Conosciamo Jeff Koons: persona distinta e affabile, decisamente “ unconventional style” per un artista ,sembra quasi un’agente di cambio di Wall Street, elegante, in giacca e cravatta, perfettamente sbarbato.
In volto quell’espressione particolare, in bilico tra l’intelligenza dello sguardo e il sorriso sereno che trasmettono tutta la consapevolezza di chi sa di valere moltissimo, mista a un’estrema semplicità. Ecco come appare una delle più grandi star dell’arte contemporanea internazionale.
Conosciamo Jeff Koons e la sua arte
Detto questo , ancora una volta ricordiamo che l’arte contemporanea e i suoi protagonisti sono oggi molto bistrattati. La famosa frase “Lo potevo fare anche io” riecheggia tra le masse, convinte che l’arte di oggi non abbia nulla a che vedere con quella del passato.
Preambolo necessario per iniziare a parlare dell’artista, non dimentichiamo che l’arte contemporanea non è solo Jeff Koons o Maurizio Cattelan artisti considerati, a modo loro, rivoluzionari e per questo a tratti poco considerati dal punto di vista tradizionale di interpretare l’arte.
Le origini: conosciamo Jeff Koons
Jeff Koons, è uno di quegli artisti che o lo si ama o lo si odia.
Nasce a York il 21 gennaio 1955, è un artista statunitense noto per la realizzazione di opere che con sarcasmo illustrano l’American way of life e la tendenza al consumismo.
Nel 1977 ha iniziato a lavorare al Museum of Modern Art, facendosi conoscere per i suoi vestiti e i capelli stravaganti, oltre che per la sua impressionante abilità nel vendere arte.
Fu durante questo periodo che Koons inizia a lavorare ai fiori e ai conigli gonfiabili, usando una combinazione di plastica, plexiglas e specchi.
Da molti considerato l’erede naturale di Andy Warhol, Jeff Koons ha elaborato fin dagli esordi della sua carriera un linguaggio tra realtà e fantasia, si è dedicato alla sperimentazione di un’ampia gamma di tecniche, ad esempio scultura, pittura, installazione e fotografia, utilizzando diversi materiali tra cui plastica, pigmenti, marmo, metalli e porcellana, per questo e per il suo operato artistico è considerato come la continuazione della pop-art
La tematica ricorrente del pensiero artistico di Koons è ispirata al consumismo e alla banalità della vita moderna, ma anche a temi dall’impatto filosofico.
L’obiettivo di Koons è quello di infrangere il confine della “cultura alta” e la cultura “popolare”.
Koons cerca di portare l’arte verso il popolo per dare una sorta di sicurezza ,l’arte, da sempre considerata in qualche modo elitaria e non alla portata di tutti , per l’artista americano , indipendentemente dal ceto a cui si appartenga, assistendo ad una sua mostra ognuno si dovrebbe trovare a proprio agio ritrovando nelle sue opere qualcosa di familiare.
Gli anni 2000 di Jeff Koons
Nel marzo 2019 la casa d’asta Christie’s ha venduto una sua scultura, un Rabbit del 1986, per 9,1 milioni di dollari, la più alta cifra mai pagata per un’opera di un artista vivente.
Koons si conferma come l’artista delle sculture-trofeo preferite dai milionari, come già dimostrato nel novembre 2013 con la vendita del suo Balloon Dog (Orange) degli Anni 90, battuto all’asta per 58,4 milioni di dollari.
Nonostante sia considerato l’Artista vivente con la quotazione più alta di sempre, la carriera artistica di Koons, non è stata un percorso verso il successo senza ombre, nel 2017 il calo della domanda per le sue opere più recenti aveva portato al crollo dei prezzi d’asta delle sue sculture più preziose, anche per colpa delle diverse accuse di plagio e il suo avvicinamento alla pittura non ha mai riscosso lo stesso successo delle sue sculture.
In tanti lo definiscono più “un brand manager che un vero creativo , mentre per Roberta Smith “Koons è un perfezionista famoso che impiega molti anni, spende molti soldi per ottenere esattamente ciò che vuole sia nelle sue sculture che nei suoi dipinti, realizzati da decine di artisti iper qualificati che Koons supervisiona da vicino”, non a caso nel suo studio sono arrivati a lavorare oltre 60 creativi in contemporanea.