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I comfort food di Masterchef 12: verso i propri limiti e oltre

La sesta serata di masterchef parte all’insegna dell’emotività. I concorrenti rimasti in gara devono fare i conti con dei nuovi limiti da superare, con delle nuove prove da affrontare. Per questo, i giudici decidono di mettere ancor più a nudo l’emotività degli aspiranti chef. Un unico tema legherà l’intera serata: il comfort food.

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Ancor più forte, in questa edizione, è il senso di reality, gli aspiranti chef sono al centro del programma e le loro storie, più che mai, emergono.  Viene a galla il rapporto di Edoardo con i genitori, ragazzo scapestrato e dal cuore d’oro, che si occupa del padre ogni volta che può. Cade la maschera di Francescone, goliardico fuori e tenero dentro. Le persone prima dei cuochi. Probabilmente, su questa scelta registica ha influito tantissimo l’eliminazione di Francesco, il fotografo cesenate che ha pizzicato gli chef.

La mistery box è un’esplosione di sapori in barattolo. Dieci chef si sono alternati per preparare dieci prodotti diversi, a lunga conservazione e ispirati ai menù dei propri ristoranti. Gli aspiranti cuochi devono confrontarsi con lo strawberry spread, con la muddica, con la barbabietola al miele e l’arancia al forno. Tutte preparazione di cuochi di altissimo livello.

Dal Lockdown, andata e ritrno: le conserve dei grandi cuochi protagoniste della mistery

I concorrenti hanno avuto anche la possibilità di pescare dalla dispensa un massimo di tre ingredienti. Quarantacinque minuti di tempo per preparare un piatto che alzi davvero il livello della competizione.

Durante la cucinata, i potenziali campioni capiscono di dover osare di più: è necessario andare oltre ai propri limiti. Via le paste fresche, via i compitini fatti per salvarsi. Gli chef chiedono grandi piatti e i concorrenti si stanno impegnando al massimo per offrirglieli. Gli chef impgonono arroganza, la classe risponde presente, con proposte alternative e rischi calcolati.

Antonino Cannavacciuolo, Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli, però, non sono soddisfatti. Non c’è eliminazione, c’è possibilità di espressione, eppure i piatti sono troppo semplici secondo loro.

Lavinia presenta cappellacci ripieni di ricotta, melanzane. Nel suo piatto ha utilizzato ben quattro conserve. La presentazione è eccellente, con dei colori sgargianti. L’impressione è ottima e la ricetta sviluppa un’ottima verticalità. Lavinia, per sua stessa ammissione, si diverte e i risultati si vedono. Ottimo.

Oltre l’idea di un semplice primo è andata Laura. La sua Triglia from Sicily, con pinoli e latte, presenta due degli ingredienti della mistery. La cottura è ottima, la salsa lavora bene, ma il sifone la tradisce sul più bello. Poteva osare e l’ha fatto. I giudici hanno apprezzato.

Infine, un cuoco che ha integrato le conserve fino a farle sparire: Ollivier è il terzo dei migliori. Il suo sapori del sud include quattro conserve, ha sfruttato tanto l’effetto sorpresa delle polpette e la tartare di pesce spada fa innamorare Bruno Barbieri. In tanti anni di Masterchef, è forse la seconda volta in cui possiamo ammirare lo chef emiliano così innamorato di una ricetta.

E’ quest’ultimo a trionfare in questa mistery box. La sua esplosione di gusto ha trionfato sulle altre concorrenti e gli valgono un vantaggio enorme nell’invention test. La linea resta quella del comfort food, una culla per essere felici. Il supplì al telefono sarà il protagonista.

Fritti al potere: il comfort food targato Roma approda a Masterchef 12

Una ricetta storica, che affonda le proprie radici nel cuore della romanità. I giudici non chiedono un semplice supplì, ma vogliono alzare il livello, aumentando il livello delle crocchette di riso. Ospite è il re di questa ricetta: Jacopo Mercuro.
Lo chef propone tre grandi ricette che vedono la trasformazione del supplì: le mezzemaniche alla coda alla vaccinara. La sfera bruciata, con cipolla, tonnarello, piselli, guanciale e parmigiano. Infine, il sanpietrino, con noodles, funghi, sesamo nero e zucchine.

Ora tocca ai concorrenti trasformare i supplì secondo la fantasia degli aspiranti cuochi. Ollivier finalmente conosce il suo vantaggio, che sarà fondamentale. Una serie di accorgimenti che gli saranno utili per portare a casa la prova.

Tutti i concorrenti avranno sessanta minuti per elaborare il fritto della vita. Ognuno di loro cerca di metterci del proprio all’interno della ricetta, tra regionalità e piatti della tradizione da rielaborare. Un’ora, però, è davvero lunga e qualche concorrente ha la volontà di osare nonostante il rischio eliminazione.

Al termine della prova, Giorgio Locatelli, Antonino Cannavacciulo e Bruno Barbieri si aggirano tra i banchi dei concorrenti, al fine di controllare l’effetto sorpresa dei supplì. Ollivier ha preso un rischio calcolato enorme, il suo Chicachi propone pesce spada crudo con pesca gialla. Il supplì ha tradito il concorrente, perché il prodotto è risultato lievemente troppo cotto.

Nicola propone la Riviera, ma anche qui ci sono dei difetti. Il romagnolo esagera nelle preparazioni e il risultato non è ottimale. L’altro giovanissimo, Leonardo, presenta un supplì chiamato “prepartita”: la sua tagliatella rimane molto più morbida e risulta gradevole al palato.

Silvia propone il mistero, uno spaghetto alle cozze e pecorino pastellato e fritto. La pasta viene un po’ sovrastata, ma la ricetta risulta gradevole nonostante lo scarso bilanciamento. Beri Cooper, Giuseppe, avanza una combo all’italiana, un’orecchietta con rombo, fava e cicorie. Presentazione nì, sapore centrato.

Ivana presenta i suoi spaghetti con le sarde sotto forma di supplì. Tra quelli presentati, il suo è il risultato più incerto a causa della pasta troppo asciutta. Il cuscus nel supplì di Sara non convince, perché il tipico formato siciliano non riesce a sostituire il riso, poiché assomiglia decisamente più alla farina.

Francesco, romano doc, va con un classico: supplì alla carbonara wireless. Non si vede il filo, ma si sente. Sapore centrato, panatura ottima, ma è troppo asciutto. Hue presenta il rigore, in onore al suo tifo bianconero. Una crocchetta di noodles con verdure. La sua prova non ha bisogno del var: gol.

Lo sgargiante Edoardo presenta un gateau di patate. Gioca con le parole e con gli ingredienti. L’impanatura è imprecisa, ma la ricetta mette in mostra tutta la voglia dell’aspirante chef. Laura, tra i migliori della mistery, porta Sunday Morning, con coniglio alla cacciatora e crema ai peperoni. Si conferma al top nella conformazione della della masterclass.

Il supplì di Bubu è meraviglioso ed è anche buonissimo. Ottima l’impanatura, spettacolare il ripieno. Presenta il perfetto comfort food. Mattia propone gli alpini in supplì. Sono diverse le variazioni sul tema, ma emergono alcuni errori tecnici.

Lavinia, un’altra delle migliori della scorsa prova, si conferma con il suo supplì sabaudo ripieno di vitello tonnato rivisitato. Troppo aristocratico, forse, per il tipo di prova. Roberto, con la fantasia del dieci, presenta un supplì con orecchiette, vongole e cicoria. Vince, però, il titolo di mappazone, il primo di Masterchef 12, a cui si aggiunge l’aggravante della boazza. Confuso e per nulla invitante. Rischia.

Hue, Bubù e Laura sono i tre migliori di questa prova, ma soltanto uno potrà portarsi a casa l’invention. I primi esultano con la trivella, Laura da continuità alla mistery. Alla fine, è Bubu a vincere: sarà lui il capitano in esterna.

Capitolo a parte lo meritano i peggiori: Ivana, Sara e Roberto finiscono in fondo alla graduatoria. Tutti i piatti presentavano diversi errori, ma nessuno di loro merita l’eliminazione a causa dell’alto grado di difficoltà. Loro tre vanno diretti al pressure test.

Antonino Cannavacciuolo gioca con Bubù, sfidandolo a formare la sua squadra in partita. Hue e Leonardo, altri due juventini, Francesco, addetto alle pulizie, Nicola, di diversa fede calcistica e Edoardo, l’addetto ai drink. Loro saranno la brigata che dovrà competere nella seconda puntata della serata.

L’esterna nel cuore dell’Umbria: blu e rossi si sfidano

La prova in esterna sarà alla Castata delle Marmore, la più imponente opera naturale artificiale in Europa. Gli aspiranti chef dovranno confrontarsi con la tradizione ternana. Le ciriole, il piatto della domenica. Il primo piatto sarà uguale per tutti, ciriole, i blu dovranno preparare pesce di lago, i rossi invece dovranno preparare la selvaggina. Infine, anche il dessert è uguale: pan pepato IGP con una crema di accompagnamento.

Saranno trentacinque commensali i giudici, che rappresenteranno una territorialità radicata. Bubu non ha scelto la propria squadra, ma potrà decidere il capitano e i ruoli della compagine avversaria. Il giovane avversario elegge Silvia come leader del team rosso. Al primo vanno Ollivier e Lavinia. Al secondo Laura e Silvia, mentre per il dolce saranno decisivi Beri Cooper e Mattia.

I capitani possono sfruttare due minuti con due esperti del luogo e gli sottopongono tutte le domande del caso. Le squadre appaiono da subito compatte, ma i rossi sono leggermente appesantiti dalla coppia Giuseppe-Mattia ai dolci. Nonostante questo, la coppia Ollivier-Lavinia ai primi è esplosiva. I blu sfruttano la carica di Edoardo, la concentrazione di Hue e l’attitudine al comando di Bubù.

Chef Cannavacciuolo abbatte le certezze dei blu, mettendo in crisi la postazione del secondo piatto. La ricetta è da rielaborare completamente. Hue, poi, fa cadere il pepe nelle noci, scatenando la rabbia di Nicola.

Bruno Barbieri, invece, si abbatte sui rossi con tutta la sua esuberanza. Giuseppe, da buon barese, gli offre il caffè. Silvia, però, è un capitano senza equipaggio e fosche nuvole si stagliano all’orizzonte. Il pressure è una nuvola nera che incombe.

Il blu porta male: decisivo il dessert, il re dei comfort food

La squadra rossa scopre un fatale errore a quindici minuti dalla consegna. Le ciriole sono uno spaghettone, non una tagliatella. Silvia ha dato le informazioni sbagliate a Lavinia e Ollivier. Tutti gli equilibri sono saltati e anche il blu si ritrovano in difficoltà. Meglio il taglio di pasta della squadra di Bubù, il sugo dei rossi è superiore. Alla fine, i primi ottengono un plebbliscito.

Mattia sta cercando di rimediare un contorno, mentre i rossi sono sempre più in confusione. Silvia ha perso completamente il polso della sua squadra. I blu sono il lieve ritardo, mentre i rossi improvvisano dei piatti in tempo. I commensali propendono lievemente per i blu.

Decisivi saranno i dolci. I rossi continuano nella loro crociata contro il capitano, ma si concedono il lusso dello sfottò. I blu, alla fine, riescono a far uscire anche il dolce. Nell’ultima portata i rossi paiono avanti. Anche questa volta, l’esterna sarà decisa dai commensali.

La terza prova in esterna ha visto i concorrenti alla prova presso la Cascata delle Marmore. Alla fine, il punteggio è di 21-14 per la squadra rossa. Nonostante un capitano non all’altezza, nonostante le litigate furibonde, nonostante un taglio di pasta sbagliato in partenza hanno trionfato i rossi. La squadra di Bubù finisce al pressure, dove incontreranno Roberto, Ivana e Sara.

L’antitesi del comfort food: la masterclass contro il minestrone

I blu, alla fine, iniziano a scannarsi davanti ai giudice. L’asticella si è alzata e la tensione vola alle stelle. I concorrenti dovranno confrontarsi con il minestrone, un piatto unico nella tradizione italiana. Per i concorrenti ci saranno solo trenta minuti per il piatto della vita.

Le preparazioni sono tante e gli aspiranti chef cercano di affrontare la sfida con un piglio deciso, creativo. Tante verdure diverse, tanta frutta e un pesce. Leonardo si taglia, Hue ci va tremendamente vicina e riesce a salvarsi solo grazie all’intervento dei giudici. I concorrenti non solo cercano di alternare gli ingredienti, ma anche le cotture. Griglie, forni, padelle e pentoloni bollono, roventi e inesorabili, come i minuti che scorrono. Alla fine è game over.

Leonardo è il primo concorrente, e il suo minestrone diventa “maldestrone”. Un gioco di parole simpatico per una situazione drammatica. La ricetta fa imbufalire Bruno Barbieri. Edoardo presenta il suo “essere umami”, un minestrone dai sapori orientaleggianti. Il suo piatto incanta chef Locatelli.

Sara presenta “Sto da Dio”, la sensazione che si dovrebbe provare nell’assaggiare il minestrone, ma il brodo risulta troppo semplice. Hue, invece, propone un piccolo capolavoro, il “brodo del papà” è un laghetto uscito da un quadro nipponico. Standing ovation meritatissima.

Ivana porta “l’ingrediente segreto del minestrone”: la gioia. La sua patata, però, è cruda. Anche Nicola presenta un piatto bellissimo: “equilibrio”.  A differenza degli altri, il minestrone del romagnolo incassa i complimenti di Bruno Barbieri.

“Il mio caos nel minestrone” di Roberto cerca di far uscire l’aspirante chef dalla zona d’ombra in cui si è rannicchiato. Il piatto convince chef Cannavacciuolo, che ripaga l’ottima performance con uno schiaffo dei suoi. Alla fine, il minestrone di Roberto è uno dei migliori.

Bubu, il capitano della squadra perdente, presenta il “MyNestrone”. Un piatto neutro, che rimane a cavallo tra migliori e peggiori, ma che vale la salvezza. Ricordiamo che uno dei concorrenti verrà eliminato.  Il piatto di Mattia è una pacchianata, ma il suo minestrone incassa i complimenti dei giudici.

L’antitesi del comfort food miete una vittima: Ivana viene eliminata

 

Alla fine, a rischiare, sono Ivana e Leonardo. La prima ha presentato patatecrude, il secondo un brodo acquoso all’eccesso. Escono invece rafforzati Hue, Edoardo e Roberto, che paiono aver trovato la propria strada.

Tra i due concorrenti meno convincenti, Leonardo risulta il meno peggio. La sua acqua di pomodoro lo salva. Ivana, invece, torna a casa, consapevole di aver dato tutto.

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