Fin dalla sfilata di debutto del 1981, Vivienne Westwood, un’icona della moda britannica, ha deciso di portare una vera e propria rivoluzione e di dire no al conformismo.
Lei voleva distruggere lo status quo, cambiare i concetti fino ad ora esistenti e “distruggere” i tabù del mondo corrotto. Lei è una vera punk.
Vivienne Westwood ha trascorso tutti i suoi anni di attività cercando di lottare apertamente contro le convenzioni.
Chi è Vivienne Westwood
Vivienne Westwood nasce come Dame Vivienne Isabel Swire nel 1941, da Gordon e Dora Swire e trascorre la sua infanzia tra le difficoltà degli anni del dopoguerra. Vivienne cresce in una famiglia in cui la madre cuciva abiti per lei e per i suoi fratelli, usando ogni pezzo di tessuto recuperato.
Nel 1958, la famiglia si trasferisce a Londra, dove studia moda e oreficeria, mentre si appassiona all’arte. Nel 1960, però, capisce quanto sia importante avere una stabilità lavorativa, e decide di lasciare l’università per iniziare a lavorare come insegnante di scuola elementare. Un anno dopo, conosce Derek Westwood, da cui prese il cognome, che sposò lo stesso anno, sfoggiando un abito realizzato da lei stessa.
Dal matrimonio, nel 1963, nasce il figlio, Ben.
L’anno della vera rivoluzione della Westwood è il 1965, quando incontra un amico di suo fratello, Malcom McLaren, e quel momento cambierà completamente la sua vita e, di conseguenza, la cultura britannica. Proprio qui parte la sua iconica ascesa come simbolo del punk.
Con Malcom, inizia una relazione, hanno un figlio, Joe, e decidono di aprire un negozio di abbigliamento, al 430 di King’s Road. Lo stesso negozio, negli anni, cambia più volte nome, in base alle ispirazioni del momento di Vivienne Westwood: diventa prima “Let it Rock”, poi “Too fast to live Too Die”, poi ancora “SEX” e, infinte “Worlds End”, con l’iconico orologio che gira all’indietro come logo.
Il periodo in cui il negozio fu ribattezzato come “SEX”, la comunità di Chelsea la criticò aspramente. La sua scelta aveva indignato ma, allo stesso tempo, fu proprio quell’audacia a farla considerare un punto di riferimento nel movimento punk. L’aspetto dello store, con le vetrine opache, potrebbe essere paragonato a quello di un attuale sexy shop. Non era, però, un normale negozio. Era un vero e proprio punto di ritrovo per migliaia di giovani londinesi che non tolleravano il capitalismo e l’opinione filo-monarchica che considerava i seguaci del punk dei teppisti.
Vivienne Westwood e Malcom hanno gettato le basi per la moda punk, dettando i canoni estetici che ancora oggi lo rendono riconoscibile: maglie bianche con insulti alla classe dominante, bondage, spille da balia, lattice, uso del tartan, abbinati ad uno stile di vita nichilista e ribelle.
Vivienne Westwood e il suo brand
Dopo il boom del punk e dopo la fine della storia con Malcom McLaren, Vivienne cresce con i suoi figli con i pochi soldi rimasti, ma non si arrende. Decide di fondare il suo omonimo brand, che unisce cultura, provocazione e modernità, i tratti distintivi delle sue collezioni.
La Westwood gioca con la tradizione britannica e la stravolte, attirando l’attenzione dei media e dello stesso mondo della moda. Lei ha sempre studiato il mondo della moda, sin dalle sue origini, e ne è sempre rimasta affascinata. Però, non si è mai totalmente concentrata sulla modernità, cercando di essere unica e singolare, così da opporsi e sfidare le nozioni ricevute.
Quando la moda si avvicinò al minimalismo, ella decise di progettare collezioni ricche, eccessive, barocche. Quando, invece, la moda imponeva che le donne dovessero sembrare maschili, borghesi, durante la metà degli anni ’80, la Westwood sostenne i diseredati, proponendo abiti dalle curve morbide e sinuose, spalle arrotondate e creando una collezione senza tempo.
Non era solo opposizione al conformismo, era far sentire la sua voce, che risuonerà ancora, e per sempre, nel futuro della moda.