Le sigle degli anime, per i ragazzi italiani, sono una cosa seria. Giorgio Vanni, Cristina d’Avena, Ares Tavolazzi e Vince Tempera. Questi sono solo alcuni degli autori che hanno dedicato parte, o tutta, la propria carriera a questo mondo.

Fino agli anni 70-80 le sigle dei cartoni animati erano pura sperimentazione. Artisti giovanissimi, che cercavano di interpretare l’anime secondo la propria visione. Cristina d’Avena, poi, ha monopolizzato il settore, diventando il simbolo del rinascimento delle sigle degli anime tra gli anni 80 e 90. Infine, è arrivato Giorgio Vanni, che prima si è lanciato nel creare melodie per cartoni animati made in USA e solo in un secondo momento, con Dragon Ball, è approdato in terra nipponica.

Riviviamo, allora, quelle melodie e quei motivetti che, da bambini, ci accompagnavano nel fantastico regno dei cartoni animati. Ecco dunque la lista delle migliori 8 sigle degli anime, in Italia.

8 – Dragon Ball

Tutti abbiamo adorato Dragon Ball. E’ il cartone che ha introdotto una generazione al moderno concetto di shonen, in cui combattimenti e avventura si mescolano in un anime di formazione. Gag e combattimenti si ripetevano puntuali, ogni pomeriggio, alle 14. A introdurli, ovviamente, Giorgio Vanni.

Il cantante ha segnato l’epoca più recente del mondo delle sigle degli anime, mantenendo però intatto il suo stile. Dragon Ball si affacciò per la prima volta, in Italia, negli anni ’90, e il cantautore milanese è riuscito, per primo, a imprimere un ritmo dance elettronico alla sigla di un cartone animato giapponese. La musica di apertura del primo Dragon Ball non è solo iconica, è un fenomeno generazionale. Impossibile escluderla dalla lista delle migliori sigle degli anime in Italia.

7 – Occhi di Gatto

Semplicemente iconico. La carriera di Cristina d’Avena è iniziata negli anni ’80 e i brani che ha composto in quel periodo hanno segnato un’epoca. Uno su tutti, però, è rimasto nell’immaginario collettivo.

Occhi di Gatto è un anime legato alle avventure di tre sorelle che si destreggiano nel compiere furti di opere d’arte. In realtà, il vero scopo del trio è quella di onorare la memoria del padre, l’autore dei dipinti rubati.

La canzone si posiziona al settimo posto grazie al suo ritornello. Fresco, orecchiabile e di immediato impatto. Un gingle che, ancora oggi, viene canticchiato da grandi e piccoli. Più riuscito di così?

6 – Ken il Guerriero

Nessuna sigla è in grado di trasmettere un’atmosfera apocalittica come quella di Ken il Guerriero. Tra le canzoni degli anni ’80, questa è sicuramente una di quelle che è rimasta più impressa nella memoria collettiva. Merito di una ritmica ricorrente per l’epoca, ma di sicuro impatto.

Il brano, scritto da Lucio Macchiarella e musicato da Spectra, trasporta lo spettatore in un ambientazione New Wave, tipica di quel decennio. Si possono scorgere diversi riferimenti musicali ad alcune delle maggiori band dell’epoca.

Il tutto veniva contornato da un tono decisamente più adulto. La storia, in fondo, non è per ragazzini. Kenshiro è un guerriero che lotta per la sua amata, ma durante il suo percorso si scontra spesso contro tiranni e oppressori. Ken è un Adrian che ci ha creduto decisamente di più. E con una colonna sonora di livello assoluto.

5 – Hello Lupin

Torna Giorgio Vanni in classifica e lo fa con uno dei brani decisamente più riusciti del suo repertorio. Scritta e musicata nel 2004, questo brano si discosta dall’iconica versione anni ’80, nonostante le continue citazioni. L’autore riesce a imprimere al brano un tono decisamente scanzonato. Un tratto che possiamo ritrovare, senza dubbio, anche nel protagonista.

In pochi minuti, questa è la sigla che meglio riesce a penetrare la psicologia di Lupin e per questo è stata inserita all’interno di questa classifica.

Lupin, infatti, non è solo un ladro, ma è il depositario dell’arte del furto. Nipote del leggendario Arsene Lupin, il protagonista è impegnato in una serie di avventure insieme agli inseparabili Jigen e Gemon. Incorreggibile, irrefrenabile, sì, ma anche astuto, pratico, super simpatico e con una marcia in più. Semplicemente, la più completa tra le sigle degli anime dedicate a Lupin.

4 – L’Uomo Tigre

Tra le sigle degli anime degli anni 80, Tiger Man, o Uomo Tigre, è una delle più iconiche. Forse una delle più sperimentali. Riccardo Zara, grazie a un complesso costrutto armonico di parti soliste e cori, riesce a rievocare le atmosfere tipiche dei match di wrestling.

La sigla è comparabile con l’inno di una squadra di calcio. Evocativa, senza dubbio, e capace di emozionare. Risveglia immediatamente alcune corde altrimenti dimenticate e sospinge l’emozione dello spettatore. Riprendere la lotta interrotta nella precedente puntata è una festa.

3 – Jeeg Robot – Uomo d’Acciaio

Jeeg Robot esordisce per la prima volta sulle tv italiane locali nel 1979, e da quel momento diventa un fenomeno cult. Merito di una storia convincente, ma anche di un brano introduttivo che ha saputo incantare una generazione. Un classic rock progressive, che si sviluppa con un testo semplice e orecchiabile.
Difficile non innamorarsi di un testo così. Complimenti a Roberto Fogu, il vero autore del brano.

E’ necessario specificarlo, perché per anni è circolata la leggenda metropolitana che fosse Piero Pelù il vero cantante della sigla di Jeeg Robot. Il frontman dei Litfiba è stato ossessionato per anni da questa diceria e, alla fine, ha ceduto. Ha realizzato la sua personale versione di Jeeg Robot, uomo d’acciaio. Una cover di qualità assoluta. Se fosse stata la vera sigla di questo cartone animato, avrebbe meritato senza dubbio la prima piazza.

2 – Hunter x Hunter

Tra le sigle degli anime moderne, Hunter x Hunter rappresenta un apice. Dal punto di vista stilistico, è l’erede spirituale di Ken il Guerriero. Il brano, interpretato da Silvio Pozzoli e scritto da Graziella Caliandro e Fabio Gargiulo, trasporta lo spettatore in un’epoca magica, fatta di mostri e di miti. Il perfetto incipit per un’avventura.

In particolare, la versione completa della sigla è entrata, di diritto, nel cuore dei fans. Nonostante le sonorità quasi anni ’80, Hunter Hunter è un pezzo moderno, incalzante, che introduce l’ascoltatore in un’alternanza ritmica di livello assoluto. L’assolo di chitarra elettrica, poi, proietta con ferocia nella contemporaneità. Una perfetta contrapposizione per la voce di Pozzoli, che grazie ai suoi toni bassi ed evocativi si rivela un perfetto interprete. La musica, nemmeno a dirlo, è stata composta Giorgio Vanni e Max Longhi.

1 – Shaman King

Si accenderà nel cielo, come una promessa, vedrai
La stella del destino, stella degli eroi.

Shaman King – Marco Masini

A vincere il premio di migliore tra le migliori sigle degli anime è, a mani basse, Shaman King, interpretata da Marco Masini. Shaman King è un cartone animato giapponese fortemente spirituale, che incentra il proprio fulcro sul rapporto tra gli esseri umani e gli spiriti dei defunti.

In Giappone, quello degli antenati è un culto equivalente a una religione ed è necessario portargli profondo rispetto. Marco Masini, in questo brano, è riuscito a incarnare alla perfezione lo spirito dell’anime. La continua e costante lotta per diventare il nuovo re degli sciamani lascia spazio a una miriade di emozioni e sentimenti, che il cantautore toscano interpreta alla perfezione.

Il brano è di livello assoluto. Ritmato, evocativo e, soprattutto, di una complessità decisamente fuori scala per il genere. La perfetta opening per entrare in questo mondo spirituale, in cui l’avventura shonen è soltanto la scusa per raccontare una cultura. Tanto di cappello.

Siete d’accordo con i giudizi espressi in questa classifica? Avreste invertito qualche brano? Mancano delle sigle assolutamente imperdibili? Fatecelo sapere nei commenti!

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