civili, ma in generale di tutte quelle donne “di sostanza”, poco inclini alle frivolezze.
Un altro importante cambiamento si ha nel periodo della Prima Guerra Mondiale, quando questo capo d’abbigliamento comincia ad assumere una nuova connotazione, ossia quella di un abito da ufficio, ed una forma più simile a quella conosciuta oggi.
Un completo costituito da gonna, non più lunga, ma corta appena sotto il ginocchio, e giacca , che seppur sempre strutturata, diventa meno rigida.
Ma la vera svolta femminile nella storia del tailleur da donna la si ha agli inizi del ‘900, grazie ad una donna che rivoluziona totalmente il concetto di femminilità : Coco Chanel.
È grazie a lei che il tailleur da donna assume una nuova conformazione, che va oltre quella di un capo d’abbigliamento rigido, strutturato, e diventa comodo e pratico, assolutamente contro corrente alla moda dell’epoca: un completo aderente al corpo ma che non segna il punto vita composto da una giacca maschile dotata di tasche e gonna dritta al ginocchio.
Altra “rivoluzione” portata da Coco nel concetto di tailleur da donna non coinvolge solo la forma, ma anche i tessuti con cui viene realizzato, tra i quali spicca il jersey, che fino ad allora era stato solo usato per l’abbigliamento intimo, che rende questo capo d’abbigliamento ideale non solo per la vita d’ufficio, ma per la vita quotidiana in generale, in quanto la leggerezza del jersey favorisce i movimenti.
Gli anni ’30 rappresentano per il tailleur da donna un momento di gloria, grazie a due icone del cinema di quegli anni : Marlene Dietrich e Greta Garbo.
Sono loro che portano alla ribalta il tailleur pantalone, che proprio in quegli anni e successivamente negli anni ’40 s’afferma come parte anche dell’abbigliamento femminile.
Negli anni ’50 Coco Chanel lascia ancora il suo segno nell’evoluzione del tailleur da donna, anche questa volta con l’introduzione del tweed, tessuto tipicamente maschile e dalle linee squadrate che si contrappone al New Look, di cui in quegli anni è simbolo un altro tipo di tailleur, il “Bar” di Christian Dior : un modello con giacca a vita stretta e gonna ampia.
Gli anni ’60 rappresentano, invece, una svolta del tailleur da donna in termini di occasioni d’indosso, grazie a Yve Saint Laurent, che porta alla ribalta il tailleur pantalone, in particolare Le Smoking: un completo ricalcato sul tuxedo da uomo e destinato a rimpiazzare l’abito da sera.
Negli anni a venire, il tailleur da donna va sempre più a consolidarsi, fino ai giorni nostri, come capo simbolo dell’emancipazione femminile e della donna di potere: da Jacqueline Kennedy, alla “Lady di Ferro” Margaret Tatcher, fino a Michelle Obama.
Tailleur pantalone o tailleur gonna?
Tra i tanti dilemmi che tormentano il mondo della moda, uno è legato al tailleur da donna e alla domanda “tailleur gonna o tailleur pantalone?”; una risposta chiara non c’è, anche perchè è tutta una questione di stile, di occasioni d’uso, e a volte anche di fisico.
Il tailleur gonna è senza dubbio quello che ancora la fa da padrone, in quanto più classico, elegante, mentre il tailleur pantalone viene visto come più alternativo, influenzato dai tempi e dalle mode.
Qualunque sia la scelta, è importante valutare sempre l’occasione e non considerare il tailleur da donna come un capo indivisibile, ma creare il miglior abbinamento di giacca e pantalone (o gonna) a seconda della situazione, oltre che alle nostre “forme”.
Tailleur da donna : come sceglierlo in base alla propria forma
Fisico a mela (o ovale)
Una delle caratteristiche principali di questa forma di fisico sono le gambe, snelle e slanciate, rispetto alla parte alta del corpo che invece presenta una maggior rotondità; per questo nel tailleur da donna ideale, la giacca dev’essere morbida e un po’ destrutturata da lasciare sempre aperta o al più allacciata appena in vita, mentre per quanto riguarda la parte inferiore si può giocare sia con una gonna ampia, che con un pantalone.
Fisico a pera (o ovale)
Contrariamente a quello a mela, il fisico a pera ha la parte alta del corpo e quella bassa un pò più morbida, specialmente sui fianchi.
In questo caso il tailleur deve avere una giacca non troppo lunga sui fianchi e le spalle ben ampie, mentre per il pantalone è indicato un modello a vita alta, che pone in risalto il punto vita e “mascherano” i fianchi importanti.
Discorso analogo se si decide invece per la gonna, dove è meglio puntare su modelli svasati e a ruota.
Fisico a grissino (o a rettangolo)
Si tratta di una forma del fisico “perfetta”, dove vi è una giusta proporzione tra le varie parti del corpo, ed è quella che meglio si presta al tailleur pantalone, meglio ancora se il pantalone è aderente e la giacca è a doppiopetto.
Fisico a clessidra
Il punto di forza di questo fisico è rappresentato dal punto vita molto sottile, analogamente a quello a pera, ma a differenza di quest’ultimo spalle e fianchi sono proporzionati.
Per questo nel tailleur ideale la giacca dev’essere avvitata in vita ben ampie, mentre per il pantalone è indicato un modello a vita alta, che pone in risalto il punto vita e “mascherano” i fianchi importanti.
Discorso analogo se si decide invece di optare per la gonna: in questo caso è meglio puntare su modelli svasati e a ruota.
Fisico a “triangolo invertito”
Per questa forma di fisico, il cui “punto debole” è rappresentato dalle spalle importanti, il tailleur deve puntare soprattutto su una giacca dalla forma morbida ed elasticizzata, con spalline non imbottite e una scollatura molto profonda, mentre per quanto riguarda il pantalone spazio ad un modello aderente.
Tailleur da donna : idee di stile
Look casual
Come accennato in precedenza, contrariamente a quello con la gonna, il tailleur pantalone è un capo che più si adatta alle tendenze e alle occasioni, trasformandosi anche in un look casual adatto ad una situazione informale, soprattutto se di tonalità pastello e abbinato ad accessori sportivi, come delle sneakers (anche se come scarpe, con un look casual, anche i mocassini fanno la loro bella figura)
Look da ufficio/formale
Sia che si tratti di un’attività lavorativa già avviata, che di un colloquio di lavoro, il tailleur è l’outfit ideale,in quanto conferisce un’ aria elegante, professionale e molto seria, soprattutto se abbinato ad una camicia e ad un paio di scarpe importanti, come ad esempio dei tacchi.