Molti sono gli artisti di questo periodo che sono passati alla storia per vite intense, cariche di colpi di scena che quasi sembrano uscire dalle pagine di un romanzo ma Renè Magritte, non appartiene a questa categoria: lui era un uomo elegante, educato, ma con la straordinaria capacità di trasformare la realtà attraverso le sue opere.
René Magritte tra i massimi esponenti del surrealismo.
L’artista Belga aveva la capacità unica di rappresentare soggetti realistici uniti a misteriosi dettagli che conferivano all’opera insolite chiavi di lettura.
Nonostante molte delle sue opere mostrino un suo approccio spensierato alla realtà, Magritte portò sempre un enorme dolore nel cuore che non tardò a manifestarsi in alcuni suoi dipinti tra i più famosi , anche se lui mai confermò questo legame.
La madre si suicidò annegando nel fiume Sambre quando Magritte aveva quattordici anni.
Quando il corpo venne ritrovato, la camicia da notte era avvolta sulla testa, Questa è un’immagine che il giovane Magritte non dimenticherà mai.
La storia di René Magritte
Nel 1916 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Bruxelles e nel 1922 sposa Georgette Berger, conosciuta nove anni prima.
In quel periodo l’Artista si guadagna da vivere lavorando come grafico, creando, manifesti pubblicitari , copertine di album musicali e tappezzerie.
I suoi inizi di pittore si muovono nell’ambito delle avanguardie del Novecento, assimilando influenze dal cubismo e dal futurismo.
La svolta surrealista e conseguentemente la sua prima opera legata al movimento nel 1925 , Le Jockey perdu (Il fantino perduto), avviene con la scoperta dell’opera di Giorgio de Chirico, in particolare dalla visione del quadro Canto d’amore.
René Magritte e il surrealismo
Magritte nel 1926, conobbe Breton, che lo introduce al movimento surrealista. Sulle ali dell’entusiasmo Rene espone la sua prima personale a Bruxelles.
I critici non furono benevoli con le sue opere, così deluso dal mancato riconoscimento artistico, Magritte decise di trasferirsi a Parigi con la moglie.
Ma il periodo parigino non dura molto, perché la galleria di Bruxelles che gli aveva trovato un contratto per dipingere a tempo pieno nella capitale francese chiuse e Magritte fu costretto a riprendere il lavoro di grafico per guadagnarsi da vivere e a tornare in Belgio, ma senza abbandonare l’arte.
La Francia di René Magritte
Durante la seconda guerra mondiale per fuggire dai nazisti Magritte e la moglie si trasferiscono nel sud della Francia.
Sono questi gli anni in cui il suo stile muta drasticamente , staccandosi dal surrealismo che lo contraddistingueva realizzò opere grezze, ironiche e a tratti fanciullesche, questa sua fase artistica viene ricordata come “periodo vache (vacca)”.
Con molta probabilità era un tentativo del pittore per ostracizzare gli orrori della guerra.
Anche in questo caso i critici non lo apprezzarono.
Se devo suggerire un opera identificativa quando penso a Magritte scelgo Il tradimento delle immagini (1929 in cui viene rappresentato un soggetto che diventerà un icona per l’artista: una pipa con una scritta
“Questa non è una pipa”
una semplice immagine e una frase che fanno riflettere sul concetto che si tratta dell’ “immagine” di una pipa, non di una vera pipa…
René Magritte e gli anni 60
Il successo per Magritte bussa negli anni Sessanta quando un ’importante rassegna al Museum of Modern Art di New York lo consacra finalmente come artista nel 1965, due anni dopo il pittore morì.
La vera celebrità per Magritte arrivo con l’avvento della cultura pop.
René Magritte fu un uomo (apparentemente) qualunque capace di trasformare in sogno il quotidiano.
Proprio qui risiedono la grandezza e il genio dell’artista che è riuscito a spingerci ad osservare il mondo con occhi diversi, a scavare sotto la superficie per scoprire che la realtà, in fondo è molto più affascinante di quanto non appaia.
Il suo stile ? illusionismo onirico.
“La realtà non è mai come la si vede: la verità è soprattutto immaginazione.” (René Magritte)