Anche la scienza se ne è interessata, soprattutto negli ultimi tre decenni. Ad esempio, i vincitori del Premio Nobel Daniel Kahneman e Angus Deaton (entrambi all’Università di Princeton), hanno ampiamente pubblicato su questo argomento. L’università della Pennsylvania ha istituito un intero programma di laurea in psicologia positiva, guidata da uno degli psicologi sociali più famosi del mondo, Martin Seligman.
La religione, la filosofia ed anche le arti hanno a lungo considerato la felicità una materia adatta allo studio. Le scienze si sono aggiunte a questo solo di recente.
Questo ha portato alla creazione di tre equazioni del benessere, che permetteranno di iniziare a gestire la felicità in modo più proattivo.
Equazioni del benessere: 1- il benessere soggettivo si raggiunge con “geni-circostanze+abitudini”
Il benessere soggettivo è un termine usato solitamente dagli scienziati sociali. Non si parla esplicitamente di “felicità” poichè la scienza lo considera un termine troppo vago e soggettivo, che contiene troppe idee concorrenti.
Nella quotidianità si parla di felicità per denotare una serie di cose, dal buon umore ad un senso profondo di significato della vita. Il benessere soggettivo, invece si riferisce ad una risposta al tipo di domanda: come diresti che stanno andando le cose in questi giorni? Ti senti felice, molto felice o abbastanza?
L’equazione del benessere soggettivo riassume concetti ancor più grandi. Si parla del fatto che esista un’enorme componente genetica nel determinare il punto in cui tu possa raggiungere il benessere soggettivo.
Inoltre, le altre due componenti dell’equazione sono anch’esse molto importanti. Parliamo di circostanze ed abitudini, le tue.
Le circostanze sono prevalentemente il bene e il male che entra in tutte le nostre vite, che potrebbero costituire fino al 40% del tuo benessere soggettivo. Anche se le circostanze giocano un ruolo importante, la maggior parte degli studiosi pensa che non lo sia troppo, dal momento che gli effetti non sono mai permanenti.
Potremmo pensare che una promozione lavorativa possa renderci per sempre più felici o che una rottura amorosa ci possa lasciare perennemente con il cuore spezzato. In realtà non è così, proprio perchè uno dei tratti caratteristici della sopravvivenza degli esseri umani è l’omeostasi psicologica, o la tendenza ad abituarsi velocemente alle circostanze, sia buone che negative.
Equazioni del benessere: 2- le abitudini= fede+famiglia+amici+lavoro
La felicità duratura deriva dalle relazioni umane, dal lavoro produttivo e dagli elementi trascendentali della vita.
Fede non si riferisce a quella religiosa, ma a qualunque cosa o situazione ti permetta di riflettere sulle domande più profonde della vita, trascendendo l’attenzione sugli interessi personali per servire gli altri.
Non esiste, poi, una formula magica che possa individuare o segnalare quale forma possano assumere famiglia o amici. La chiave è sempre la stessa: è importante coltivare relazioni amorevoli con le persone. Lo psicologo George Vaillant ha riassunto tutto questo in un concetto:
“La felicità è amore. Punto”
Ultimo elemento della seconda equazione è il lavoro. Una delle scoperte più solide negli studi scientifici e non sulla felicità, è rappresentata dalla centralità dello sforzo umano produttivo nel creare uno scopo nella vita. Esistono, ovviamente, posti di lavoro migliori e peggiori, però a che tipo in particolare ci riferiamo?
La scienza afferma che quello che rende il lavoro importante non è la tipologia, ma la sensazione che deriva dal pensare che quello che fai ti permette di guadagnare il tuo successo mentre servi anche gli altri.
Equazioni del benessere: 3- la soddisfazione è quello che hai / quello che vuoi
Molti dei grandi leader spirituali hanno parlato di questo. Il Dalai Lama, nel libro “The Art of Happiness” afferma che bisogna imparare a voler bene a quello che abbiamo per ottenere una felicità stabile. Questa rappresenta una formula estremamente grande e pratica per vivere. Molti di noi cercano di vivere la vita cercando disperatamente di aumentare il numeratore dell’equazione 3.
Cerchiamo di raggiungere livelli elevati di soddisfazione aumentando quello che abbiamo: lavorando e spendendo, lavorando e spendendo. Però, così facendo, la soddisfazione sfuggirà comunque da noi.
Il segreto della soddisfazione è concentrarsi sul denominatore della terza delle equazioni del benessere. Cerca di non essere ossessionato per gli averi, ma lavora sui desideri. Cerca di capire come aumentare i tuoi beni e non cercare di contarli. Prova a fare un inventario dei tuoi desideri mondani, cercando di ridurle. Trova un modo per creare un piano per farlo. Meno desideri sono meno pressanti nel tuo cervello e dividono la tua attenzione, dandoti, invece, pace e soddisfazione, soprattutto su quello che già hai.