Paolo Veronese è considerato uno dei tre grandi pittori veneziani insieme a Tiziano e Tintoretto.
Paolo Caliari era il suo vero nome ma il suo soprannome deriva dalla sua città di origine, Verona, città in cui gli anni di studio sono determinanti per la formazione dello stile originale di Veronese
Le origini del Veronese
Nel 1551 il Veronese, insieme a Zelotti, realizzò il prestigioso ciclo di affreschi della Villa Soranza a Treville, purtroppo distrutta e solo alcuni frammenti sono conservati nel Duomo di Castelfranco Veneto.
La sua cifra stilistica diventerà la decorazione scenografica. I suoi dipinti imitavano grandiosi impianti scenografici e testimoniano il fasto di Venezia nel momento del massimo splendore.
Veronese arriva a Venezia nel 1553 per decorare i soffitti delle sale del Consiglio dei Dieci in Palazzo Ducale.
Da quel momento iniziano a commissionargli una serie di importanti lavori per la sede del governo della Repubblica.
Il pittore si rese immediatamente riconoscibile soprattutto attraverso l’uso del colore, che diventa il suo principale mezzo espressivo.
I suoi quadri abbondano di colonne di marmo e di panneggi di velluto e raso, resi tramite una tavolozza ricca ma delicata. Una tavolozza dominata dall’azzurro, dall’arancione, dai toni argentei e dal giallo limone.
Il Veronese diventa un artista riconosciuto
Il successo economico arrivò grazie a Tiziano, protagonista della scuola veneziana e del mercato ad essa connesso, che da subito si mostrò un suo estimatore
La forza creativa di Veronese è senza dubbio visibile in una delle principali imprese della pittura veneziana: il grande ciclo decorativo realizzato nella villa eretta a Maser da Palladio per la famiglia dei Barbaro nel quale sono rappresentate architetture illusionistiche e splendidi paesaggi.
Curiosità su il Veronese
L’artista ebbe alcuni problemi con l’Inquisizione nel 1573 quando fu interrogato a proposito dell’Ultima Cena.
Appariva come un’opera affollata di personaggi ritenuti indecorosi, come buffoni, servi e nani non inerenti all’epoca .
Paolo Caliari difese il suo diritto alla libertà artistica.Tutto si venne appianato semplicemente cambiando il nome dell’opera da Ultima cena a Cena in casa di Levi.
Caliari fu anche uno dei più abili ritrattisti nel raffigurare i ricchi protagonisti veneziani del suo tempo.