Si è portati a pensare, tante volte, che il mondo della moda sia fatto solo per gli uomini, per le menti creative che hanno dettato i must delle tendenze.
Non è esattamente vero, anche se ormai se ne contano a centinaia. Sono diverse anche le donne che, grazie ad una forte attitudine per l’armonia estetica, per la cura del particolare e dello stile, sono riuscite a realizzare questo sogno. Judith Borsetto è una di loro. Un uragano, che è riuscita a riscrivere la propria storia sino a diventare un’imprenditrice nel settore che lei ama.
Figlia di una vita che non è stata sempre benevola, e che spesso l’ha messa di fronte a scelte non troppo facili, è caratterizzata da entusiasmo, intraprendenza, determinazione e grinta. Judith rappresenta il perfetto mix che contraddistingue le donne imprenditrici di successo di questi ultimi anni. Coloro che hanno lavorato e lottato per inseguire i propri sogni con perseveranza e spirito di iniziativa.
Potrà sembrare un paradosso, però pare che sia più semplice ipnotizzare un uomo che smontare il forte pregiudizio maschile sul quale si è costruito il fashion system. Proprio questo porta alla mente le parole di Charles James, che riteneva che il corpo delle donne fosse “intrinsecamente sbagliato” e che necessitasse una correzione, grazie alla moda.
Judith Borsetto, però, la pensa diversamente e i suoi risultati lo dimostrano indubbiamente. È entrata nel mondo della moda preparandosi, formandosi e creando una larga base di conoscenze inerenti alla sua passione. Si è buttata al momento giusto, consapevole delle sue doti e forte di un motto sempre attuale: mai avere paura.
Abbiamo voluto dedicarle un pezzo proprio per mettere in luce la forza di questa donna. È riuscita a stare sempre al passo con le esigenze del mercato. La costante e ferrea volontà di migliorarsi e i valori di una vita sono stati gli elementi che le hanno permesso di emergere.
Dopo la laurea in “Fashion Design and Arts” alla I.U.A.V di Venezia, Judith Borsetto, oggi fondatrice dello studio JBTF, ha ricoperto il ruolo di Stylist e Business Strategist. È diventata Art Director e ha creato e sviluppato collezioni donna, uomo e bambino per i più importanti brand dell’alta moda. Durante i suoi viaggi, ha stabilito numerosi contatti con i personaggi più in voga del settore e la sua esperienza le permette oggi di essere consulente anche per start up e artisti di tutto il mondo.
Come ha avuto inizio la tua carriera e come vorresti che proseguisse in futuro? Quali ambizioni hai in merito?
La mia carriera ha avuto inizio durante i miei studi universitari. Stavo ancora studiando, quando ho avuto la mia prima proposta di lavoro presso gli uffici stile di Gruppo Coin.
Quello è stato il mio trampolino di lancio. Da lì non ho mai smesso di operare nell’ambito moda. Era il 2013. Ora ho una mia attività e le ambizioni. Sono molte le mie aspirazioni, ma quella che ho assolutamente intenzione di raggiungere è mettere in piedi un’azienda di consulenza moda con più sedi, sparse in tutto il mondo. Lo scopo sarà quello di fare ricerca e produzione di abbigliamento. occupandomi sia di progettazione, sia di prodotto. JBTF sono io e farò di tutto per raggiungere il mio sogno.
Decidere di aprire la propria attività e di iniziare un percorso imprenditoriale sicuramente non è semplice.
Bisogna conoscere l’ambiente in cui si decide di investire, le strategie ideali da utilizzare e dunque bisogna imparare. Qual è stato il tuo primo approccio in questo campo? Quanto ha influito una formazione specialistica?
Se non fosse stato per il mio percorso di studi mirato, oggi non sarei qui. Ho fatto le superiori frequentando un istituto professionale di moda per 5 anni, per poi proseguire e approfondire gli studi presso l’Università Iuav di Venezia. Lì ho appreso tecnica, velocità, e consapevolezza.
La scuola serve non solo per imparare un mestiere, ma soprattutto per apprendere come affrontare il tuo lavoro.
Aprire la propria attività richiede coraggio, responsabilità e molta conoscenza. Sono fermamente consapevole di quali sono i vari aspetti e le caretteristiche che un imprenditore dovrebbe avere. Sono convinta di stare seguendo un corretto percorso di crescita.
Il mio primo approccio è stato grazie ad un investitore indiano, che ha creduto nelle mie capacità dandomi in mano tutto il suo brand. É bastato qualche incontro per conquistare la sua fiducia e il suo rispetto. È lì che ho capito che dovevo sfruttare le mie competenze pensando più in grande.
Al giorno d’oggi moltissimi studenti universitari, neo laureati o laureandi sono sempre più spaventati dalla difficoltà che si presenta nella ricerca di lavoro. Questi ostacoli si sono presentati anche per te o il tuo percorso ha avuto una svolta diversa?
Fortunatamente, ho scelto, senza saperlo, una delle migliori università Italiane: I.U.A.V., Architettura e Moda di Venezia. Tutti i corsi all’interno sono pensati e strutturati per crescere e formare professionisti.
Gli orari e le aspettative da parte dell’università sono altissime. Si focalizzano sulla pratica, più che sulla teoria. Essere colti va bene, ma bisogna anche praticare e rendersi conto con i propri sbagli e delle difficoltà che si possono incontrare nel mondo del lavoro.
Mi hanno insegnato a gestire lo stress, ad organizzare più mansioni alla volta, a faticare per raggiungere gli obiettivi. Grazie a loro oggi sono una lavoratrice soddisfatta. Molti miei ex compagni invece sono insoddisfatti e disoccupati.
La differenza la fa sempre il soggetto. Siamo noi che ci creiamo le possibilità, siamo noi che in base a come affrontiamo le situazioni ci costruiamo il destino. Bisogna crederci ma soprattutto prendere seriamente tutte le opportunità che ci vengono presentate.
Secondo la tua esperienza è bene porsi degli obbiettivi per il futuro o lasciare che le opportunità vengano da sole?
Secondo me non esistono opportunità che cadono da cielo. Siamo noi che ce le creiamo, consapevolmente e inconsapevolmente. Le scelte che fai, tutte quante, sono in qualche modo responsabili del tuo futuro.
Ci possono essere delle caratteristiche fisiche che possono penalizzarti o discriminarti in questo tipo di carriera?
Nel mondo della moda non vince la bellezza, ma il carattere e la bravura. Se hai le giuste conoscenze, se ti sai distinguere, se riesci a catturare l’attenzione, non importa a nessuno delle tue caratteristiche fisiche.
Per fortuna, il mio è un mondo di artisti, creativi, dove non esiste la parola oggettivo. Ognuno ha la propria visione, il proprio punto di vista e il proprio concetto di bellezza.
Quindi no, non c’è nulla delle mie caratteristiche fisiche che mi abbia o che mi possa in futuro penalizzare o discriminare.
Nelle tue collezioni di moda, quanto c’è della tua infanzia ad Haiti? Quanto del tuo percorso si riflette negli abiti che crei? Come il tuo passato ha influito sul tuo stile?
Sembra assurdo, ma la mia vita, la mia memoria parte dai miei 5 anni. Di Haiti non ricordo nulla, se non pochi dettagli. I miei primi ricordi iniziano quando sono arrivata in Italia. Il mio gusto difatti è totalmente italiano, con concetti e volumi che si basano sulla tradizione del nostro paese.
Nonostante la fragilità emotiva dei tuoi primi anni, sei riuscita a tirare fuori un carattere ferreo e determinato. Chi ha maggiormente influito su questa tua formazione?
Ho passato i miei primi anni di vita in maniera tragica, sentimentalmente e fisicamente. Ero una bambina fragile, che soffriva. Diciamo che sono diventata quello che sono grazie all’educazione rigida dei miei genitori e al mio essere naturalmente portata per la serietà. Inoltre, la mia caparbietà mi ha portata a voler realizzare i miei sogni, a qualunque costo.
Da una parte, la famiglia mi ha insegnato a prendere tutto seriamente, ma soprattutto a dare sempre il massimo. D’altro canto, c’ero io, di carattere competitivo e sempre pronta a dare il massimo.
Anche mentre giocavo ero seria. Puntavo alla vittoria e non al divertimento. Fa parte di me, sono fatta così.
La tua costante ricerca dell’eccellenza e gli obiettivi raggiunti ti consentono di essere rappresentata come un modello per tutti i giovani che ancora stanno cercando di trovare la propria strada. Che consiglio ti senti di dare a loro?
Sono molto intraprendente. Quello che mi rende forte è il modo che ho di affrontare qualsiasi tipo di situazione. Non vado in panico, non mi spaventa fallire, non ho il terrore di sbagliare.
Adoro avere responsabilità, gestire me e gli altri. Io consiglio sempre di non avere paura: non si deve temere ciò che si sogna di fare o di essere, credere in se stessi è bellissimo. Seguire il proprio istinto, anche se sbagliato, ci fa crescere, ci rende saggi.
C’è una frase che mi piace molto che uso come concetto di vita: “Corri dei rischi: se vinci, sarai felice; se perdi, sarai saggio.”
In poche parole si può riassumere il tutto con: fate le cose con serietà, non mollate di fronte ai problemi e rischiate combattendo la paura.
Dietro ogni personaggio, si nascondono sacrifici inimmaginabili. Quali sono stati i valori che ti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissata nella vita?
Per guadagnare tutto quello che sono riuscita a costruire, ho sacrificato molti aspetti della mia vita. Ho dedicato molto tempo a me stessa e alle mie passioni, senza dare la stessa attenzione ad altri valori importanti, come l’amicizia ad esempio.
Ho trascurato divertimento e sport, perché ho sempre pensato che tutte le attività al di fuori della mia professione fossero tempo perso.
Sono stata sempre molto brava a scuola e molto costante nell’inseguire il mio sogno. C’era un peso, però, ed era quello della solitudine. C’è voluto molto tempo prima che capissi che l’unione fa la forza.
Oltre a me, c’erano anche altri da rispettare e da coinvolgere. Appena ho appreso questo concetto sono riuscita a fare molta strada.
I valori che mi hanno aiutata a raggiungere gli obiettivi sono sostanzialmente quattro.
Serietà: non prendevo mai nulla per gioco.
Egoismo: al primo posto ci sono io.
Curiosità: sempre aggiornata su tutto.
Rischio: esperimenti e mettermi costantemente alla prova e sotto giudizio degli altri.
Nonostante il periodo di convivenza con il coronavirus, la tua attività pare incessante. Com’è, da stilista, convivere con questa nuova pandemia? Come ha influito sulla moda?
Io credo fortemente in tutte le scelte che prendo. Partendo dal fatto che il rischio mi appartiene, la fase di lockdown dovuta al coronavirus non ha per niente disturbato il mio lavoro.
Ho continuato ad agire come nulla fosse. Ho investito, anche sul personale. Diciamo che vedo sempre la luce, anche nel mezzo della tragedia.