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Renato Guttuso e l’Arte sociale

Renato Guttuso è esponente di spicco del neorealismo pittorico. In riferimento al Realismo socialista, attraverso le sue opere ispirate alla realtà mirava a far si che esse potessero  essere intese da tutti.

Fin da giovane Guttuso mostra passione per il mondo dell’arte: suo padre infatti, acquerellista dilettante, era solito portare con se il figlio mentre frequentava gli studi e le botteghe degli artisti di Bagheria.

La prima esposizione di Renato Guttuso e l’antifascismo

Renato Guttuso-The Web Coffee

Nel 1928, a diciassette anni, Guttuso  espone per la prima volta  in una mostra collettiva a Palermo.

Il giovane Renato Guttuso erediterà dal genitore lavversione per il regime fascista.

Non a caso , una delle sue opere giovanili,  denuncia apertamente i crimini del regime franchista in Spagna, mostrando con crudezza e realismo l’esecuzione di un gruppo di partigiani.

Stiamo parlando di La fucilazione in campagna del 1938 ( Ispirato al dipinto di Goya La fucilazione del 3 Maggio)

Il realismo di questo dipinto serve a mostrare la guerra in tutto il suo orrore.

Questa caratteristica lo accompagnerà per sempre  nelle sue opere, dove  non vuole  alterare la realtà e l’attualità, ma mostrarla nella sua crudezza, quasi con violenza.

Gli anni 30 di Renato Guttuso

Negli anni Trenta Guttuso lascia la sua amata Sicilia per trasferirsi prima a Milano e poi a Roma, entrando in contatto con personaggi di spicco dell’ambiente intellettuale

È proprio in questi anni che matura “l’arte sociale” di Guttuso, volta a lanciare un messaggio, sociale e politico, che possa essere inteso anche dalle classi popolari.

Sarà Guttuso a disegnare il simbolo del Partito Comunista Italiano, nel 1943, dopo che nel 1940 decise di iscrivendosi al Partito, allora clandestino.

Tra il 1940 e il 1941 crea una delle sue opere più famose Il dipinto verrà apertamente criticato sia dalla chiesa cattolica che dal regime fascista stiamo parlando deLa Crocifissione

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Il quadro viene posto sotto accusa per la nudità dei personaggi e per la crudezza della rappresentazione, ancora una volta evidente riferimento alla crudeltà della guerra.

Musa ispiratrice dell’artista oltre alla moglie Mimise Dotti, sarà anche Marta Marzotto. A lei sono ispirate le opere della serie Le cartoline.

Se devo scegliere due opere che raccontano le sue passioni , sicuramente prendo in considerazione I funerali di Togliatti  realizzata nel 1972, opera che diverrà Manifesto del PCI,  e la Vucciria del 1974 che racconta senza ombra di dubbio  il legame fortissimo che l’artista ha nei confronti della sua sua terra, la Sicilia.

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Chiudo questo breve articolo con una frase di Renato Guttuso che racconta la sua passione  sociale nel dipingere

È necessario che un artista agisca, nel dipingere, come agisce chi fa una guerra o una rivoluzione

R.G.

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