Salvador de Bahia è un centro travolgente e vivo dove negli abitanti scorre un’energia particolare, l’axé. In origine era la capitale amministrativa del Brasile, mentre oggi è quella della felicità tra feste e tradizioni scintillanti.
Salvador de Bahia: lo spirito e l’axé della città
Situata nel nord-est del Paese sudamericano, Salvador de Bahia (o semplicemente Salvador) ha una città che ha molto da raccontare. Presenta alcune delle spiagge più belle dell’intero Brasile e gli edifici color pastello che si addossano sulle chiese dalle raffinate decorazioni tradiscono il suo passato coloniale.
In uno scenario come questo i Soteropolitanos, questo è il nome degli abitanti, vivono la loro vita al ritmo delle loro festività e delle loro tradizioni travolgenti. C’è un detto locale che ben esemplifica il modo di vivere a Salvador: “Sem pressa, olha para o céu, fala com Deus, você tá na Bahia” (“Niente fretta, guarda il cielo, parla con Dio, sei a Bahia”).
Se chiedeste ad un Soteropolitano cosa rende la sua città unica risponderebbe l’axé. Questa parola proviene dalla lingua Yoruba, oggi parlata in Nigeria, e si può tradurre con “energia”. Designa in genere l’atmosfera di rilassamento e benessere che si riesce a respirare solo a Salvador e che apprezzarla fino in fondo bisogna viverla.
Salvator de Bahia ha sviluppato questo spirito gioioso nonostante un passato coloniale non particolarmente felice. Infatti, i Portoghesi, insediatisi nel 1549, costruirono un porto che divenne ben presto un punto focale nella tratta degli schiavi africani sfruttati nelle piantagioni di zucchero.
Ad oggi la popolazione di origini africane costituisce circa l’80% del totale e diversi luoghi cittadini ricordano la storia della schiavitù (la quale fu ufficialmente abolita in Brasile nel 1888) come il centro storico chiamato Pelourinho (“gogna”) per via dello strumento di tortura con cui gli schiavi colpevoli di qualche reato venivano esposti alla pubblica umiliazione. Ora questi posti evocano, non solo i fantasmi del passato, ma anche la prorompente gioia del presente.
Infatti, nonostante il passato, il Soteropolitanos possono vantare una cultura unica che nasce dall’unione delle tradizioni portoghesi, africane e amerindie. Nella piazza Terreiro de Jesus si possono ammirare architettura coloniale del 17° secolo, come la chiesa barocca di São Francisco, accanto ad esempi di arte ispirata a quella africana.
In questa piazza si svolge il Festival de Cultural Popular che celebra le usanze e la cultura di Salvador.
Salvador de Bahia: la capoeira e la samba
Caratteristiche dello spirito e dell’atmosfera di Salvador sono la capoeira e la samba. La prima è un’unione tra una danza e un’arte marziale inventata dagli schiavi africani. I ballerini si muovono in maniera fluida in roda (“cerchio”) al ritmo della musica suonata con due strumenti tipici: i tamburi atabaque e il berimbau, un particolare strumento a percussione dell’Africa occidentale.
La capoeira rappresentava per gli schiavi un mezzo di auto-difesa contro i padroni portoghesi, mentre oggi incarna un must delle strade della città e lo spirito di vadiação (“bighellonare”) che ben descrive la rilassatezza degli abitanti.
La samba è un ballo famosissimo, ormai uno dei simboli del Brasile. Come la capoeira, la samba è nata nella regione di Bahia dagli schiavi. Oggi è diffusa in tutto il Paese e presenta diverse varianti, ma a Salvador potrete assistere ad un’esibizione della Samba de Roda, quella più antica.
Questo ballo di guppo è un mix di danza, musica, canto e poesia presi dalle tradizioni portoghesi e africane, un altro esempio calzante della fusione tra culture di cui gli abitanti di Salvador de Bahia vanno fieri. Famosa è la compagnia di ballo Balé Folclórica da Bahia.
Questi elementi della cultura locale sono celebrati nella lunga stagione di feste che inizia a dicembre con il Samba day e finisce a marzo con il Carnevale. I Soteropolitanos, inoltre, dicono che i festeggiamenti di Carnevale più grandi al mondo non si trovano a Rio de Janeiro, bensì proprio a Salvador.
Secondo gli abitanti, la loro maggior felicità rispetto agli altri Brasiliani deriva proprio dalle molte feste che hanno durante l’anno.
Salvador de Bahia: il Candomblé e il cibo
Molto diffusa in questa città è una religione sincretica chiamata Candomblé. Nacque durante l’epoca coloniale dalla fusione tra il Cattolicesimo e le religioni tradizionali degli Yoruba e altri popoli africani.
Gli schiavi, decisi a preservare la loro identità e particolarità, unirono i santi cristiani con gli orixás (“spiriti”) africani e crearono un culto ibrido. Sebbene in passato il Candomblé non fosse accettato, oggi, a parte qualche sporadico caso di discriminazione, è largamente accettato e i fedeli di entrambe le religioni convivono in armonia.
L’influenza del Candomblé è particolarmente forte nella città nel il vestiario sgargiante delle donne Baiana de Acarajé. I vestiti di queste donne che vendono street food tradizionale sono un incrocio tra lo stile del barocco europeo e quello degli Yoruba. Invece al collo indossano collane con perline multicolori raffiguranti gli orixás.
Il cibo è molto importante per la religione Candomblé visto che viene offerto agli spiriti durante le cerimonie, momenti intrisi di axé. La cucina di Salvador è un ulteriore esempio di fusione tra mondi diversi, tra Brasile e Africa.
I capisaldi di questa cucina sono le acarajé, frittelle fatte con fagioli dall’occhio nero, l’abará (simili alle prime, ma cotte al vapore in una foglia di banano) e la cocada, un dessert a base di cocco.
Tutte queste specialità sono vendute per strada o nei ristoranti della città dagli abitanti che sono fieri della loro cultura, del loro stile di vita e del loro axé che ha reso Salvador de Bahia la capitale della felicità del Brasile.