Heartstopper è una serie tv britannica uscita dal 25 aprile su Netflix. Ispirata alla graphic novel della scrittrice britannica Alice Oseman (anche sceneggiatrice della serie) ha subito colpito i telespettatori. Scopriamo di cosa parla e dei motivi per cui guardarla.
Heartstopper – trama
La serie tv ruota attorno alle vicende di Charlie e Nick. Entrambi vanno al liceo ed iniziano ad essere compagni di corso nonostante la piccola differenza d’età. Tra i due nasce subito una sincera amicizia che presto diventa qualcosa di più.
Essendo una teen drama, Heartstopper è piena di cliché americani, come la classica storia che nasce tra lo sfigato della scuola (Charlie) e il ragazzo belloccio che gioca a rugby (Nick), però integra anche storie LGBT, dando spazio agli amori non solo eterosessuali.
Oltre Charlie e Nick vengono anche esplorate le vicende di altri protagonisti come Tao, Ellie, Tara e Darcy. Tao è il miglior amico di Charlie, sempre pronto a sostenerlo finché Charlie non inizia ad frequentare Nick. A quel punto tra i due l’amicizia si incrina poiché Tao avrebbe voluto che il loro rapporto non subisse cambiamenti.
Ellie invece, prima frequentava la scuola maschile dove vanno i protagonisti, sarà costretta a trasferirsi alla scuola femminile, e qui stringerà amicizia con Tara e Darcy. Scoprirà la bellezza del loro rapporto e si accorgerà dei sentimenti che prova per Tao.
Tara e Darcy mostreranno sullo schermo la nascita del loro amore LGBT, della lotta contro i pregiudizi e l’importanza di essere sé stesse.
Heartstopper – perchè guardarla
Heartstopper prima di essere una serie tv, è una graphic novel. I fan hanno iniziato ad amare questa storia e adesso ne sono ossessionati. Non vedevano l’ora che le vicende di Charlie e Nick prendessero vita. In molti considerano Heartstopper una serie importante, soprattutto per i più giovani, perchè aiuta a capire l’importanza di essere sé stessi, di potersi esprimere liberamente. E’ di supporto a tutti coloro che ancora non sanno quale sia la loro identità sessuale. Una fan infatti, ha usato la scena in cui Nick fa coming out con sua madre, per dichiararsi con i suoi genitori.
“Volevamo che fosse una storia strana che i giovani potessero guardare, da soli o con le loro famiglie”, dice Oseman. “Penso che molte storie queer negli spettacoli per adolescenti siano più adulte. Fanno sesso, imprecando e bevendo. Heartstopper non ha niente di tutto ciò. Può essere guardato da bambini di 10 o 11 anni. Questo è davvero potente e importante. Non sono sicura che sia mai stato fatto in questa misura prima”.
Ecco allora tre semplici motivi per cui guardare Heartstopper:
E’ una storia semplice e genuina: racconta l’amore adolescenziale, tra due ragazzi che devono imparare a rapportarsi tra loro, conoscersi, capire cosa provano l’uno per l’altro. Dietro la storia principale però c’è sullo sfondo il gruppo di amici, l’amicizia fatta di serate film e giochi da tavolo, oltre che dalla voglia di non crescere e cambiare quelle tradizioni con cui si è cresciuti. Si guarda facilmente, anche in una giornata, da veri e propri maratoneti.
Affronta una tematica importante che è quella della scoperta di sè e della propria sessualità. Se Charlie è già sceso a patti con l’essere gay, Nick se ne sta accorgendo a poco a poco. E’ difficile per lui fare coming out, inizialmente vuole mantenere il segreto davanti ai compagni di scuola. A fare coming out è anche Tara che quando esce allo scoperto, non si sente preparata e ha soltanto voglia di vivere ed essere se stessa, ma deve combattere contro i pregiudizi. Insegna che non bisogna vergognarsi, farsi mettere i piedi in testa, non bisogna dare adito ai pettegolezzi, piuttosto sentirsi liberi di dichiararsi etero o gay che si sia.
Fa tenerezza nel modo in cui Charlie si sente a pezzi quando viene bullizzato e nel modo in cui si accorge di amare Nick. Fa sorridere quando Nick vede Tara e Darcy baciarsi apertamente ad una festa e capisce che può farlo anche lui se vuole essere se stesso. Fa commuovere il bisogno di Nick di rifugiarsi tra le braccia di Charlie a causa della sua crisi di identità.