La riforma monetaria cubana elimina dopo più di vent’anni il sistema a doppia valuta. Questa riforma insieme ad altre misure volute dal presidente Diaz-Canel punta a dare un nuovo corso alla fragile economia di Cuba.
La riforma monetaria cubana: di che si tratta?
Questo provvedimento era atteso da anni dalla popolazione cubana ed era una delle promesse dell’ex presidente Raul Castro (in carica dal 2008 al 2018). La riforma monetaria metterà fine al sistema peculiare che vige a Cuba dal 1994. Nell’isola, infatti, sono presenti due monete: il CUP o peso cubano e il CUC o peso cubano convertibile.
Che cosa sono i CUP e i CUC?
Il peso cubano (CUP) è la valuta usata dalla popolazione locale. Con essa vengono pagati i lavoratori che possono spendere con questa valuta, nella maggior parte dei negozi. Attualmente il CUP ha un tasso di cambio col dollaro molto sfavorevole, ossia di 25:1 (per avere un dollaro USA ci vogliono 25 pesos).
Il peso cubano convertibile (CUC), invece, è una moneta introdotta nel ’94 per migliorare l’economia cubana. Il CUC è usato solo in ambito turistico e ha un tasso di cambio fisso col dollaro statunitense di 1:1, quindi hanno il medesimo valore.
Gli svantaggi della doppia valuta.
La riforma monetaria cubana dall’inizio del 2021 andrà ad abbattere questo sistema. Se da una parte la coesistenza del CUC e del CUP ha incrementato le entrate dal turismo e ha permesso di poter acquistare beni essenziali, dall’altra ha causato un’enorme confusione nei conti statali dove le due monete locali e il dollaro sono fusi con un tasso di cambio paritario (1:1:1).
Tuttavia lo svantaggio più grande in questo regime monetario doppio si presenta alla popolazione. Per la stragrande maggioranza degli 11000000 di cubani non vige il rapporto 1:1:1 tra i CUP, i CUC e i dollari, bensì il rapporto 25:1.
Allora, se abbiamo detto che i CUC sono usati solamente dai turisti e da quella parte di cubani che lavora con loro, dov’è il problema? Il problema si trova nella situazione in cui versa la popolazione dell’isola. A Cuba nei negozi che accettano i CUP c’è una grave mancanza di beni fondamentali come il cibo.
Perciò i cubani vanno a comprare nei negozi per turisti dove si paga esclusivamente in CUC. Tuttavia il potere d’acquisto dei locali con i CUP è molto limitato (il rapporto, ricordiamo, è di 25:1) e fanno fatica ad accedere ai beni primari.
La riforma monetaria.
La riforma annunciata dal presidente Diaz-Canel istituirà un tasso unico di 24 pesos cubani per dollaro USA. Questa soluzione sembra poter allontanare lo spettro della svalutazione dal peso e quindi preservare i risparmi dei cubani.
Inoltre il presidente cubano ha dichiarato che dal 1 gennaio si avranno sei mesi di tempo per liberarsi del peso convertibile cambiandolo con i CUP o esaurendolo in acquisti. Nei mercati, ad esempio, sarà possibile acquistare con i CUC e ricevere il resto in CUP.
La popolazione cubana, in realtà, ha già cominciato da ottobre a cambiare in banche o case di cambio la moneta convertibile a seguito dell’avvicinarsi della riforma monetaria. Questa ondata di cambi ha generato la svalutazione del CUC nel mercato informale.
La riforma monetaria cubana: Cuba tra vecchi e nuovi problemi.
Il presidente Miguel Diaz-Canel durante il suo discorso in televisione ha affermato che la riforma monetaria cubana non sarà “la soluzione magica a tutti i problemi” economici del Paese.
Questa riforma, che è sul banco di lavoro da ormai 7 anni, insieme ad altre misure economiche sui salari e le pensioni dovrà dare basi più solide all’economia cubana.
La crisi del turismo a Cuba.
Attualmente l’economia dell’isola caraibica è in grave difficoltà. Quest’anno la pandemia ha acuito gli annosi problemi di Cuba colpendo la sua voce di bilancio più importante: il turismo.
Infatti il turismo è stato per anni il motore dell’economia isolana indebolita da decenni di regime castrista (prima con Fidel e poi con Raul Castro) ed embargo imposto dagli Stati Uniti nel tentativo (fallito) di sradicare il comunismo dall’isola.
L’afflusso di turisti permetteva ai cubani di accedere a fonti di guadagno come l’accoglienza degli stranieri nelle “casas particulares” e nei ristoranti. Inoltre molti cubani si guadagnano da vivere come jiniteros, persone che si intrattengono con i visitatori e fanno per loro piccoli favori.
La difficoltà di accedere agli aiuti e le tensioni sociali.
A complicare il quadro c’è anche la crescente difficoltà da parte di Cuba di ottenere aiuti dalle Nazioni amiche come il Venezuela che fornisce all’isola praticamente a gratis il petrolio. Altri sussidi vitali vengono dalla Cina.
Sullo sfondo della riforma monetaria cubana si stagliano anche le tensioni sociali dovute alla mancanza di libertà d’espressione e di opinione.
A novembre il movimento di San Isidro durante le proteste contro l’arresto del rapper Denis Solis è stato sgomberato dalla sua sede. Questo movimento lotta a favore della libertà di parola che spesso a Cuba viene negata.
La riforma monetaria cubana: conclusioni.
Il pacchetto di riforme che il governo di Diaz-Canel sta approvando è un tentativo di risollevare un’economia che da anni boccheggia ed è stretta tra le spire degli scontri geopolitici.
All’interno di questo Stato la popolazione si mostra sempre più insofferente all’isolazionismo e alle dure condizioni di vita a cui è sottoposta. Il governo sa che la situazione è critica e prosegue con il pugno di ferro le riforme, quella monetaria in particolare, minacciando con pene severe qualsiasi trasgressore.
Reggono gli unici due settori in cui il precedente regime castrista ha avuto successo, la sanità e l’istruzione, e in particolare la prima ha impedito al coronavirus di dilagare nel Paese.