Siamo nel pieno del periodo natalizio e della sua magia, ma vi siete mai chiesti com’era il Natale negli anni Novanta? Per il Vintage Friday ricordiamo il Natale di quegli anni.
Manca una settimana a Natale e, nonostante il periodo non facile, è sempre bello respirare l’atmosfera natalizia: i regali, i dolci, le luci, tutto è più bello quando è Natale.
Col passare degli anni, le tradizioni e gli usi sono cambiati molto, ma com’era il Natale negli anni Novanta?
Le pubblicità
Se c’è una sicurezza in questa vita sono sicuramente le pubblicità natalizie, che arrivano puntualmente a fine novembre, bombardandoci di offerte di pandori e panettoni.
Fra le più iconiche pubblicità degli anni Novanta, non possiamo dimenticare lo spot pubblicitario della Coca-Cola, un must natalizio, diventato tradizione negli anni Ottanta.
Lo spot vedeva decine di camion rossi percorrere strade innevate al ritmo di una canzoncina che, scommettiamo tutti, ancora vi ricordate a memoria.
Un’altra pubblicità iconica era quella del Panettone Motta del 1994 col tormentone “Panettone Motta, si accende la bontà” e una canzone fin troppo ricca di controcanti.
I regali
Come sempre, i regali erano principalmente incentrati sui bambini. Negli anni Novanta, sono stati tanti i giocattoli cult richiesti a gran voce a Natale: innanzitutto la PlayStation 1, messa in commercio nel 1995 in Italia, un must nelle letterine per Babbo Natale, nelle quali chiedevamo anche qualche gioco.
Sempre parlando di tecnologia e videogiochi, non possiamo che ricordare il Game Boy Color, arrivato in Italia nel 1998, che è stata per molti la prima console portatile. Era disponibile in diversi colori, ma soprattutto erano in commercio anche diversi gadget, come la luce per lo schermo, il cavo Bluetooth e, ovviamente, centinaia di giochi, tra cui ricordiamo distintamente Pokémon.
Ma accantoniamo un attimo i videogiochi, per ricordare altri regali richiestissimi negli anni Novanta, come le Polly Pocket, Barbie Magie delle Feste (che, più di un giocattolo, era diventato uno status symbol), il galeone della Playmobil, il Tamagotchi e, ovviamente, Emiglio, il primo robot radiocomandato arrivato in Italia, in grado di muoversi e trasportare oggetti.
Oltre ai giocattoli, tra i regali più richiesti (magari dagli adolescenti o dagli adulti) c’erano il lettore CD portatile (passando dalle musicassette ai CD), uno zaino Invicta (da portare rigorosamente su una spalla) e qualsiasi oggetto con stampate sopra le foto delle Spice Girls.
Le amanti della moda, invece, potevano chiedere le scarpe Buffalo (le famose scarpe da ginnastica con la zeppa, che hanno mietuto decine di vittime), un paio di Dr Martens, una nuova camicia di flanella e gli immancabili choker.
Film
Tra una cena, un pranzo e una colazione di Natale, non volete fare una bella maratona di film natalizi?
Negli anni Novanta ne sono usciti molti, noi ne citiamo tre:
-Mamma ho perso l’aereo: tra i film natalizi più iconici di tutti, con protagonista il piccolo Kevin, bambino che fa parte di una famiglia molto numerosa. La famiglia McCallister si sta preparando per partire per Parigi, ma si tratta di una partenza molto confusionaria e dimenticano una cosa, o meglio, qualcuno: il piccolo Kevin. Il bambino, seppur felice all’inizio, si troverà nei guai quando due ladri prendono di mira la sua casa, per derubarla. Il film è del 1990 ed è diretto da Chris Columbus, un cult che guardiamo con piacere ancora oggi.
-Nightmare Before Christmas: è un film di Halloween? È un film di Natale? La disputa è sempre aperta, ma a noi piace vederlo in entrambe le occasioni.
Questo film d’animazione, girato con la tecnica della stop-motion, vede come protagonista Jack, il re del Paese di Halloween; qui tutto ruota intorno ai preparativi e alla festa del 31 ottobre. Jack, stanco della routine, inizia a vagabondare e trova il Paese del Natale. Questa scoperta lo convince a far preparare il Natale anche nel Paese di Halloween, con risultati spaventosi.
-Miracolo nella 34° strada: il film inizia nel Giorno del Ringraziamento, quando Tony, il Babbo Natale dei Grandi Magazzini, viene licenziato perché trovato ubriaco. Viene assunto allora il signor Kris Kingle; l’uomo afferma di essere il vero Babbo Natale, sarà vero?
Per i più piccoli, inoltre, non possiamo dimenticare la miriade di cartoni animati Disney trasmessi ad ogni ora in televisione durante le feste. Oltre alle videocassette, potevamo vedere sia i cortometraggi che i lungometraggi della Walt Disney, per un Natale da sogno.
Tradizioni
Il Natale degli anni Novanta era sicuramente più semplice e tradizionale di quello di oggi.
L’albero di Natale veniva fatto rigorosamente l’8 dicembre, insieme al Presepe, sempre di colore diverso e con mille lucine colorate che si aggrovigliavano fra loro.
I bambini portavano a casa i lavoretti natalizi fatti a scuola, lasciando brillantini ovunque e, spesso e volentieri, recitavano la poesia imparata scuola, mentre erano in piedi sulla sedia, davanti a tutta la famiglia.
Alla cena della Vigilia si usava una bella tovaglia rossa e non si faceva altro che mangiare: dal fritto che nonna preparava in cucina (e che spesso si rubava furtivamente) ai dolci tipici di ogni regione e località.
E che dire delle offerte delle compagnie telefoniche per mandare 100 sms a 10’000 lire al mese?
Il Natale degli anni Novanta era sicuramente diverso da quello di oggi: magari migliore, forse peggiore, ma sicuramente diverso.
Non c’erano foto di Instagram, non c’erano servizi streaming con cui recuperare ogni tipo di film e le pubblicità erano spesso odiose.
Ma gli anni Novanta rimangono iconici ancora oggi e noi li ricordiamo con tanta malinconia.