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Dubitare di noi stessi: lo spettro del “gaslighting”

Quante volte ci siamo trovati almeno una volta in una condizione tale da dubitare di noi stessi, delle proprie capacità, di quello che si è, influenzati se non addirittura condizionati dai giudizi degli altri? Tante, sicuramente, come altrettante sono state le volte in cui abbiamo dato poco peso a questo fenomeno, noto come “gaslighting”, che in realtà dovrebbe essere ben lontano dall’essere sottovalutato e preso sotto gamba.

Dubitare di noi stessi: Cos’è esattamente il “gaslighting”?

Dubitare di noi stessi

Per “Gaslighting” s’intende, in psicologia, una forma violenta di manipolazione psicologica, atta a mettere la persona che ne è vittima in una condizione tale da mettere in dubbio sé stessa, le proprie conoscenze, le proprie capacità, fino ad arrivare al punto di renderla addirittura insicura della propria realtà.

In che contesti si sviluppa?

Dubitare di noi stessi

Esistono varie forme di “gaslighting” sulla base del contesto in cui tale forma di manipolazione psicologica si sviluppa: il più “comune” è quello sentimentale, ossia all’interno del rapporto di coppia, dove il partner “gaslighter” tende ad alternare lusinghe e complimenti a parole ed atti di disprezzo, che portano confusione nella mente dell’altra persona, a tal punto ad esempio, che la stessa persona si tende ad isolare dalle persone (familiari, amici, colleghi) estranee alla coppia, o a mettere in dubbio la sua reale fedeltà, o a sentirsi inadeguato/a per il partner.

Tuttavia, quello sentimentale non è l’unico contesto in cui può verificarsi il “gaslighting”: tale fenomeno è diffuso anche in quello familiare, soprattutto nel caso di genitori autoritari e/o iperprotettivi, atteggiamenti che fanno sì che i figli diventino a loro malgrado soggetto passivo della sua stessa vita.

Dubitare di noi stessi: cosa può comportare? A cosa prestare attenzione?

Il gaslighting è una forma di manipolazione tanto subdola, in quanto nella maggior parte delle volte viene confusa con sfumature di una relazione o del carattere di una persona e quindi non è semplice da individuare, quanto pericolosa, in quanto porta a lungo andare a conseguenze gravi a livello piscologico, come perdita dell’autostima, e nei casi in cui il fenomeno sia prolungato, ad un vero e proprio annullamento della personalità.

Tuttavia i segnali per riconoscere tale manipolazione, ma anche chi la sta perpetrando,esistono seppur a volte vaghi.

Ad esempio, dietro al profilo di “gaslighter” il più delle volte può nascondersi una persona fidata, alla quale si è maggiormente portati a credere, e con la quale si tende ad instaurare una sorta di legame tossico, in quanto si tende lentamente ad una sensazione di inadeguatezza, incapacità, d si associa l’altra persona all’unica possibilità di crescita e miglioramento personale.

Inoltre, vi sono alcuni segnali inequivocabili chr fanno capire che ci si trova a che fare con il “gaslighting”. Ad esempio

Gaslighting: com’è possibile uscirne?

Come ogni forma di pressione e manipolazione psicologica, anche dal “gaslighting” è possibile uscirne, o comunque gestirne gli effetti.

Una prima soluzione importante al problema è la consapevolezza : l’essere consapevole che si tratta di manipolazione psicologica e non di una problematica personale legata al carattere aiuta a gestire meglio l’interazione con il proprio “gaslighter” e a riconoscere meglio i segnali.

In secondo luogo è importante non isolarsi, obiettivo al quale il “gaslighter” vuole arrivare, ma al contrario stringere quante più relazioni possibile, in modo di avere noi “il coltello dalla parte del manico”.

Non va dimenticato, inoltre, il supporto professionale di uno psicologo esperto, soprattutto per contrastare gli effetti più devastanti ed estremi del gaslighting, come ansia costante, stress e depressione



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