Essere madre e studentessa allo stesso tempo è difficile, ma non impossibile. Di seguito si vedranno utili consigli per conciliare le due cose, la storia di una madre che ce l’ha fatta e un progetto nato per venire incontro alle necessità delle mamme-studentesse.
Studio a distanza e non solo: i consigli per chi è madre e studentessa
Il primo consiglio è quello di iscriversi a un ateneo telematico. I costi delle università online sono ridotti rispetto a quelli tradizionali. Infatti, si risparmia su molteplici aspetti: la benzina per spostarsi (o il costo dei mezzi pubblici), il materiale didattico, che risulta essere incluso nelle tasse, l’affitto, nel caso dei fuorisede. Inoltre, spesso sono previste riduzioni delle tasse per le madri-studentesse!
Un altro consiglio utile è iscriversi ai gruppi universitari sui social. Infatti, in questi gruppi circolano numerosi appunti, dispense e schemi che potranno risultare fondamentali nei momenti più difficili. Dopodiché, non bisogna mai trascurare il riposo, soprattutto per le mamme-studentesse, che sono sottoposte a un maggior stress rispetto a uno studente normale.
Se si lavora, è importante conoscere la possibilità di richiedere le 150 ore annue di permessi studio, naturalmente retribuite. Queste ore saranno certamente utili, soprattutto se sfruttate a pieno. E qui subentra l’ultimo suggerimento: pianificare lo studio e chiedere aiuto nei momenti in cui si ha bisogno. Infatti, quando si pensa di non avere abbastanza tempo, in realtà manca l’organizzazione. Ovviamente, è necessario pianificare uno studio che sia fattibile e non spropositato.
La storia di Yvonne e il buon esempio dell’Università di Cagliari
Per fortuna, negli anni si sta superando questo tabù del non potere studiare o lavorare e nel frattempo essere madre e studentessa. Lo dimostra la storia di Yvonne, che il giorno prima della tesi è corsa in ospedale per partorire e, il giorno dopo, ha chiesto di potere sostenere l’esame a distanza (dall’ospedale), richiesta che è stata accolta senza problemi.
Oppure, l’esempio virtuoso dell’Università di Cagliari, dove sono nate le “stanze rosa” (spazi con ogni attrezzo utile: poltrone per allattare, fasciatoi e aree relax) e dove si può beneficiare dell’assistenza di personale specializzato, che può prendersi cura del bambino mentre la madre è a lezione o sta sostenendo un esame.
Dunque, esempi vincenti esistono. Basta sapersi organizzare, consapevoli che la maternità, soprattutto all’inizio, è un periodo molto delicato, e contare non solo sulle proprie forze ma anche sull’aiuto di parenti e amici. Nella speranza di andare sempre più verso un modello di società in cui una donna sia incentivata, e non ostacolata, a fare figli, se lo desidera.