“C’è un momento della mia infanzia che spesso mi ritorna in mente. Sto giocando con delle compagne di scuola sul balcone e sento mio padre che parla con la mamma: “È ora che Franca incominci a recitare, ormai è grande”. Avevo tre anni.”
Franca Rame è stata un’attrice, sceneggiatrice e politica italiana. Nata in una famiglia d’arte, è stata una straordinaria artista protagonista della storia recente italiana, insieme al marito Dario Fo. I loro spettacoli hanno sempre avuto un grande impatto sociale, dando grande risalto alle minoranze. Franca Rame è stata una importante attivista femminista e ancora oggi possiamo riconoscere i frutti delle sue battaglie.
Chi era Franca Rame, biografia
Franca Pia Rame è nata a Villastanza, frazione di Parabiago il 18 luglio 1929. La sua è una famiglia da sempre immersa nel mondo del teatro: il padre Domenico Rame era un attore e la madre Emilia Baldini fu maestra e attrice. La famiglia Rame proviene da un’antica tradizione legata al teatro dei burattini e delle marionette risalente al 1600. Da questa tradizione si evince l’innato talento di Franca Rame che già da neonata figurava negli spettacoli dei genitori.
Nella compagnia della famiglia Rame erano le donne ad occuparsi dei costumi e a scegliere e gestire le case in cui vivevano. La madre si occupava dell’educazione dei figli e insegnava loro le parti da recitare, inoltre le decisioni finali sul programma teatrale spettavano proprio a lei.
Franca Rame recita insieme alla sua famiglia fino al 1950, anno in cui si trasferisce a Milano. Qui lavora nella compagnia primaria di prosa di Tino Scotti per lo spettacolo “Ghe pensi mi” di Marcello Marchesi e nel 1952 esordisce al cinema con il film “Papaveri e papere” sempre di Marcello Marchesi.
Nel 1951, lavorando al Teatro Odeon, conosce Dario Fo.
Chi era Franca Rame: il sodalizio d’amore e artistico con Dario Fo
Franca Rame e Dario Fo si sposarono il 24 giugno 1954 a Milano nella basilica di Sant’Ambrogio e l’anno seguente nacque il figlio Jacopo.
«Passa una vita… ed ecco la mia creatura, il mio bambino! Ben lavato e profumato di meraviglie, è qui tra le mie braccia. Mi sto sciogliendo di gioiosa emozione e felicità che non si può raccontare»
Nel 1958 i due coniugi fondarono la Compagnia Dario Fo-Franca Rame, di cui lui fu regista e drammaturgo e lei prima attrice e sceneggiatrice. Dalla loro unione artistica nacquero spettacoli di diversi generi: dalla commedia al teatro politico fino al teatro civile e sociale.
I loro spettacoli hanno sempre dato risalto a tematiche sociali e politiche, presentando la cronaca del momento in chiave ironica e provocatoria. In questo modo la commedia dell’arte era un centro culturale saturo di politica e democrazia.
Franca Rame e Dario Fo hanno dato voce a donne e uomini che fino ad allora facevano parte della categoria degli invisibili, dando vita a personaggi che rispecchiavano la società e ne riportavano le lacune.
Hanno portato sulla scena opere riguardanti la condizione delle donne, il divorzio, l’aborto, la violenza sessuale, il fascismo e la resistenza. L’encomiabile lavoro sociale ha però avuto non poche ripercussioni sulla vita di Franca Rame e Dario Fo, che diventarono a tutti gli effetti un obiettivo politico.
I due coniugi presentarono insieme l’edizione di Canzonissima del 1962, ma vennero sostituiti dopo sei puntate da Sandra Mondaini e Tino Buazzelli. Motivo di questa decisione fu uno sketch in cui un costruttore edile si rifiutava di dotare di misure di sicurezza la propria azienda. La satira di questa rappresentazione evidenziava la precarietà delle condizioni di lavoro nell’edilizia e nella manovalanza italiana, e provocò numerose proteste e polemiche che costrinsero Rame e Fo a lasciare la conduzione del programma.
Chi era Franca Rame: la rinascita attraverso l’arte
Dalla fine degli anni settanta Franca Rame partecipa al movimento femminista. Interpreta testi come “Tutta casa, letto e chiesa” del 1977 incentrato sulla condizione della sessualità femminile, “Grasso è bello!” del 1991, “Coppia aperta, quasi spalancata” del 1983 e “Sesso? Grazie, tanto per gradire” tratto da un testo del figlio che denuncia l’ipocrisia legata al tema del sesso.
Di fondamentale importanza il monologo “Lo stupro” scritto nel 1975 e successivamente introdotto nello spettacolo “Tutta casa, letto e chiesa”. È il racconto in prima persona di una donna violentata che ripercorre minuto per minuto i pensieri e le sensazioni dell’accaduto, denunciando sia la tortura fisica sia l’umiliazione e la seconda violenza subìta dalle istituzioni che avrebbero dovuto proteggerla. Ed è proprio la noncuranza delle istituzioni, il timore di non essere creduta e addirittura ridicolizzata che porta la donna a concludere il monologo davanti la caserma: “li denuncerò…domani.”
Franca Rame disse di aver scritto il monologo partendo da una testimonianza letta su Quotidiano Donna, ma solo nel 1987 rivelò che il testo descrisse quanto subìto in prima persona.
Lo stupro non è mai generato dal desiderio sessuale, ma è sempre e solo un atto di forza il cui unico scopo è punire la donna. Un atto punitivo per le donne che parlano, che alzano la voce, per le donne che assumo potere e che quindi vanno rimesse al loro posto, una punizione per le donne che combattono per ideali di uguaglianza e democrazia. Franca Rame era una donna forte che lottava per ideali giusti e che quindi, secondo esponenti di estrema destra e ufficiali dei carabinieri, andava punita perché risultava “scomoda”.
I mandanti non sono mai stati individuati e il reato cadde in prescrizione.
Franca Rame ha vinto la violenza denunciando quanto accaduto davanti a un numeroso pubblico, in teatro e in televisione. Grazie al suo spirito forte e alla sua natura artistica, Franca Rame si è riappropriata del suo corpo. Il suo monologo crudo e diretto è una denuncia della sopraffazione maschile contro la violenza di genere.
Chi era Franca Rame: l’impegno politico
Nel 1968 Rame e Fo escono dall’ ETI (Ente Teatrale Italiano) e fondano il collettivo Nuova Scena. Successivamente abbandonano la direzione del collettivo per divergenze politiche e fondano un nuovo gruppo di lavoro chiamato “La Comune”. La nuova compagnia si esibisce nei circoli ARCI, nelle case popolari e nelle scuole con testi satirici e di controinformazione politica. Tra gli spettacoli si ricordano “Morte accidentale di un anarchico” e “Non si paga! Non si paga”.
Nel 1999 l’Università di Wolverhampton conferì a Franca Rame e Dario Fo la laurea honoris causa.
Soccorso Rosso Militante
Nel 1968 Franca Rame e Dario Fo tramite il collettivo de La Comune, iniziarono a raccogliere fondi per sostenere gli attivisti antifascisti incarcerati. Dall’idea del Soccorso Rosso Internazionale dei partigiani, nacque il Soccorso Rosso Militante che garantiva assistenza legale agli attivisti di sinistra.
Oltre alla raccolta di fondi e all’assistenza legale, l’organizzazione Soccorso Rosso fornì aiuto agli operai nel corso delle lotte antifasciste nelle fabbriche, tennero sotto controllo le condizioni carcerarie dei militanti di sinistra, si preoccuparono dei rapporti tra carcerati e familiari. Inoltre denunciarono alla stampa e ai magistrati le ingiustizie, i soprusi e gli abusi sui carcerati, denunciarono i maltrattamenti e le condizioni disumane nelle carceri. Le azioni di Soccorso Rosso Militante contribuirono a sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo la difficile situazione delle carceri italiane.
La carriera da Senatrice
Si candidò come capolista al Senato alle elezioni politiche nel 2006 insieme al partito dell’Italia dei Valori e venne eletta senatrice in Piemonte. Sempre nel 2006, Antonio Di Pietro la propose come Presidente della Repubblica e raccolse ventiquattro voti.
Lasciò il Senato nel 2008 con tale dichiarazione: “le istituzioni mi sono sembrate impermeabili e refrattarie a ogni sguardo, proposta e sollecitazione esterna, cioè non proveniente da chi è espressione organica di un partito o di un gruppo di interesse organizzato”.
Riguardo la sua carriera come senatrice dichiarò inoltre: “Il periodo più brutto della mia vita sono stati questi venti mesi in Senato. Venti mesi veramente inutili.”
Franca Rame è morta il 29 maggio 2013, nella sua abitazione a Milano, a 83 anni.