Effetto mandela – le illusioni più grandi della storia
L’effetto Mandela si verifica quando un grande gruppo di persone crede che un evento si sia verificato quando non si è verificato.
Ci sono molti esempi dell’effetto Mandela nella cultura popolare ma come è nato questo fenomeno?
Il termine effetto Mandela è stato coniato per la prima volta da Fiona Broome nel 2009. La donna era convinta che la morte di Mandela fosse avvenuta in un carcere negli anni 80. In realtà Mandela è morto nel 2013. Parlando ad una conferenza di questo suo ricordo, si rese conto che in molti credevano che la morte di Mandela fosse stata negli anni 80. Incoraggiata da ciò, Broome aprì un sito web per discuterne.
Effetto Mandela – perché accade?
Esistono diverse teorie alla base dell’effetto Mandela.
Una prima teoria afferma la presenza di universi paralleli. Con la sovrapposizione delle linee temporali si creano ricordi che apparterrebbero ad una linea temporale alternativa.
Una seconda spiegazione risiederebbe nella convinzione che il governo e gli strumenti di potere condizionano le masse manipolandole.
Una terza ipotesi invece considera l’effetto Mandela come risultato di una erronea elaborazione dei ricordi. Al posto delle informazioni mancanti, nella nostra memoria vengono inserite informazioni che riteniamo vere o per suggestione che abbiamo letto o sentito e che successivamente ci sembrano l’unica verità possibile.
L’effetto Mandela rappresenta una particolare forma di falso ricordo, poiché non si tratta soltanto della distorsione della memoria singola del soggetto, ma di un errore condiviso da più persone, legato a un processo di confabulazione collettiva. Questo significa che il ricordo viene costruito e ricostruito sulla base delle proprie conoscenze, mettendo insieme gli elementi (immagini, video, racconti) che generano la sequenza di eventi più probabile e convincente.
Ossia, la mente umana, per cercare di colmare vuoti di memoria ricorre a idee plausibili, scambiate per fatti realmente accaduti.
Secondo alcuni ricercatori, poi, sull’effetto inciderebbe anche la disinformazione. Secondo l’autrice di libri di psicologia e salute mentale Kendra Cherry, le informazioni ottenute dopo un evento andrebbero a interferire in modo determinante con il ricordo dell’evento originale, sostituendolo a quest’ultimo.
Altro non è che un errore collettivo che entra nella memoria delle masse e viene promulgato, oggi ancora più velocemente grazie ad internet
Nessuna di queste teorie è confermata, ma ovviamente quella più allettante è la prima. Hugh Everett, un fisico quantistico, afferma infatti che quando si crea una realtà, della nostra osservazione, tutte le altre possibili non vengono scartate a prescindere. Ogni stato quantistico forma una realtà parallela.
La teoria invece più probabile è che semplicemente ricordiamo qualcosa in modo erroneo dopo che per una distrazione nell’osservazione di un dato, tendiamo a ricordarlo sempre allo stesso modo.
Effetto Mandela – alcuni esempi
Logo Looney Tunes vs Looney Toons
Molte persone pensano che il logo dei cartoni animati della Warner Brothers fosse scritto “Looney Toons”. In realtà, è “Looney Tunes“.
‘Luke, io sono tuo padre.’
Molte persone che citano questa famosa frase in “Star Wars: L’Impero colpisce ancora” dicono: “Luke, io sono tuo padre”. Tuttavia, Darth Vader in realtà dice: “Sono tuo padre“. Non c’è affatto “Luke”.
Omino del Monopoli
Il personaggio sulla scatola del Monopoli in realtà non porta il monocolo.
Specchio, specchio delle mie brame..’
La regina cattiva di “Biancaneve” in realtà non dice “Specchio, specchio delle mie brame”, bensì ripete “Specchio, servo delle mie brame”.
La coda di Pikachu
Alcuni bambini degli anni ’90 ricordano chiaramente i dettagli neri sul on Pokemon coda del personaggio. Tuttavia, in realtà, è solo giallo.
Oltre questi cinque famosi esempi, ve ne sono tantissimi altri.
As esempio, nel ritratto di Enrico VIII tutti credono che egli abbia tra le mani un tacchino. In realtà non c’è assolutamente nulla.
Se ricordate il cartone animato Curioso come George, probabilmente avete sempre pensato che la scimmia ha la coda, in realtà non è presente.
In tanto si sono incuriositi riguardo l’effetto Mandela e ne hanno discusso sui social, come Gianmarco Zagato su YouTube: