Ci risiamo: l’Italia della Terza Repubblica ha messo in scena una nuova crisi di governo.
Matteo Renzi ha dato ufficialmente il via ad una nuova stagione della politica italiana ieri sera. In conferenza stampa, l’ex premier ha annunciato le dimissioni delle ministre di Italia Viva, lasciando così una voragine nella maggioranza. Il neonato partito renziano ha, con sé, il peso di ben 18 voti al senato: numeri impossibile da colmare senza un nuovo rimpasto di governo.
Il suono del silenzio di Conte: il Premier non rilascia dichiarazioni
Le voci a Palazzo Chigi si susseguono senza sosta, ma quello che ha fatto realmente scalpore è il suono del silenzio di Conte. Il premier, infatti, non ha ancora rilasciato una vera e propria dichiarazione su questa crisi di governo. Le opposizioni, nel frattempo, insorgono: Matteo Salvini e Giorgia Meloni chiedono un immediato ritorno alle urne degli italiani. Di Maio e Zingaretti, principali volti dei partiti di maggioranza, si scagliano invece contro Matteo Renzi: la principale accusa è quella di aver generato una crisi da irresponsabili durante una delle peggiori fasi della storia del nostro paese. Giuseppe Conte, al momento, osserva ancora la scena.
Le varie ipotesi di governo: cosa succederà dopo questa crisi?
Le ipotesi più plausibili, al momento, sono quelle che riguardano un eventuale Conte ter con la stessa maggioranza. Matteo Renzi, infatti, non ha mai escluso un eventuale dietro-front e non ha mai posto un veto sui nomi. Certamente, il suo obiettivo è quello di mettere quanto più in ombra possibile Conte, spodestandolo o, in alternativa, cercando di guadagnare ministeri di maggior rilievo. Ecco allora che torna papabile la candidatura di Maria Elena Boschi, già al secolo ministro di fiducia del decaduto governo Renzi. Alcune voci insistono su come lo stesso leader di Italia Viva stia cercando di guadagnare qualche ministero, ma questa resta un’ipotesi più defilata.
Trattative e fantapolitica: la crisi di governo passa dalla conta dei voti
Al momento, infatti, qualunque sia la proposta messa sul tavolo, si tratta di fantapolitica. La verità è che al momento la maggioranza non ha i numeri per governare e i prossimi giorni si muoveranno proprio intorno a questa caccia. In una prima battuta, sembrava che questa pioggia di consensi dovesse cadere dalla sezione azzurra del parlamento. Nonostante le varie ipotesi, però, Silvio Berlusconi, attraverso il vice-presidente del partito Tajani, a negare questa possibilità. Si parla di un possibile rientro di alcuni esodati del M5S.
L’ipotesi più probabile, dunque, è che Conte voglia aspettare il 20 gennaio: questa dovrebbe essere la data X per un eventuale conteggio dei voti in Senato per verificare la stabilità di questo governo. Fino ad allora, la crisi di governo resterà aperta e ogni scenario sarà possibile.