Las Meninas è il suo capolavoro, ma la storia di Velázquez racconta molto di più.
È la storia di un artista di talento che non si è mai fermato, cercando di imparare sempre qualcosa di più; è la storia di un artista che ritraeva i ricchi ma che aveva capito che è nei poveri che si nasconde il volto dell’umanità;
Nonostante fosse il ritrattista ufficiale di corte, Velázquez non dipinse solo i volti dei nobili, ma era particolarmente colpito dai visi dei nani, dei giullari e delle persone comuni. Uno dei suoi più notevoli ritratti è infatti quello del suo servitore e amico Juan de Pareja,
La storia dell’artista
Massimo esponente del Barocco, è stato uno dei più importanti pittori europei di sempre.
Le sue opere sono state fonte di ispirazione per importanti artisti che lo hanno seguito nel corso dei secoli.
Da Goya a Picasso passando da Dalì che si fece crescere vistosi baffi, ispirati al maestro del Seicento e finirono per diventare un tratto inconfondibile e caratteristico del suo aspetto per il resto della vita.
Fin da giovanissimo mosse i propri passi nel mondo dell’arte, prima nello studio di Francisco Herrera il Vecchio e poi, a partire dai dodici anni, nella bottega di Francisco Pacheco che lo introdusse nei circoli letterari e artistici di Siviglia e gli permise di ottenere nel 1617 la licenza per lavorare come maestro pittore in città.
Nel 1618, sposò Juana, primogenita di Pacheco. Nel 1622 l’artista spagnolo decise di trasferirsi a Madrid in cerca di nuovi incarichi.
Velázquez a corte
Dopo la morte a dicembre dello stesso anno di Rodrigo de Villandrando, il pittore di corte preferito dal re Filippo IV di Spagna, Velázquez fu convocato a palazzo per “un colloquio di lavoro”.
Dimostrò il suo talento ritraendo il sovrano in persona in un solo giorno, per quel veloce ritratto venne acclamato pittore di corte e ritrattista “ufficiale” del re
Nel 1628 il pittore fiammingo Rubens, convinse Velázquez a lasciare la capitale spagnola per visitare la penisola e scoprire i maestri dell’arte italiana.
Velázquez in Italia
Rimase in Italia per tre anni, durante i quali ebbe occasione di ammirare le opere di Caravaggio, di Tiziano e dei maestri del Rinascimento che influenzarono profondamente il suo modo di dipingere .
Nel1649 tornò in Italia e nel 1650 l’artista realizza una delle sue opere più famose, la Venere allo specchio ( chiara l’influenza dell’arte di Tiziano)
Velázquez e Las Meninas
Come anticipato, è il 1656 quando Velázquez dipinse il suo capolavoro: Las Meninas, opera magistrale per composizione, profondità, luce e scelta del soggetto che ancora oggi , in realtà è oggetto di dibattito
In effetti “Las meninas” sono le damigelle d’onore, in primo piano nel dipinto, con al centro la bionda Margarita, la figlia dei reali di Spagna.
Ma in realtà la soluzione si trova nello specchio posto alla sinistra della porta.
Nella cornice si vedono riflessi i volti dei reali di Spagna che lo spettatore non può vedere.
In quest’opera c’è l’abilità tecnica del pittore nel ritrarre, ci sono le conoscenze teoriche di arte, matematica e geometria, c’è la creatività e il coraggio nel rappresentare un soggetto istituzionale in modo decisamente anticonvenzionale.
L’influenza di Velázquez
Velázquez con le sue opere influenzò profondamente l’arte di chi lo seguì. In molti si confrontarono con la sua eredità, dai già citati Goya, Manet e Bacon, fino a Picasso, che realizzò una sua versione del celebre dipinto Las Meninas.
Velázquez era talmente bravo nel ritrarre in modo iper realistico i suoi soggetti, che papa Innocenzo X, si lamentò per l’eccessivo realismo del suo ritratto.