Cosa visitare a Baia? Insieme a Cuma, Pozzuoli, la vicinissima Bacoli, Baia sorge nella suggestiva cornice dei Campi Flegrei, zona famosa fin dalla notte dei tempi per la sua attività vulcanica: un’attività che tuttavia non ha scalfito, ma anzi ha mantenuto intatte alcune delle bellezze di questa antica cittadina, divise tra la terra e i fondali marini.
Cosa visitare a Baia: le origini della città
Baia, il cui nome deriva da quello di un compagno di Ulisse, che qui morì e fu sepolto, è stata celebre per le sue sorgenti termali fina dall’antichità. I romani la predilessero e vi ebbero ville Cesare e Pompeo, Caio Mario e Cicerone. Da Augusto ad Alessandro Severo divenne residenza imperiale. (Vittorio Gleijeses)
Riguardo alle origini di Baia, e soprattutto del suo nome, girano alcune leggende, delle quali la più nota è legata al mito di Ulisse, secondo quanto racconta Strabone, nella sua opera Geografia (Libro V, 4, 6); all’interno di tale opera, redatta tra tra il 14 e il 23 d.C , lo storico e geografo greco racconta infatti che proprio qui morì Bajos, timoniere e compagno di Ulisse.
In realtà l’ipotesi più accreditata è quella secondo la quale il nome derivi da lacus baianum, un bacino racchiuso tra due promontori: il promontorio di Punta dell’Epitaffio e quello di Punta del Castello.
Per quanto riguarda la città, i primi insediamenti risalirebbero all’epoca romana, in particolare al III secolo a.C., ma è solo due secoli dopo che raggiunge il massimo splendore, riempiendosi di “villae” dove alloggiarono tra i più grandi protagonisti della storia romana, e diventando un luogo di villeggiatura e di svago. Un luogo dove ogni genere di svago era concesso: dal consumo di alcol, al sesso illecito, per non parlare delle feste in spiaggia e sulle barche.
A partire dal I secolo a.C., tuttavia, Baia andò incontro ad un violento fenomeno di bradisismo, che nei secoli avrebbe portato metà della città sott’acqua.
Cosa visitare a Baia: cos’è esattamente il bradisismo?
Il bradisismo è un particolare fenomeno geologico correlato al vulcanismo, caratterizzato da un periodico abbassamento o innalzamento del livello del suolo; normalmente tale fenomeno è poco visibile nelle zone d’entroterra, mentre è più evidente vicino alle coste, in quanto provoca una progressiva emersione o immersione di tratti di costa, o addirittura di interi territori o edifici.
Le cause, tuttavia, sono ancora oggetto di studio e sono tante le teorie al vaglio: la più recente, vedrebbe alla base del fenomeno, delle variazioni di riscaldamento delle falde freatiche interposte alla crosta terrestre, che ne provocano la deformazione.
Nel mondo, i fenomeni di bradisismo sono rari, e presenti soprattutto nelle Americhe, ma anche in Italia, dove si trova quello più conosciuto, ossia quello che ha coinvolto e coinvolge la zona dei Campi Flegrei, della quale fa parte anche la cittadina di Baia.
I primi risalgono al II secolo a.C., in piena età repubblicana, quando la città cominciò ad essere “divorata” dal mare, fino al IX secolo; a questa prima “fase” ne seguirono altre ( dal X al XVI secolo, dal XVII secolo fino al 1970) per poi culminare nei primi anni ’80 e proseguire lentamente fino ai giorni nostri, dove la parte della città “sommersa” supera di tre volte Pompei, in termini di estensione geografica. Un autentico tesoro sommerso, che racchiude tanti segreti di questa cittadina.
Cosa visitare a Baia: il Parco Sommerso
Strade antiche che fino a qualche secolo fa pullulavano di gente, resti di pavimenti pregiati ad indicare lo sfarzo passato di chi popolava quelle case, meraviglie che l’acqua cela e conserva gelosamente: è questo ciò che compare a chi si accingere a visitare munito di muta da sub, o semplicemente ad osservare dalla superficie dell’acqua, il Parco Sommerso di Baia, sito istituito nel 2002 dal ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e di quello per i beni e le attività culturali, e successivamente divenuto nel 2007, area protetta.
Un’autentica città sommersa, che conserva i resti di case di lusso, ma anche di monumenti di enorme pregio e valore archeologico.
Tra questi spicca il Ninfeo di Punta Epitaffio, edificio sacro risalente al I secolo d.C, oggi situato a circa 7 metri di profondità. Al suo interno racchiude un gruppo scultoreo, trovato dagli archeologi solo all’inizio degli anni ’70 e raffigurante l’episodio dell’Odissea di Ulisse e il Ciclope Polifemo, quando quest’ultimo viene accecato dall’eroe di Itaca, prigioniero nella dimora del mostro insieme ai suoi compagni d’avventura.
Altre statue di estremo valore archeologiche sono state trovate all’interno di quelle che erano ville private, che rappresentava il tipo di edificio prevalente in quella che è stata ribattezzata da alcuni la “Beverly Hills dell’Antica Roma”.
Tra queste anche una statua raffigurante la madre dell’imperatore Claudio, non lontana da quella che è stata, in superficie la villa dell’imperatore romano.
Altro sito di valore nel Parco Sommerso di Baia è il Portus Julius, fatto edificare nel 37 a.C. come avamposto militare e navale, e divenuto in seguito un luogo sacro delle divinità infernali e alle cure termali, ricco di lussuose residenze.
Abbandonato nel IV secolo a causa del bradisismo, venne riscoperto solo in epoca rinascimentale, ma è solo nel 1956 che grazie alle foto aeree scattate da Raimondo Bucher, ex militare pilota, che si ebbe la visione completa di questo complesso sommerso.
Cosa visitare a Baia: il Castello Aragonese
Collocato su un promontorio a 51 m s.l.m., si dice che il Castello Aragonese sia stato costruito sui resti di un complesso residenziale d’epoca romana (in molti sostengono che si trattasse della “villa di Cesare”, i cui resti sarebbero stati inglobati nelle mura di questa struttura.
Venne realizzato dagli Aragonesi, appunto, nel 1495 allo scopo di difendersi dall’ imminente invasione dei francesi di re Carlo VIII, potendo vedere l’intero Golfo dalle proprie mura, data la posizione strategica. Dopo essere stato carcere militare nella Seconda Guerra Mondiale, dal 1984 è la sede del Museo archeologico dei Campi Flegrei, che racchiude e conserva alcune delle statue che gli archelogi subacquei hanno portato in superficie dal Parco Sommerso di Baia.
Cosa visitare a Baia: il Complesso Archeologico
Rappresenta i resti della parte “emersa” della città, collocata in collina, che racchiudono costruzioni, ville e complessi termali, appartenenti ad un vasto periodo della storia romana, che abbraccia la tarda età repubblicana e le età augustea, adrianea e severa.
Strutture tra le quali spiccano senza dubbio i templi di Diana, di Mercurio e di Venere, nati in origine luoghi di culto ma divenuti in seguito strutture termali.