I pop corn sono diventati lo snack per eccellenza per il cinema e per la visione dei film. Sono pochi i punti certi che esistono quando si va al cinema, ed è così ormai da sempre: una ampia sala buia, file di sedili e un gran secchio ricolmo di chicchi leggeri e abbrustoliti.
Quel meraviglioso piccolo gioiello croccante ma morbido, salato e burroso al punto giusto, è perfetto da sgranocchiare mentre si è concentrati a guardare lo schermo.
Nonostante, con il tempo, l’offerta è diventata variegata, aggiungendo al menu delle sale anche hot dog, patatine, sacchetti da riempire di caramelle di tutti i gusti e, addirittura pizzette, piadine e fritti di pollo, i pop-corn sono ancora il primo alimento che viene in mente quando si decide di scegliere lo spettacolo da vedere.
Pop-corn e cinema sono strettamente legati, tanto da aver fatto coniare il termine “film popcorn” per definire le pellicole di maggior successo. Come è nata, però, questa associazione alquanto bizzarra?
Pop corn e cinema: all’inizio non erano ben graditi
I proprietari dei teatri e delle sale cinematografiche, inizialmente, erano fortemente contrari all’idea di snack durante una programmazione, perchè l’idea di cinema si ispirava ai teatri reali, in grado di ospitare clientela di rango superiore. D’altro canto, il pensiero di poter rendere sporca e appiccicosa la moquette che rivestiva il pavimento, non era per niente allettante.
Inoltre, i primi film erano muti e lo sgranocchiare continuo rischiava di disturbare e distrarre gli spettatori.
Tutto questo cambiò parallelamente all’introduzione delle immagini sonore, perchè una gamma più ampia di clienti aveva la possibilità di assistere agli spettacoli. Non era più necessario che gli spettatori fossero alfabetizzati dal momento che non c’era più bisogno di leggere i sottotitoli che scorrevano con i film muti.
Gli anni della Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale
Il basso costo delle materie prime, permisero ai pop corn di poter essere venduti a prezzi economici, pur traendone profitto. Questo, fu propizio durante gli anni della Grande Depressione, quando la gente cercava prodotti a prezzi bassi per poter avere un minimo di normalità in un momento difficile.
Gli spettatori frequentavano il cinema per cinegiornali, cartoni animati e film, trascorrendo moltissimo tempo nelle sale, quindi il popped corn, il termine abbreviato nella parola di uso comune, diventò l’alimento perfetto per trascorrere quelle ore di svago. Non era, infatti, necessario l’uso di stoviglie e posate, era semplice da trasportare e consumare e, soprattutto, economico.
I teatri, quindi, iniziarono ad assumere ambulanti esterni per vendere nelle loro lobby, però, con il passare del tempo, decisero di attrezzarsi per ospitare i macchinari e vendere internamente, eliminando gli intermediari.
Nella seconda guerra mondiale, a causa delle razioni di zucchero, dolciumi come caramelle e bibite iniziarono a scarseggiare, mentre i pop corn mantennero il solito prezzo basso, consolidandosi come scelta principale per gli spettatori.
Con l’arrivo dell’home video e l’apertura dei servizi streaming, il pubblico è sempre più riluttante verso il cinema e ha iniziato ad organizzare casa propria in modo da creare la perfetta atmosfera, trascinando alcuni elementi tipici.
L’esperienza del teatro in casa, ha portato con sè anche il momento della preparazione dei pop-corn, in bustine pronte da scaldare in microonde, oppure facendo cuocere i chicchi di mais in padella, aspettando che questi sboccino nelle croccanti gemme bianche.