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I vini catalani e le meraviglie di Barcellona

I vini catalani: Barcellona e la Catalogna

“Tutta Barcellona si stendeva ai miei piedi e volli credere che, nell’aprire le mie nuove finestre, le sue strade mi avrebbero sussurrato storie al crepuscolo e segreti all’orecchio perché io li catturassi sulla carta e li raccontassi a chi volesse ascoltarli.”
– Carlos Ruiz Zafón

Barcellona, capitale e meta più visitata della Catalogna, è una città magica, lo sappiamo bene.

Ti entra nel cuore al primo sguardo.

Ogni passo è una scoperta nuova, ed ogni volta che ci ritorno mi appare diversa, trasfigurata.

Inutile dire che è una delle città che più amo: le guide turistiche non te lo dicono che Barcellona ti entra nel sangue al primo respiro.

L’aria, persino l’aria qui è diversa: pungente, eccitante, energica, viva.

Ogni cosa, qui, ogni pietra, ogni strada, possiede un’anima tutta sua, ed una malinconica, devastante bellezza si avverte in ogni angolo, in ogni più piccolo vicolo di questa meravigliosa città.

L’avverti guardando la città che si estende ai tuoi piedi dalla teleferica, mentre giungi alla collina di Montjuic dominata dall’imponente Castell, passando per il Poble Espanyol e l’orto botanico.

Dal panorama del porto alle prime luci dell’alba.

Passeggiando lungo il molo de la Barceloneta mentre la città ancora dorme, nel fruscio delle ali dei pappagalli che scorgi appena tra le foglie delle palme, tra le bancarelle improvvisate per terra (e ci trovi proprio di tutto!), e mentre t’immergi, scalza, nella sabbia, umida e impalpabile sotto i piedi.

vini catalani – Barcellona: Playa de la Barceloneta (ph. unsplash)

L’anima di Barcellona la percepisci camminando sulla Rambla, partendo dalla statua di Colombo e poi su, lungo tutta la strada ricca di volti sempre diversi e piccoli nugoli d’artisti di ogni sorta, fino a giungere a quell’infinito labirinto che è il Barri Gòtic, con i suoi antiquari, i negozi di ombrelli, la Catedral de la Santa Creu e la Plaça del Rei.

E nel Mercat de la Boqueria, in mezzo alla folla disordinata e chiassosa, tra la frutta esotica e sconosciuta e le incredibili piramidi di spezie colorate, rame, ocra e cremisi, nell’odore pungente di cannella e cioccolato e nei prelibati coni pieni di Jamón ibérico.

Gustando una cerveza insieme ad una squisita paella, bevendo sangria o mangiando tapas insieme ad un bicchiere di vermouth.

E ancora, sfiorando le antiche mura de la Catedral de Barcelona.

vini catalani – Barcellona: Casa Vicens, Gaudì, Carrer de les Carolines (ph. unsplash)

Osservando la maestosa ed inconclusa imponenza della Sagrada Familia, un immenso castello di sabbia che cela al suo interno una vera e propria magia fatta di mille colori, di giochi di luce e vetrate impossibili.

E tutte le altre opere di Gaudì, oh, come si fa a non sentire tutta l’anima di Barcellona in quelle opere?

Non basta la vista della città dalla terrazza del Parc Güell ?

vini catalani – Barcellona: Parc Guell (ph. unsplash)

Oppure osservando Casa Batllò, bellezza marina di curve e spirali, e geometrie di conchiglie e squame di drago, “immenso, insensato mosaico multicolore e rutilante con iridescenze scintillanti, da cui emergono forme d’acqua” come diceva Dalì.

E Casa Milà, la rocciosa Pedrera? “Opere d’arte, ma vive. Piene d’anima smaniosa.

Da non perdere assolutamente, anche il bar Bosc de les Fades, per un aperitivo in un vero e proprio bosco incantato, terribilmente affascinante.

E la collina del Tibidabo, con il belvedere e la sua vista mozzafiato, e l’omonimo luna park, il più antico (e probabilmente il più infestato) di Spagna.

vini catalani – Barcellona: Temple Expiatori del Sagrat Cor, Tibidabo (ph. unsplash)

E ancora, il Bunker del Carmel, da cui si può godere di tutta la cupa e misteriosa bellezza di Barna.

E infine, la Font màgica de Montjuïc , la fontana magica nel bel mezzo della Plaça d’Espanya, con i suoi getti d’acqua colorati, la musica, l’incredibile potenza.

Ma spiegare Barcellona e le sue meraviglie è impossibile: bisogna viverla.

Qui si sta con il naso all’insù quasi costantemente, come fosse un’abitudine.

Qui ogni sguardo è una storia d’amore, la stessa lingua catalana è pregna di passione e mistero.

Barcellona va vissuta, sì, ad ogni angolo, in tutte le sue sfaccettature, ad ogni ora e nei luoghi più nascosti.

Tra le strade lucide di pioggia e quando il cielo è cupo. Osservando le facciate dei palazzi e camminando tra la folla.

Allora, e solo allora, ne avrete colto la triste bellezza.

O almeno una piccola parte.

vini catalani – Barcellona: Barrìo Gotico (ph. handluggageonly su pinterest)

I vini catalani: le origini

L’Impero Romano rappresentò per la Catalogna una vera età dell’oro, o meglio, del vino.

I romani, si sa, erano grandi fautori di questa bevanda, e contribuirono fortemente alla sua diffusione (l’arte vitivinicola giunse invece in Catalogna per merito dei Fenici).

Quando però giunsero i Mori, la produzione del vino divenne molto più scarsa e scadente: bisognò aspettare il 19esimo secolo perché i vini catalani raggiungessero un certo prestigio (questo avvenne anche grazie all’invasione della filossera sulle viti francesi).
Oggi i vigneti catalani ricoprono una vasta area che si estende dalla costa mediterranea alle montagne dell’interno, le cui basse temperature incidono molto positivamente sulla qualità dei vini.
La Catalogna è formata da dieci zone a DO: Catalunya, Pla de Bages, Penedès, Conca de Barberà, Costers del Segre, Alella, Empordà-Costa Brava, Priorat, Terragona e Terra Alta.
Ma la culla della viticoltura spagnola è ad Ampurdàn/Empordà: qui circa 2000 sono gli ettari ricoperti da viti.
vini catalani – Barcellona: Priorat (ph. pinterest)

Il Cava

La gamma dei vini catalani, che spazia dal delicato spumante al rosso corposo, non ha eguali nel resto del Paese.

Il vino più famoso è in Cava, uno spumante nato dall’ispirazione dell’agronomo Luis Justo y Villanueva, dopo aver assaggiato lo Champagne.

Questa denominazione, viene rilasciata solo e soltanto se proviene da una delle otto regioni catalane a cui è permessa tale produzione (il 95% circa proviene dal Penedès).

Viene differenziato più o meno secondo gli stessi principi del suo corrispondente francese: esiste il Cava, il Cava Reserva ed il Gran Reserva, il Brut Nature, Extra BrutBrut, Extra Dry, Dry, Demisec e Sweet, sulla base del residuo zuccherino.

I vitigni da cui si ottiene, di sole uve bianche, sono macabéo, perellada e xarel-lo.

L’affinamento minimo è di 9 mesi, 15 per i Reserva e 30 per i Gran Re­serva.

I vini catalani rossi

Il suolo catalano è poroso, ricco di quarzo, drenante. Le uve più ricercate sono la garnatxa (il cannonau sardo!) e carineña, in Catalogna chiamata samsó.

Queste sono uve che portano alla produzione di vini molto meno corposi e alcoolici dei classici rossi, ma ben più eleganti (nello stile francese).

Sono vini freschi e persistenti.

I vini rossi spagnoli, o “vini tinti”, sono quasi interamente prodotti nell’area de La Rioja (il nome è di per sé ridondante): il fiume che l’attraversa si chiama invece Ebro.

La Rioja è una provincia nel Nordest, fra i Paesi Baschi e Saragozza.

Le uve riojane sono cinque: tempranillo (la più diffusa), grenacha, matuelo, además e graziano, la più pregiata.

La Rioja è una DO, denominazione di origine, che corrisponde alla nostra DOC. Si tratta in ogni caso di vino puramente biologico: qui è di norma produrlo in tal modo.

Uno dei migliori vini della Rioja, premiato nel 2013, è il Gómez Cruzado Reserva 2007, un tempranillo: questo possiede un bouquet nitido di frutti rossi, mora, fragola e amarena. Acido al palato (come tutti i vini riojani, meno corposi e tannici rispetti ai nostri).

I vini catalani più famosi

I viticoltori in Catalogna producono anche vini bianchi (secchi e rosati), e persino vini dolci naturali.

Le migliori bottiglie catalane sono le DO Penedés, Priorat, Costers del Segre e Montsant.

Il Malvasía de Sitges è, invece, un vino dolce prodotto a sud di Barcellona, perfetto da abbinare ai dessert come le escumes de Sitges.

Le bottiglie più vendute sono invece: il Cava Palau Gazo Brut, il Wine Side Story Cava Bebito Brut Nature, il Segura Viudas Cava Brut Reserva, il Cava Palau Gazo Rosè e l’Alvaro Palacios Camins Del Priorat 2018.

E non dimentichiamo il Vermouth e la Sangria!

Sebbene non sia tipicamente catalano, il Vermouth si diffuse qui nel XX secolo grazie a Flaminio Mezzalama.

Si tratta di un vino messo a macerare insieme ad erbe, frutti e spezie tra cui cannella, coriandolo, salvia, vaniglia, rosa, sandalo, scorze di limone o arance amare.

Tradizione vuole che sia servito “al grifo” (“al rubinetto”) perché si conserva in piccole botti con o senza acqua gassata.

Il Vermouth qui si degusta durante l’aperitivo, come accompagnamento alle tapas, ad esempio.

È talmente diffuso ed amato dai catalani che ha dato vita all’espressione “anar a fer el vermut”.

La Sangria invece, come sappiamo, è la tipica bevanda spagnola, ottenuta dal vino rosso unito a cognac, zucchero, pezzi di limone, arancia, pesche ed altri frutti in infusione.

Il termine “sangria” significa sangue in spagnolo, proprio in riferimento al vino rosso usato per la sua preparazione. Tradizionalmente viene realizzata con il tempranillo.

vini catalani – Barcellona: Sangrìa (ph. the_rooftopguide su Instagram)

Insomma, di vini e di bevande catalane ce ne sono tante, una più gustosa dell’altra.

Non vi resta che gustare quella che preferite:

una Sangria ghiacciata in piena estate, magari passeggiando sulla spiaggia de La Barceloneta, oppure una fresca e dissetante Cerveza sotto l’imponente sfondo della Sagrada Familia, o ancora un aperitivo con Vermouth e tapas in uno dei tanti bar sulla Rambla, o sorseggiando un calice di squisito vino rosso catalano mentre visitate gli angoli più nascosti di questa splendida, magica regione.

In ogni caso, Salud!

 

(Fonti: xtrawine.com, dintornibarcellona, Wikipedia)

 

 

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