Sex Positive: di cosa parliamo?
Il termine “sex positive” viene utilizzato per descrivere un atteggiamento positivo, aperto e privo di giudizio nei confronti del sesso: di conseguenza la sex positivity vede il sesso in maniera totalmente aperta, libera, ne esalta i benefici ed il modo di goderne appieno.
“La positività sessuale può essere definita in molti modi diversi, ma generalmente si riferisce a un atteggiamento e un approccio al sesso che danno priorità all’attività personale e alle preferenze, minimizzando i giudizi morali” così ha spiegato a Cosmopolitan Us la psicologa e sessuologa di Astroglide Jess O’Reilly.
Uno degli aspetti fondamentali della sex positivity è la capacità di parlare liberamente della sfera sessuale, senza vergogna per sé stessi o giudizio nei confronti degli altri.
“La positività sessuale vede il sesso come una delle cose migliori che possano capitare nella vita e non lo demonizza in alcun modo, né cerca di far sentire qualcuno in colpa per i propri impulsi e desideri” spiega Alex Miller, sessuologo di Orchid Toys.
È un movimento che riguarda i diritti, ma anche i doveri, della sessualità.
Non tutti sanno però che il Sex Positive è un movimento nato negli anni ’60, quando ha iniziato a prender piede la cultura dell'”amore libero”: in quel periodo la sessualità inizia ad esser considerata naturale, non più soltanto come tabù.
Ma vediamo insieme in cosa consiste davvero il sex positive, e quali sono i punti focali del movimento secondo il sito bossy.it.
Le 10 “regole” per essere Sex Positive
1. Consenso
Alla base del movimento sex positive c’è naturalmente il consenso: il sesso deve necessariamente essere consensuale, sempre e in ogni caso.
Con questo s’intende che “tutti i soggetti coinvolti devono essere in grado di intendere e di volere, devono avere l’età considerata adatta per esprimere un consenso, non devono essere minacciati in qualche modo. Al pieno delle facoltà mentali, ogni persona deve avere il diritto di dire “sì” o “no” all’atto sessuale o a qualsiasi pratica correlata”, come sottolinea Natasha Vagnarelli su bossy.it
2. Protezione
Fondamentale per il sex positive è la sicurezza durante il sesso: “sesso sicuro” vuol dire prendere ogni precauzione possibile per evitare malattie sessualmente trasmissibili, gravidanze indesiderate ed incidenti (ad esempio, durante le pratiche bdsm).
In questo caso l’informazione è fondamentale: quando è trascurata, può provocare danni davvero gravi.
3. Accettare tutti gli orientamenti sessuali
Essere sex positive significa accettare indiscriminatamente qualsivoglia orientamento sessuale: eterosessualità, omosessualità, bisessualità, pansessualità. Ognuno dev’essere uguale agli altri e godere degli stessi diritti. La sex positivity lotta per l’uguaglianza, sempre.
4. L’uguaglianza di genere e l’abbattimento degli stereotipi
L’uguaglianza di genere è altresì fondamentale: che si parli di una donna, di un uomo, di non-binary, conta poco. Ognuno deve avere il diritto di fare (o non fare) sesso. Come, con chi e quanto desidera, ovviamente nei limiti del consenso.
L’altro punto fondamentale è l’abbattimento degli stereotipi: una donna, ad esempio, ha il diritto di avere più partner sessuali senza essere considerata “facile”, e può scegliere di non far sesso senza essere etichettata come “suora”.
Un uomo può sperimentare il piacere anale ed una donna masturbarsi senza vergogna o pregiudizi. Ancora una volta, gli stessi diritti per tutti.
5. Scoprire sé stessi
Essere sex positive vuol dire, soprattutto, potersi scoprire. Sperimentare nuovi piaceri, toccarsi, provare cose nuove. La masturbazione ad esempio, può aumentare tantissimo la self-confidence, e scoprire cosa ci piace davvero permette inoltre di godere di rapporti anche più appaganti.
Dunque, aboliamo ogni tabù: ben vengano i sex toys, la masturbazione femminile, ogni tipo di auto-stimolazione. Bisogna scoprirsi, scoprire il piacere in modi sempre differenti, persino attraverso pratiche sessuali fino a quel momento sconosciute che possono rivelarsi più appaganti di quelle a cui siamo abituati.
6. Stop allo shaming
Giudicare una persona in base alla sua vita sessuale, non è assolutamente ammissibile. Vale per lo slut-shaming, ad esempio, o per il sempre più diffuso kink-shaming, che consiste nel giudicare qualcuno in base ai “kink”, ovvero alle proprie preferenze in ambito sessuale.
Non esiste oggettività, nessuna preferenza può essere definita migliore o più giusta rispetto ad un’altra.
7. Pornografia? Sì, ma etica e femminista
Per il sex positive, la pornografia è accettata solo se femminista ed etica. Sia per quanto riguarda i contenuti che per l’ambiente di lavoro. Dunque, bando ad ogni tipo di sfruttamento, a rappresentazioni sessuali scorrette o viste soltanto da un punto di vista maschile. Bisogna dire addio ai modelli standardizzati sessuali dannosi, e ricercare altri punti di vista, tra l’altro molto più reali. Esempio chiarissimo di questo tipo di pornografia viene offerto da Erika Lust, ad esempio, regista, produttrice cinematografica e scrittrice svedese femminista.
Il suo scopo è quello di realizzare un nuovo tipo di porno, meno maschilista e più realistico appunto. E lo fa permettendo alle donne di esprimere la propria visione del sesso, come attrici o registe.
Le attrici, in particolare, non vengono sottoposte agli “obblighi” del classico porno, come depilazione e corpi perfetti. La Lust crede fortemente nella capacità educativa della pornografia: ha difatti affermato che “una pornografia più realistica può migliorare il primo approccio con il sesso degli adolescenti e, quindi, i loro rapporti sessuali da adulti.”
8. Rispetto per i sex worker
E’ fondamentale anche il rispetto (ed i dovuti riconoscimenti) per i sex workers come onesti lavoratori. Il lavoro che fanno non li rende persone da evitare, insomma. E’ una scelta di vita, di carriera, esattamente come qualsiasi altra. Purché di scelta si tratti.
9. Non desiderare il sesso? E’ un diritto
Anche l‘asessualità è un diritto: la scelta personale è l’unica cosa che conta. Il sesso è naturale, ma lo è anche scegliere di non farlo. Stop (anche in questo caso) ai pregiudizi, dunque.
10. Far comprendere quanto sia importante il movimento sex positive
Diffondere il “verbo”: è fondamentale.
A qualcuno queste “regole” potranno sembrare banali, quasi scontate (per fortuna, aggiungerei), ma non è così. Basta pensare a tutte le discriminazioni a cui assistiamo nel quotidiano, a tutte le donne a cui è stato detto “te la sei cercata” dopo una molestia. A quante si sentono ancora profondamente a disagio ad uscir di casa con un vestito scollato o senza reggiseno. Agli uomini che subiscono stupri e non vengono creduti. Agli uomini che si vergognano delle loro fragilità. A chi si sente inadeguato, sbagliato, costantemente fuori posto.
Queste situazioni potrebbero cambiare davvero se provassimo a vivere la sfera sessuale in totale libertà e spontaneità. Con rispetto ed attenzione, senza alcun pregiudizio.
Ecco perché essere sex positive è così importante.