Sentiamo sempre parlare di grandi uomini che hanno rivoluzionato il mondo e dominato la storia. Grandi condottieri, inventori, scienziati, politici ed imprenditori le cui gesta rimarranno indelebili nel tempo grazie alla loro genialità e caparbietà d’animo.
Si sente parlare un po’ meno spesso di donne altrettanto geniali e altrettanto tenaci. Magari è solo un caso, oppure perché nel corso degli anni la donna è sempre figurata in secondo piano rispetto all’uomo.
Prima raccoglitrice, poi donna di casa, assistente o segretaria, nell’immaginario collettivo la donna è colei che aiuta in subordine, che fa da spalla all’uomo geniale.
Ma è tempo che le cose cambino, che le donne reagiscano a condizioni di inferiorità, che pretendano uguaglianza e che sia riconosciuto loro il successo ottenuto.
Raccontiamo la storia di 5 donne che hanno rivoluzionato la politica internazionale con azioni mirate all’uguaglianza di genere e alla rivendicazione del potere femminile.
Donne e politica: ecco le più influenti
Justine Uvuza – Ruanda
Per poter raccontare le azioni di Justine Uvuza bisogna partire dal genocidio del Ruanda del 1994.Tutto iniziò quando gli estremisti Hutu accusarono i Tutsi di aver abbattuto l’aereo con a bordo il presidente del Ruanda Juvenal Habyarimana, di etnia Hutu. A seguito dell’incidente, le tensioni esplosero in una follia omicida che portò al massacro di un milione di persone, quasi tutti Tutsi.
Quando il conflitto finì, la popolazione superstite era in maggioranza femminile.
Le donne quindi si fecero avanti e presero posto al potere. Stravolgendo le tradizioni, alle donne è stato permesso di ereditare proprietà agricole in assenza di testamento, possono usare la loro terra come garanzia per ottenere prestiti e aprire conti bancari senza il permesso del marito. L’istruzione è stata agevolata in modo da permettere a molte ragazze di frequentare il college e studiare materie fino ad allora riservate ai maschi.
Justine Uvuza è stata a capo della sezione legale del Ministero per le Politiche di Genere e la Famiglia, si è occupata di identificare le norme discriminatorie basate sul genere da emendare o abrogare.
Alle donne non era permesso lavorare di notte, non potevano entrare nei corpi diplomatici ed erano addirittura sancite come “parte della proprietà” di un uomo diplomatico.
Questi cambiamenti hanno portato alla fondazione di un ufficio per il monitoraggio sulla parità di genere.
Il Ruanda si è così trasformato da un paese che trattava le donne come beni di proprietà, ad una nazione che impone il 30 per cento dei seggi del Parlamento alle donne; ad oggi la percentuale di donne al Parlamento è salita al 61 per cento.
Theresa Kachindamoto – Malawi
Theresa Kachindamoto è una capotribù del distretto di Dedza, in Malawi, e una dei 300 leader tribali presenti nel paese.
In Malawi queste figure sono custodi della tradizione, ma hanno il potere di cambiare o abolire alcune pratiche culturali, come ad esempio i matrimoni precoci.
L’obiettivo di Theresa Kachindamoto è proprio quello di prevenire i matrimoni in età infantile per riportare le bambine a scuola affinché terminino la loro istruzione.
Theresa Kachindamoto lavorava come segretaria in un college a Zomba, una regione del Malawi. Richiamata dalla famiglia per guidare la sua tribù, ha raccontato di esser rimasta sconvolta alla vista di tante bambine sposate con uomini adulti.
In Malawi il matrimonio civile tra minori è vietato, ma il fenomeno delle spose bambine esiste perché nella maggior parte dei casi si sceglie il rito tradizionale tribale.
Un fattore importante che sostiene la pratica dei matrimoni precoci è la povertà, che spinge i genitori a concedere le proprie figlie in cambio di denaro. Molte famiglie obbligano le proprie figlie a sposarsi perché non riescono a provvedere alle necessità primarie.
Grazie all’aiuto di UN Women (l’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza e l’empowerment femminile) Kachindamoto è riuscita a porre fine a più di 2500 unioni, riportando a scuola le piccole spose.
Il lavoro nei villaggi sta funzionando, ma bisogna sempre cercare un approccio collettivo per questi temi, che coinvolga sia le ragazze sia i genitori. Kachindamoto cerca di collaborare con i capitribù per convincerli che l’istruzione è la cosa più importante e che sconfiggere il fenomeno dei matrimoni in età precoce vuol dire anche ottenere più sicurezza e salute.
Nel 2017 il paese ha fatto un passo avanti sulla questione grazie a un emendamento che ha alzato l’età legale per il matrimonio a 18 anni. In questo modo Kachindamoto ha l’autorità di far rispettare la legge in caso ci siano violazioni da parte dei genitori e dei leader.
Souad Abderrahim – Tunisia
Souad Abderrahim è originaria della Métouia, ha studiato alla facoltà di Medicina di Monastir ed ha iniziato presto a fare campagna e a incontrare attivisti. È stata membro del consiglio esecutivo del Sindacato Generale degli Studenti Tunisini (UGTE).
A causa del suo attivismo è stata arrestata ed incarcerata come oppositrice del regime; a seguito di ciò decide di abbandonare l’hijab. Ha ripreso gli studi laureandosi in farmacia nel 1992 ed è diventata capo di un grossista farmaceutico a Tunisi.
Ha cominciato l’attività politica dopo la rivoluzione del 14 gennaio 2011 e si è unita al partito islamista Ennahdha. Il 23 ottobre 2011 viene eletta all’Assemblea Costituente, in rappresentanza di Ennahdha a Tunisi.
Si è candidata alla carica di sindaco di Tunisi per le elezioni municipali del 2018, con una campagna basata sulla lotta alla discriminazione di genere. Vince le elezioni con 26 voti contro i 22 dell’avversario e dedica la sua vittoria “a tutte le donne e a tutta la gioventù tunisina”.
Tunisi è la prima città araba ad avere un sindaco donna, mentre la Tunisia è il primo Paese arabo-islamico a legalizzare la parità tra uomo e donna nella Costituzione. La parità dei diritti e dei doveri di cittadini e cittadine tunisine è garantita in ogni contesto, in particolare quello lavorativo, con salario equo.
Oggi il 31 per cento del parlamento tunisino è composto da donne.
Nancy Pelosi – USA
Nancy Pelosi è la speaker e leader dei democratici alla Camera dei deputati, personaggio chiave in numerose battaglie politiche, viene definita “la politica più potente degli Stati Uniti”.
Figlia di italoamericani, entra in politica nel 1977 iniziando la scalata alla leadership del partito democratico.
Nel 1987 viene eletta alla Camera, nel 2002 diventa la prima donna leader dei democratici e nel 2006 è la prima donna presidente dell’assemblea. Una posizione che manterrà fino al 2011 e poi di nuovo a partire dal 2019.
È considerata l’artefice della vittoria parlamentare dell’Affordable Care Act, la riforma sanitaria di Barack Obama: fu lei a insistere con il presidente perché non limasse troppo il suo progetto. Come presidente della Camera ha rimosso una statua del generale Robert E. Lee sostituendola con Rosa Parks, la donna afroamericana simbolo del movimento dei diritti civili.
Nancy Pelosi si oppose all’invasione dell’Iraq nella prima guerra del Golfo del 1991; è a favore delle politiche ambientaliste; vuole più controlli sulle armi da fuoco; e sebbene sia cattolica praticante, sostiene la contraccezione, il diritto all’aborto e le nozze per tutti.
Con l’attuale presidenza, agli occhi dell’opinione pubblica Pelosi è diventata una sorta di “anti-Trump”, colei che tiene in mano le redini dell’opposizione. Negli ultimi mesi è stata protagonista di scene iconiche come l’applauso sarcastico diretto al presidente al termine del suo discorso sullo stato dell’unione, o lo strappo della sua copia dell’intervento pronunciato da Trump.
Nelle ultime settimane, ha giocato un ruolo determinante nel definire e far approvare dalla Camera le misure per far fronte al coronavirus.
Nilde Iotti – Italia
Non potevamo concludere questo articolo senza menzionare Nilde Iotti, una delle figure più importanti della storia italiana.
Nata nel 1920, Leonilde Iotti (conosciuta da tutti come Nilde) è stata una partigiana ed esponente di spicco del Partito Comunista Italiano nella Prima Repubblica.
Durante la Seconda Guerra Mondiale entrò a far parte dei Gruppi di difesa della donna, e nel luglio del 1945 divenne segretario provinciale dell’Unione donne in Italia.
Nilde Iotti ha sempre mostrato la sua attenzione per la condizione femminile. Entrò a far parte della sottocommissione impegnata a preparare una stesura di articoli dedicati ai diritti e doveri dei cittadini, sostenne la necessità di emancipare la donna all’interno della famiglia e della società.
La sua fu una battaglia per l’emancipazione femminile in ogni campo: fu la prima firmataria di una proposta di legge per istituire una pensione e un’assicurazione per le casalinghe; partecipò attivamente alla battaglia referendaria in difesa del divorzio; promosse la legge sul diritto di famiglia; diede un grosso contributo per far approvare la legge sull’aborto.
Nel 1979 venne eletta Presidente della Camera, prima donna in assoluto a ricoprire tale carica. Nel 1987 ottenne dal Presidente Cossiga il mandato per la formazione di un nuovo Governo. Anche se il mandato si concluse senza esiti, Nilde Iotti rimane al momento la prima ed unica donna nella storia italiana alla quale sia stato affidato il compito di formare un esecutivo.
Nel 1991 declina l’invito per la sua nomina di Senatore a vita, preferendo proseguire il suo mandato come Presidente della Camera. Nel 1999 si dimette dalla carica di Presidente della Camera a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute.