Strappare lungo i bordi è una serie Netflix scritta e prodotta dal fumettista Michele Rech in arte Zero Calcare.
In pochissimi giorni Strappare lungo i bordi è stata vista da milioni di telespettatori. Zero Calcare ha deciso di cimentarsi con un format diverso dal suo abituè.
“Qualche anno fa mi era venuta voglia di provare a raccontare una storia non a fumetti ma a cartoni perché è un linguaggio più diretto, più accessibile”, aveva spiegato il fumettista, presentando la serie alla16esima edizione della Festa del cinema di Roma. “E poi perché – aveva aggiunto – io sono un maniaco del controllo, tendo a mettere attorno alle vignette i testi delle canzoni per suggerire al lettore di immaginare quel contesto o quell’atmosfera grazie alla canzone. Immagino che uno su un milione abbia ascoltato quelle canzoni. Con la serie glielo posso imporre. Con la serie puoi controllare l’esperienza di come lo spettatore riceve un determinato prodotto”.
La combinazione della trama con in sottofondo pezzi notevoli del panorama musicale, quali quelli dei Band of horses, Billy Idol, Tiziano Ferro, Manu Chao e Ron, oltre che a quella concentrazione di romanaccio che tanto ci ricorda i grandi dello spettacolo (come Gigi Proietti e “la buon anima” di Fabrizio Frizzi) rendono Strappare lungo i bordi un piccolo capolavoro.
Ed anche se qualcuno si sarà azzardato a mettere i sottotitoli per capirci qualcosa in più, di certo l’uso del romanaccio non ha reso la serie meno universale.
Strappare lungo i bordi – la trama
La trama di Strappare lungo i bordi di Zero Calcare si sviluppa in un intreccio tra storia presente e flashback che arricchiscono le vicende centrali. I protagonisti sono Zero, Sarah, Secco e Alice, quattro amici che crescono tra sogni ed incertezze tra i quartieri romani.
C’è chi come Secco si accontenta del poker online per mettere da parte un piccolo gruzzoletto di soldi, che probabilmente non gli serviranno a nient’altro se non a prendere un gelato. Rappresenta quella tipologia di persone che sembrano vivere superficialmente, che non hanno chissà quali ambizioni future.
Al contrario, Sarah, ha ben chiaro il suo futuro: vuole insegnare. Ma come molti di noi che prendono un pezzo di carta e attendono di fare il lavoro dei propri sogni, anche Sarah si vede costretta ad accettare le mansioni più umili.
Alice è invece rappresentante di quella fetta di persone che ci hanno provato, con tutti i loro risparmi e la loro caparbietà a trovare un futuro ma alla fine, il groviglio di problemi, pensieri, paranoie, l’ha portata al rientro a casa.
Zero invece è colui che nonostante abbia cercato di strappare lungo i bordi correttamente e fare un percorso lineare, si è reso conto che a volte, esistono degli imprevisti. Dal cambio della ruota di una macchina alla perdita di una persona cara.
La storia centrale vede i tre ragazzi partire verso Biella, luogo dove incontreranno Alice. Ma per capire l’importanza di questo incontro, e capire chi è Alice, sono utili tutti i flashback che ripercorrono il rapporto tra i quattro ragazzi sin da quando erano dei bambini.
Viene snocciolata la loro esistenza, e tra stereotipi (come la differenza tra il bagno dei maschi e delle femmine) e lo sfondo costellato di eventi socio politici come le stragi mafiose del 92 o l’accenno al covid, si sviluppa un racconto fatto di incertezze, del comprendere quanto possiamo essere responsabili o meno di ciò che accade in torno a noi.
E se essere un filo d’erba a 10 anni appare come una liberazione, a 30 non lo è più così tanto. Ci si sente uno zero, uno zero a guardare le vite degli altri che sembrano perfette.
Strappare lungo i bordi – perché è piaciuta?
Sicuramente tra i fattori che hanno dichiarato un successo questa serie TV, c’è stata la bravura di Zero Calcare di trattare delle tematiche che coinvolgono tutti, tanto da farti pensare “quello sono io”, di affrontare argomenti con una semplicità e profondità allo stesso tempo.
Vengono inoltre ripresi molti aspetti della nostra quotidianità, come la ricerca infinita di cosa guardare su Netflix, come cercare di sbolognarsi una persona che non proprio ci interessa, perché piuttosto preferiamo scrivere su Twitter o Msn.
Interessanti anche gli Ester egg che Zero Calcare ha deciso di utilizzare. Tra quelli più evidenti vi è il riferimento a Gilmore Girls e Star Wars ma anche Rebibbia che appare sin dal primo episodio come sfondo delle vicende.
Da notare è poi l’utilizzo dell’armadillo, che rappresenta la coscienza di Zero, unico personaggio con un doppiatore diverso (la voce è di Valerio Mastandrea). Tutti gli altri personaggi hanno la voce di Zero Calcare che è riuscito magistralmente a darne un tocco personale.
Strappare lungo i bordi è una serie che fa riflettere sulle nostre esistenze, si potrebbe dire che si adatta perfettamente a tutti noi ma in particolar modo alla fascia di tutti quei trentenni che oggi cercano un senso alle proprie vite.
Zero Calcare ci fa ridere, con battute divenute ormai ricorrenti come la frase di Secco che imperterrito chiede “annamo a pija un gelato?” ma ci fa anche scoppiare in lacrime.
Quel finale inaspettato ci sconvolge anche perché non ci sono assolutamente indizi che potrebbero farci immaginare cosa accadrà. Un po’ come la vita, che ci prende a schiaffi in faccia quando meno ce lo aspettiamo.
Ultimo ma non ultimo, va detto che Zero Calcare gioca bene anche con le relazioni affettive. Ci fa capire l’importanza delle amicizie, di quanto avere accanto qualcuno che c’è per noi davvero quando è con noi è molto più importante che esserci tutti i giorni.
Ci parla di amori che avrebbero potuto nascere “se soltanto…” E noi tutti ci ritroviamo impersonificati, rimanendo incantanti davanti allo schermo, per quelle sei puntate da 20 minuti che vorremmo durassero di più, come se ancora ci servissero altri consigli, come se anche noi volessimo un armadillo personale che ci ricorda quanto ad un certo punto bisogna prendere coscienza del nostro mondo interiore.
È sul finale infatti che le voci dei personaggi non sono più doppiate da Zero, proprio per indicare il percorso di crescita del protagonista che capisce che non può trovare fuori quello che gli manca dentro.
È questo lato di Strappare lungo i bordi che rende la serie molto più che un fumetto animato, piuttosto una storia con una morale, come le fiabe che ci raccontavano da bambini. Solo che questa volta siamo noi gli adulti.