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Perfect Days, la luce fra le ombre

Perfect Days

Perfect Days

“Adesso è adesso, un’altra volta è un’altra volta”

(Hirayama)
Fonte: Tmdb

Perfect Days: il bello di ogni singolo giorno

Hirayama (Koji Yakusho) si sveglia, si lava i denti, si sistema i baffi, cura le sue piante e va a lavorare come addetto alla pulizia della Tokyo Public Toilet.

Sorride alla nuova giornata e alla sua quotidianità, semplice ma non banale e soprattutto non inutile in Perfect Days.

Si sposta da una zona all’altra sotto la voce roca di Lou Reed o Patty Smith e tante altre magnifiche icone della musica degli anni 60-70 che sceglie dalla sua vasta collezione di audio cassette di musica rock.

Niente Spotify, niente social, niente modernità, solo Hirayama e le colonne sonore della sua vita.

Nei momenti di pausa si siede sempre sulla stessa panchina in un parco a mangiare un sandwich, osservando e fotografando, con una vecchia macchina analogica, le fronde degli alberi e i riflessi di luce che giocano con rami e foglie.

Komorebi: luci e ombre della vita

Si scoprirà solo dopo che questo gioco di luci, in giapponese komorebi, ha un significato ben specifico: non solo allude alla luce che filtra tra le foglie degli alberi, ma ricorda una sensazione magica, al contempo malinconica e sfuggente, da cui trarre sempre il meglio.

Ci ricorda di cercare la positività nelle piccole cose che possono aiutare a dissipare le ombre del dubbio o dell’ansia. Perché in ogni situazione che si presenti cupa e oscura, ci sono sempre piccoli spiragli luminosi capaci di rendere tutto più tollerabile.

Ed è proprio ciò che Hirayama trova nella ripetitività della sua vita quotidiana e i suoi riti: un modo per curarsi le ferite, per rendere pulito e candido il suo mondo interno, allontanando gli imprevisti e le ferite del passato. Perché si intuisce che un passato c’è, doloroso e tragico del quale però lui non parla.

Hirayama parla poco, ma ascolta e guarda con curiosità e attenzione: è gentile e rispettoso con tutti anche con il suo lavativo, insopportabile giovane collega che all’improvviso si licenzia.

Incontra sguardi, gioca a Tris con qualcuno che non conosce, si cimenta nel calpestare le ombre con un estraneo bisognoso di essere consolato e accoglie la giovane nipote scappata di casa.

Fonte: Tmdb

Lo scopo di Wim Wenders in Perfect Days, candidato agli Oscar 2024, sta nel mettere in scena la speranza di un autentico rapporto con l’Altro e con il mondo, attraverso il continuo gioco di luci e ombre che dal mondo esterno filtrano e risuonano nel mondo interno.

“Ci sono tanti mondi dentro lo stesso mondo” dice Hirayama alla nipote, mondi che non sempre entrano in contatto fra loro. È bene quindi, essere felice dei komorebi, delle passioni, della musica da ascoltare, delle letture comprate e condivise, del reale e del tangibile; stando in silenzio, ascoltando e indugiando in ogni frammento luminoso della nostra quotidianità che finirebbe inevitabilmente per arricchirci.

Fonte: Tmdb
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