Animali Fantastici, lo spin-off del mondo di Harry Potter, purtroppo, non ha mai avuto un grande successo come franchise cinematografico, però, avrebbe potuto, secondo noi, ottenerlo se fosse stato proposto come serie TV.
Studiato per dare il via ad una prosecuzione senza limiti di Harry Potter, il prequel della serie omonima, basata su uno dei libri di testo assegnati agli studenti di Hogwarts, il franchise segue Newt Scamander, interpretato da Eddie Redmayne, uno zoologo magico specializzato nella cura delle creature fantastiche.
Nato come spin-off, si è via via sviluppato in una saga che ha portato alla ribalta i personaggi di Silente e Grindelwald.
Il primo film è stato veramente un successo, però, nel 2018, con l’uscita di “Animali Fantastici: i crimini di Grindelwald” c’è stato un netto crollo. Il terzo film, invece, “Animali fantastici: i segreti di Silente” ha definitivamente messo il chiavistello alle porte del mondo magico nel cinema.
Si pensa che uno dei motivi legati al fallimento della serie, sia la sfilza di cadute di stile dell’autrice J.K. Rowling, che continuano a danneggiare il franchise. In realtà, ragionandoci bene, se la storia fosse stata impostata come serie televisiva, avrebbe probabilmente raccolto il consenso degli spettatori.
Perchè Animali Fantastici non è stata trasformata in serie tv?
Animali fantastici e dove trovarli, può essere considerato un film autonomo, fino al punto in cui si trasforma definitivamente nel prequel di Harry Potter, introducendo il mago oscuro Gellert Grindelwald. Il sequel, a lui dedicato, trasforma il franchise in una sorta di thriller politico sul Mondo Magico e non funziona, perchè dopo le due ore di visione, la sensazione è quella di essere confusi e insoddisfatti.
Una serie televisiva, però, avrebbe permesso al franchise di funzionare meglio. Ad esempio, le scene sul mistero della parentele di Credence, avrebbe avuto più successo se fosse stato sviluppato in più episodi. Ridurla in un film di due ore, ha frammentato e banalizzato il tutto, non potendosi prendere il giusto tempo per entrare nei retroscena dei personaggi. Una tra le situazioni meno definite, è la storia di Newt con il fratello, che viene toccata in maniera blanda, o anche la storia di Silente e Grindelwald, che avrebbe potuto rappresentare la chiave di volta per assicurare lunga vita al franchise.
Perchè Animali Fantastici meritava una chance in più
Animali Fantastici è arrivato nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Nel 2014, quando fu lanciato il primo film della saga, lo streaming era ancora agli esordi ed era, probabilmente, una novità troppo acerba. Mentre serie come Orange is The New Black ha dimostrato che Netflix avrebbe potuto diventare un trampolino di lancio, Warner Bros non aveva ancora un proprio servizio di streaming, arrivato poi nel 2020, quando il franchise era già in fase di ripresa del terzo film.
Nel 2014, l’idea di una grande saga cinematografica che si espandesse grazie al piccolo schermo, poteva rappresentare per loro un passo indietro e non ne valeva la pena rischiare.
Nello stesso periodo, inoltre, l’MCU aveva appena iniziato ad imbarcarsi nello streaming, provando a lanciare Agents of S.H.I.E.L.D., raccogliendo diverse critiche di fan delusi già prima dell’inizio della prima stagione.
Per la Warner Bros, Harry Potter era un marchio più coerente anche rispetto ai supereroi della DC, lasciando a questo l’esclusiva cinematografica. Peccato, però, che, per Animali Fantastici, il problema era proprio strutturale. La Rowling, forse, avrebbe dovuto ragionare su una via unica, scegliendo se strutturare la saga realmente come un prequel di Harry Potter o come una serie indipendente, in grado di camminare in parallelo al suo successo maggiore. Se avesse scelto di inserire la figura e il rapporto di Silente con Grindelwald, avrebbe raccolto più affidabilità, senza il bisogno di innestare questa parentesi in Animali Fantastici.
Come nella vita, una decisione sbagliata, può costare caro e, in questo caso, la scelta poco strategica è costata il crollo definitivo di una saga che avrebbe potuto avere tutt’altro epilogo.
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