Raffa, la serie tv su Raffaella Carrà, è disponibile su Disney Plus ed è una docuserie di tre episodi che racconta la vita dell’iconica showgirl italiana amata nel mondo e che ha saputo come lasciare un segno indelebile nella storia della televisione.
Dopo quasi tre anni dalla sua morte e dopo l’uscita del film al cinema, Raffa su Disney plus permette a tutti i suoi fan di rivivere i momenti della grande showgirl.
In questi tre episodi della docuserie si racconta la vita di Raffaella Carrà, grazie anche alle testimonianze e agli aneddoti di persone appartenenti al mondo dell’intrattenimento e della tv che hanno avuto modo di conoscerla o di lavorare con lei.
La mini serie lascia un’eredità anche ai più giovani che di lei hanno solo sentito parlare e potranno appassionarsi alla sua vita, al suo personaggio e al suo percorso artistico che l’hanno portata ad essere ciò che è diventata.
Raffa racconta la leggendaria Raffaella Carrà
I tre episodi della docuserie si focalizzano sugli eventi della vita privata e pubblica dell’artista, a partire dalla sua infanzia vissura in Romagna, sino al trasferimento a Roma.
Raffaella Carrà ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia e fa molto presto il suo debutto nel mondo del cinema, arrivando quasi ad ottenere nel 1960 la parte di Rosetta nel capolavoro “La Ciociara” di Vittorio De Sica.
L’artista, però, dopo essere stata scartata come protagonista, non si è abbattuta e sempre nel 1960, appare ne “la lunga notte del ’43”, “la furia dei barbari” e “il peccato degli anni verdi”.
Dopo il successo sul grande schermo, per lei arriva il momento del debutto in televisione, creando un nuovo modo di fare spettacolo e diventato ben presto la prima donna del piccolo schermo.
Raffaella Carrà, negli anni, è diventata un vero e proprio simbolo dell’uguaglianza dei sessi e della libertà, già a partire dagli anni settanta, diventando negli anni ottanta la regina della televisione pubblica e icona LGBTQ+.
Daniele Lucchetti su Raffa: quello che non sappiamo su di lei
Daniele Lucchetti, il regista della serie tv sulla vita di Raffaella Carrà, non si ferma solo a raccontarci informazioni che potremmo benissimo trovare facendo una semplice ricerca sul web: ci dice molto di più.
Lucchetti, riesce a contestualizzare ogni fase della vita dell’artista nei vari periodi storici dell’Italia, ponendola come voce traghettatrice dei decenni, mostrando i cambiamenti della società Italiana.
Con le testimonianze di Fiorello e Barbara Boncompagni, la serie riesce a farci vivere all’interno di una macchina del tempo, senza mai perdere il focus sulla protagonista.
Il regista, non svela solo gli aspetti positivi che hanno segnato la vita della Carrà, ma rivela anche i momenti più oscuri da lei vissuti, come il trauma dell’abbandono da parte del padre, che renderà estremamente complicate tutte le relazioni future, a partire da Gianni Boncompagni, un compagno di vita per lei importante sia dal punto di vista artistico che sentimentale.
La serie tv su Raffaella Carrà: la rivoluzione degli anni ’70
In un’Italia conservatrice degli anni ’70, è stata proprio Raffaella Carrà a causare uno dei più grandi scandali della storia della televisione italiana, quando è apparsa sul palco mostrando a nudo l’ombelico. L’episodio fece infuriare il Vaticano e i leader della Democrazia Cristiana, ma quello che sarebbe successo di lì a poco era inarrestabile: una vera e propria rivoluzione.
Sempre alla fine degli anni ’70, la Carrà pubblicò il suo album, “Raffaella“, che conteneva una canzone chiamata “Luca”, che descriveva i pregiudizi omofobi e gli attacchi violenti subiti dai gay nell’Italia degli anni settanta.
Era un’icona femminista conosciuta in tutta Europa e, nonostante le occasionali censure, la sua carriera ha lanciato messaggi incoraggianti per tutte le donne.
Nel 2017, è stata nominata come icona gay globale al World Pride di Madrid e l’anno successivo, sempre in Spagna, è stata nominata dama dell’Ordine al Merito Civile dal re Felipe.
L’artista ha rappresentato la libertà per molte generazioni, e non ha mai avuto paura ad esprimersi. Ella è stata una delle prime figure pubbliche a parlare apertamente di libertà sessuale ed è stata una figura ispiratrice per i giovani.