Barbie Girl degli Aqua sotto accusa. Dopo il mondo del cinema, compreso il magico mondo Disney, il “politically correct” mette lo zampino anche nel mondo della musica, e a farne le spese sono alcune hit degli anni ’90, che abbiamo ballato tutti quanti nessuno escluso: al centro dell’attenzione in questi giorni è finita la celeberrima Barbie Girl degli Aqua, che festeggia il 25esimo anniversario dalla sua uscita
Il celebre motivetto (“i’m a barbie girl, in a barbie world”) è rimasto in testa a distanza di anni, in cui la canzone, che ha lanciato l’album di debutto di Lene, René, Søren e Claus (che ha lasciato la band nel 2016) ha attraversato non poche controversie giudiziarie.
Barbie Girl degli Aqua e il politically correct : scontro all’ultima nota
Controversie, sorte già dal suo lancio nel lontano (ma non troppo, almeno per i nostalgici di quegli anni) 1997 con alcuni critici musicali che hanno avuto immediatamente detestavano la natura apertamente sessuale del contenuto e del significato della canzone, che la band ha immediatamente difeso con le unghie e coi denti, sottolineando come la loro fosse “semplicemente una canzone pop allegra e innocente e non ha niente a che vedere con il sesso”.
Tuttavia, quella più tosta fu quella con la Mattel, marchio della bambola più famosa al mondo che ha fatto causa alla band danese, affermando come la canzone abbia “violato il loro marchio” e ha trasformato un sano giocattolo in un oggetto sessuale. Al fianco del noto marchio si è schierato anche il mondo femminista che sostiene ancora oggi come la canzone sia antifemminista, in quanto descrive e raffigura le donne come giocattoli, in cui tutto può essere fatto loro.
Un dibattimento, che è andato avanti fino ad oggi con l’ennesima causa in tribunale, dove il giudice Alex Kozinski ha messo un po’ di calma tra le parti affermando come la canzone sia chiaramente una parodia e in quanto tale protetta dal Primo Emendamento.
“Barbie Girl” e il politically correct: il reale significato della canzone
Un significato sul quale, proprio in vista del 25esimo anniversario dall’uscita, la band ha voluto spiegare una volta per tutte, in un’intervista alla celebre rivista “Rolling Stones”:
“Il messaggio è che va bene essere la persona che sei, avere l’aspetto che hai e avere fiducia in questo […] Non devi necessariamente sottoporti a interventi di chirurgia plastica per essere una persona migliore. Tutte queste metafore nella canzone erano tabù di cui parlare, ma siamo usciti con un modo ironico per presentare la nostra canzone. È una canzone pop , ma è anche una canzone su come va bene essere chi sei, amare chi sei ed essere te stesso”.