La quarantena anni 90 sarebbe stata davvero diversa? Oggi abbiamo whatsapp, Skype, Facebook, Netflix, Amazon, e tantissime comodità. Ciò non toglie che sia difficile nonostante la tecnologia, ma negli anni 90 come sarebbe stata?
Giornata tipo da quarantena anni 90
Ci saremmo svegliati con calma, o così avremmo creduto perché ci saremmo alzati con la mamma che aveva già rivoluzionato casa. Perché negli anni 90 era ancora in voga il “hai visto mai viene qualcuno?” e non sarebbe valsa come risposta “ma siamo in quarantena!” perché l’obiezione sarebbe stata “non si sa mai”.
Ormai alzati ci saremmo diretti in cucina a fare colazione, contenti perché finalmente potevamo guardarci con calma tutti i cartoni animati fino alla fine. Mentre ci gustavamo il nostro Nesquik, sognavano di essere Candy o Lady Oscar e di fare cose leggendarie. Per i maschietti trovare il corrispondente maschile.
Finita la colazione e i cartoni, ci saremmo diretti verso il telefono per parlare con i nostri amici. Pia illusione perché dopo 5 minuti arrivava un genitore a ricordarti che le bollette si pagano. E sono anche salate.
Per chi aveva il cellulare cambiava poco: se non avevi le promozioni per inviare messaggi o fare chiamate, la scheda durava mezza giornata. E finché non prendevi la paghetta non potevi andare dal tabaccaio a ricaricare.
Farla online non era neanche previsto. La connessione ADSL avveniva tramite un router rumorosissimo, che funzionava solo se non facevi telefonate. Scaricare o inviare file, richiedeva parecchie ore e molti si ricorderanno la finestra con i fogli che volano da una parte all’altra per un tempo indefinito.
Presi dalla noia avremmo scelto una videocassetta dalla nutrita collezione di famiglia, se niente fosse stato di nostro gradimento avremmo avuto varie scelte sul da farsi:
– prendere il Walkman e ascoltare le nostre canzoni preferite
– accendere la radio e fare il giro delle stazioni per registrare le canzoni. E pregare di non trovarle già iniziate.
– mettere un CD delle spice girls e ballare come se fossimo nel loro video. Vale anche per Britney Spears e compagnia.
Quarantena anni 90: le serie tv
Oggi abbiamo Netflix e Amazon, allora solo la TV. Lo streaming non era ancora nei sogni, quindi dovevamo organizzarci per gli orari delle serie tv. Più o meno l’organizzazione era questa:
– rete 4 telenovelas, canale per le nonne, televendite di Giorgio Mastrota e Patrizia Rossetti. Mike Buongiorno e la ruota della fortuna, la signora in giallo.
– canale 5 informazione, film, Beautiful e quiz. Forum, il giudice Santi Licheri. Da vedere la sera, se c’erano bei film.
– Italia uno canale figo: cartoni, telefilm, non è la RAI, programmi per ragazzi. Fermiamoci qua tutto il giorno.
– RAI non pervenuta.
Oggi i telefilm vengono rilasciati a stagioni, che ci guardiamo in poche ore per poi passare ad un altro. Negli anni 90, veniva rilasciata una stagione all’anno di cui veniva mandato in TV un episodio a settimana. Sabato e domenica repliche. Idem in estate.
E le guardavano tutte perché non avevano altro. Ci siamo guardati pure Dawson’s Creek e le lagne del protagonista, quindi rendetevi conto.
Non c’era sempre una televisione per stanza, spesso c’era quella nella camera dei genitori e quella in salotto. Se fossimo stati in quarantena, avremmo dovuto condividerla con la famiglia, il che avrebbe implicato guardare Forum a metà mattinata con la mamma o la nonna.
Oggi questa trasmissione è molto trash, ma allora non lo era. Le tematiche erano molto più reali, meno romanzate e raramente si assisteva alle scene della trasmissione odierna. Il mitico giudice Santi Licheri leggeva le sentenze ad una velocità tale per cui neanche lui si stava dietro. Aveva mille fogli su cui aveva scritto appunti e puntualmente li mescolava leggendo cose sparse. Nessuno capiva nulla, ma andava bene così.
Quarantena anni 90: avremmo cucinato allo stesso modo
Questo non sarebbe cambiato. Probabilmente c’erano meno supermercati e più negozi di quartiere, ma la sostanza sarebbe stata la stessa: avremmo cucinato come se non ci fosse un domani.
E gli avanzi li avremmo lasciati alla porta del vicino, telefonandogli per avvertirlo o bussandogli alla porta e salutandolo dall’occhiolino.
Forse saremmo già stati lontani dalle famiglie, emigrati per lavoro, avremmo fatto le stesse code per tornare a casa, e avremmo tentato di uscire come facciamo oggi. Tutto sommato non l’avremmo vissuta diversamente la quarantena anni 90, perché alla fine tutto ciò che chiediamo è stare con i nostri cari, che siano familiari o amici, vicini o lontani.
Quindi forza e coraggio, il natale quest’anno sarà diverso e per molti solitario ma consoliamoci con la tecnologia e quello che il progresso che ci ha dato. Guardiamo il lato positivo: possiamo finalmente stare a casa a poltrire, e nessuno può dirci nulla.