Marco Mengoni è il protagonista indiscusso al Salone del Mobile di Milano in occasione dell’inaugurazione.
Ieri sera si è esibito in un piccolo concerto in Triennale dal nome “Marco risuona”, mentre questa mattina ha avuto l’onore di cantare l’inno Nazionale di fronte al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “In Fiera le mie hit si ascoltano abbracciando gli alberi” queste le parole dell’artista.
Si parla di un ritorno all’ “essenziale”, come dice una sua canzone, dove la semplicità si unisce al talento e alla sostenibilità.
Ieri sera Marco al Supersalone, la rassegna «della ripartenza» che celebra il design in tutte le sue forme, ha cantato alcuni dei suoi brani più famosi, stupendo così gli ospiti della Triennale.
Questa la scaletta:
Ti ho voluto bene veramente
Proteggiti da me
I’d rather go Blind
Hola
L’essenziale
What the world needs now is love
Ma stasera
Il progetto “Resonantrees performing Marco Mengoni”:
«Resonantrees performing Marco Mengoni» ideato dal designer Federico Ortica, prevede un’ installazione sonora a Rho con degli alberi che fanno da cassa armonica alle sue hit. Da oggi 5 Settembre fino al 10 Settembre i visitatori della Fiera di Rho saranno accolti dal bosco di Forestami, porta di ingresso «green» al Supersalone, duecento piante che saranno messe a dimora appena conclusa la rassegna. E, camminando tra gli alberi, magari sfiorandoli, abbracciandoli, avvicinando l’orecchio alla corteccia, potranno «sentirli»: speciali convertitori applicati sui tronchi fanno in modo che aceri, ippocastani, frassini, pruni, tigli diventino generatori di onde acustiche che amplificano il canto di Mengoni.
Marco Mengoni e l’ambiente:
È un’attenzione che arriva da lontano quella di Marco per l’ambiente. «Me l’ha trasmessa mio nonno Sestilio, con cui facevo lunghe passeggiate nella riserva naturale del Lago di Vico (in provincia di Viterbo, come Ronciglione, città natale dell’artista). In tutto quello che faccio c’è un po’ del suo insegnamento. Anche qui, ora, con il progetto per il Supersalone che vuole riprodurre la musica attraverso la natura».
Ambasciatore della sostenibilità e designer (basti pensare che crea da solo gli arredi di casa, possibilmente con materiale riciclato; progetta i palchi dei suoi tour; dipinge a olio), Mengoni sa che personaggi come lui possono dare un contributo reale alla svolta ecologica, da coniugare con la ripartenza, di cui il Supersalone diventa simbolo.
«È importante esserci, soprattutto dopo tanti mesi drammatici per il settore dello spettacolo. Il mio ultimo concerto risale al 20 dicembre 2019, eravamo a Londra, poi quasi due anni di buio totale. E non tanto per me, quanto per le 180 persone che rendono possibile il tour. Una famiglia che in certi casi è stata costretta a cambiare addirittura lavoro. Adesso ripartiamo, con una nuova consapevolezza e sensibilità sociale. Spero che questo messaggio arrivi».
Mengoni, dai mobili alla realizzazione del palco del suo tour:
E mentre immagina di disegnare una sua linea di mobili, Mengoni è al lavoro per il tour estivo del 2022 “Marco negli stadi”, con i due mega concerti di San Siro (19 Giugno) e dell’Olimpico a Roma (22 Giugno). «Mi occuperò anche del palco, ho intenzione di disegnarlo personalmente». Le date sono state annunciate lo scorso Giugno con una performance originale: Marco ha raggiunto, con il suo team, lo stadio di San Siro in bicicletta, pedalando lungo AbbracciaMI, il percorso ciclistico che attraverso parchi, piste ciclabili e raccordi rappresenta una cintura verde intorno a Milano.
Insomma , oltre a designer e progettista, siamo in presenza di un vero record man con ben 58 dischi di platino, l’ultimo ottenuto con il singolo «Ma stasera», appena incoronato brano dell’estate da Rtl 102.5 . Mengoni, che del rispetto per l’ambiente ha fatto una cifra stilistica con i tour ad emissioni ridotte, dalla battaglia alla plastica monouso e i packaging degli album degradabili («Atlantico» ,ad esempio, era avvolto nella fibra di mais) ha risposto subito alla chiamata del Salone guidato da Maria Porro e curato dall’ architetto Stefano Boeri. «Ho messo a frutto i miei studi in arte e industrial design» dice.
E quindi, oltre ad emozionare gli ospiti della Triennale con l’ evento-anteprima del Supersalone dove ha proposto i suoi maggiori successi e una suggestiva versione di «What the world needs now is love» di Burt Bacharach, accompagnato da pianoforte, contrabbasso, chitarra, percussioni e quattro cori, ha cercato un modo per coniugare le sue passioni.