Passionale, ribelle, geniale. Isadora Duncan ha fatto della sua vita un’opera d’arte.
Ci sono gesti semplici che assumono una valenza rivoluzionaria come il semplice togliersi le scarpe e restare a piedi nudi.
Cosi Isadora Duncan inventò la danza moderna.
Isadora Duncan: la donna della danza
Le sue colleghe danzavano in scarpette e tutù seguendo rigidi schemi e regole stringenti, mentre lei scelse di volare sulle punte dei piedi scalza e vestita di una tunica leggera e si lasciava andare, come un’onda che si frange sulla riva. In un’epoca in cui tutti erano convinti che essere donna significasse solo essere mamme e mogli devote, per Isadora non era necessario un marito per crescere i figli, ne tanto meno seguire stereotipi legati all’età per amare.
Donna decisamente anticonformista, coraggiosa e sfortunata, è considerata la madre della danza moderna.
La sua immagine danzante a piedi nudi di fronte al Partenone è di fatto diventata un’icona dell’arte del primo Novecento.
In tutta Europa si danzava secondo i canoni imposti in scarpette e tutù, Isadora Duncan , invece decise di liberare i piedi e il corpo, per ballare a piedi nudi, coperta di veli fluttuanti, tonando alle origini della danza , a quel mondo classico che regalava gioia e non sacrifico , al culto del corpo libero.
Chi era Isadora Duncan
Isadora nacque a San Francisco nel 1877, da padre scozzese e madre irlandese, insegnante di pianoforte.
Vado in ordine cronologico per meglio farvi seguire l’iter di questa donna “fantasticamente” coraggiosa e unica.
Nel 1903 tenne una conferenza a Berlino in cui illustrò i due capisaldi della sua danza: la contemplazione e l’abbandono quindi un concetto di danza come espressione spontanea di sé stessi nettamente in contrasto con quanto portato avanti fino a quel momento , che dipingeva questa arte del corpo fatta di tecnica e rigide regole.
Nel 1904 la ballerina statunitense riempiva già i teatri di tutta Europa.
La potenza di questo nuovo messaggio influenzò anche la compagnia dei Balletti Russi di Sergej Djaghilevm che la vide esibirsi a Pietroburgo nel 1905.
In questi anni la Duncan fondò diverse scuole di danza: due in Germania, una a Parigi e a Mosca quest’ultima fortemente voluta da Lenin.
Il primo grande dramma che colpi Isadora avvenne nel 1913: I suoi figli Deirdre e Patrick, di 7 e 3 anni, stavano rientrando in taxi in compagnia della governante quando un problema al motore costrinse il tassista a fermarsi e a scendere dall’auto per rimetterla in moto. Dimenticò di tirare il freno a mano e l’auto scivolò nella Senna, uccidendo tutti e tre i passeggeri.
Questo durissimo colpo rischiò di far ritirare dalla scena la Duncan, che venne rincuorata e convinta a vivere la sua passione attraverso la sua arte dall’attrice italiana Eleonora Duse.
Anche il grande temperamento di Isadora contribuì a disegnare il suo personaggio e renderlo unico ,anticonformista e passionale, Isadora Duncan scandalizzò i suoi contemporanei, non solo per i suoi abiti di scena succinti, ma anche per le sue turbolente relazioni sentimentali. Tra queste quella con il poeta russo Sergej Esenin, di diciotto anni più giovane conosciuto nel 1921 e sposato l’anno successivo.
Questo sodalizio durò poco e fu l’inizio della fine per la ballerina che dopo il suicido dell’ex marito nel 1925 decise piano piano di allontanarsi dalle scene
Quando provò a tornare sul palco il fisico appesantito dall’età e una vita di eccessi non le permisero più la leggiadria e l’eleganza dei movimenti , tanto che il pubblicò la trovò ridicola.
La fine di Isadora Duncan
Era il 14 settembre 1927 a Nizza quando Isadora Duncan salendo su una Bugatti guidata dal pilota Benoît, prima di partire salutò gli amici con una frase rimasta tragicamente celebre: “Addio amici, vado verso l’amore!”.
Una manciata di minuti più tardi , la sua lunga sciarpa, rimasta impigliata nelle ruote dell’auto, la soffocò fino a farla morire.
Un’uscita di scena, degna di un dramma teatrale, come in fondo è stata la vita di Isadora Duncan.
Molti furono gli artisti a ritrarla e grazie alle loro opere il mito della madre della danza moderna può essere tramandato di generazione in generazione, tra i quali ricordo la scultura Eve au rocher di Auguste Rodin,
Ha amato tanti uomini, ha visto tanti luoghi, ha sfidato le regole della borghesia. Ha vinto e ha perso.
Una diva maestosa. Anche nel suo ultimo atto.