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Gino Severini il camaleonte dell’Arte..

Una delle caratteristiche che hanno contraddistinto Gino Severini pittore italiano del primo Novecento, è la non omologazione ad uno stile definito.

Ha sempre  interpretato i movimenti e le avanguardie, che nascevano in quegli anni, da una prospettiva decisamente personale.

Le origini di Gino Severini

Gino Severini- The Web Coffee

Da Cortona, luogo natale, si trasferisce giovanissimo a Roma.

Qui conosce Giacomo Balla, pittore  protagonista del divisionismo italiano.

Grazie a Balla, Severini incontra Umberto Boccioni ed entrambi vengono iniziati alla tecnica divisionista.

Non soddisfatto dei risultati ottenuti nella capitale, Severini nel 1906 si trasferisce a Parigi, avvicinandosi alla tecnica puntinista di Seurat.

È il 1910 quando Severini, insieme a Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Carlo Carrà e Luigi Russolo, aderisce al Manifesto dei pittori futuristi.

Il pittore italiano ebbe un importante ruolo di collegamento fra l’ambiente parigino e il gruppo futurista italiano.

Gli esordi di Gino Severini

Gino Severini- The Web Coffee

Nel 1912 s organizza la prima mostra dei futuristi presso la Galleria Bernheim-Jeune. In seguito partecipa alle successive esposizioni futuriste in Europa e negli Stati Uniti.

L’anno successivo, a Londra, presso la Marlborough Gallery, è allestita la sua prima mostra personale che successivamente viene presentata alla galleria Der Sturm di Berlino.

Ma le tematiche care a Severini non sono esattamente quelle legate al Futurismo: alle macchine, alla velocità e al movimento preferisce un’altra fonte di ispirazione per le sue tele: la danza.

Basti pensare che l’80% della sua produzione è basata su questo tema infatti sono basati su questo tema.

Nel 1916 l’artista supera l’esperienza dell’avanguardia futurista avvicinandosi al cubismo.

È in questa fase che Severini mette da parte il tema della danza a lui caro per dedicarsi alle nature morte.

Il ritorno di Gino Severini al realismo

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Sono gli anni in cui si riavvicina anche al realismo, riprendendone i temi come le maschere, l’arte sacra o i personaggi della Commedia d’Arte.

All’età di 65 anni si rimette ancora in gioco e rivoluziona il suo stile.

La sua creatività verte sulla fusione della luce e dalla divisione del colore con chiaro riferimento al suo modello ideale, Seurat.

I premi di Gino Severini

 

Nel 1949-1950, Severini aderisce al progetto dell’importante collezione Verzocchi, sul tema del lavoro, inviando l’opera Simboli del lavoro. (La collezione Verzocchi è attualmente conservata presso la Pinacoteca Civica di Forlì).

L’artista riceve il Gran Premio della Biennale di Venezia nel 1950, la critica apprezza la portata innovativa dell’artista, sempre in cerca di nuovi stimoli.

Uno dei suoi dipinti più famosi  : La danza del pan pan al Monico, viene realizzato nel 1909 ma il quadro venne distrutto nel corso della Seconda Guerra Mondiale

L’artista decise di  realizzare una replica nel 1960, affinché l’opera non vada dimenticata.

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